Tra i sospettati fermati, la vicepresidente greca del Parlamento Europeo Eva Kaili, il compagno, oltre all’ex europarlamentare italiano del gruppo dei Socialisti e democratici (S&D) Antonio Panzeri e il segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati (Ituc) Luca Visentini.
“KAILI E I SACCHI DI BANCONOTE IN CASA “- Alcuni “sacchi di banconote”, scrive intanto il quotidiano belga L’Echo, sarebbero stati trovati nella casa di Bruxelles della vicepresidente dell’Europarlamento Kaili. Kaili è quindi stata fermata nell’ambito dell’inchiesta per presunta corruzione in flagranza, cosa che spiega il motivo per cui non è scattata l’immunità parlamentare, che viene meno in questi casi. Eva Kaili è stata espulsa venerdì dal Pasok. Il gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, comunica il gruppo, “ha preso la decisione di sospendere l’adesione dell’eurodeputata Eva Kaili dal gruppo S&D con effetto immediato, in risposta alle indagini in corso”.
Alla luce delle indagini giudiziarie in corso da parte delle autorità belghe, la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola “ha deciso di sospendere con effetto immediato tutti i poteri, compiti e compiti delegati a Eva Kaili nella sua qualità di Vicepresidente del Parlamento europeo”. Lo riferiscono fonti Ue.
“PANZERI E LE VACANZE DA 100MILA EURO” – Antonio Panzeri poteva permettersi di fare con la moglie vacanze per un costo che arrivava fino a “100mila euro”. E’ quanto emerge da informazioni contenute in alcuni documenti trasmessi dalle autorità belghe a quelle italiane. Secondo quanto riferiscono gli inquirenti belgi, la moglie M. D. C. “avrebbe detto” al marito “che non poteva permettersi di spendere 100mila euro per le vacanze come l’anno scorso e che pensava che l’attuale proposta, 9mila euro a persona solo per l’alloggio, fosse troppo costosa”. La figlia e la moglie di Panzeri, arrestate anche loro venerdì scorso, appaiono “pienamente consapevoli” delle attività di Panzeri secondo gli inquirenti belgi.
L’ex eurodeputato dell’S&D è sospettato dalle autorità belghe di essere intervenuto “politicamente”, ma “dietro pagamento” presso alcune persone che lavorano al Parlamento Europeo a beneficio non solo del “Qatar”, ma anche del “Marocco”, emerge ancora da uno degli atti trasmessi dalle autorità belghe all’Italia. Ufficialmente le autorità del Belgio non hanno confermato neppure che le pressioni riguardavano il Qatar, ma si sono limitati a parlare di un “Paese del Golfo”. Nel documento viene precisato che vige comunque la “presunzione di innocenza”.
“La commissione di garanzia di Articolo Uno Lombardia ha intanto sospeso Panzeri dall’anagrafe degli iscritti” si legge in una nota di Articolo Uno. “Nell’esprimere sconcerto per quanto sta emergendo, Articolo Uno esprime fiducia nell’autorità giudiziaria e auspica che Panzeri possa dimostrare la sua estraneità a una vicenda del tutto incompatibile con la sua storia e il suo impegno politico”.