Australiana, Vaccino e mascherina contro virus

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(Adnkronos) – “La situazione epidemica dell’influenza” australiana negli ultimi giorni del 2022 “sta peggiorando. L’epidemia è in fortissima ascesa, il picco non è stato raggiunto e ci aspettiamo che si raggiungerà intorno a Natale o dopo. Ma siamo già a livelli che realmente non ci aspettavamo, almeno per questo periodo. Questo significa che un bel po’ di gente starà a letto nel periodo delle feste di Natale. E l’unica maniera per poter evitare” di finire nella rete dei virus stagionali “rimane la vaccinazione. L’altra misura è usare il più possibile la mascherina”. A sottolinearlo all’Adnkronos Salute è Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), che fa il punto su come sta andando questa intensa stagione influenzale e lancia ancora una volta un appello a proteggersi, con vaccini e mascherine dove serve.

“Quello di indossarla – osserva – dovrebbe essere un atto di responsabilità da parte di tutti coloro che hanno una sintomatologia influenzale ed è anche l’unica maniera per evitare di far circolare nell’ambiente quantità di virus, e quindi ridurne la diffusione”. Secondo l’ultimo monitoraggio, ricorda Anelli, “siamo a 16 casi per mille assistiti. Siamo saliti di circa 3 punti rispetto alla settimana scorsa. Quindi l’influenza è in forte ascesa. E sugli ospedali l’impatto ora comincia a sentirsi. Quello che temiamo però è che la diagnosi differenziale fra Covid e influenza è veramente difficile sul piano clinico e quindi in tutti questi casi sarebbe opportuno fare sempre il tampone per sapere” di quale delle due infezioni si tratta”.

“L’invito è ancora per tutti a vaccinarsi”, esorta Anelli. Come procede la campagna di immunizzazione? Oggi, evidenzia, “scontiamo il fatto che il tema delle vaccinazioni sia particolarmente inflazionato”, se si considerano anche le chiamate per l’anti-Covid. “L’influenza rispetto al Covid dà meno problemi, perché ha un indice di mortalità molto più basso, ma ha come svantaggio quello di avere costi sociali molto elevati, perché vediamo che la febbre molto alta dura più giorni, da 3 a 8, e veramente non si riesce ad andare a lavorare perché dà una profonda astenia. Le persone colpite alla fine sono costrette a rimanere a lungo a casa”.

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