2022, l’anno orribile del Regno Unito: il caos dei 3 premier e l’addio a Elisabetta

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(Adnkronos) – Riuscirà Rishi Sunak a portare la nave britannica fuori dalla tempesta? E’ la domanda da un milione di sterline che si pone oggi il Regno Unito, mentre si avvicina la fine di un anno da incubo per i sudditi di re Carlo. La crisi economica associata all’incertezza politica, con il record del più breve governo della storia britannica, hanno scatenato lotte sindacali che sembravano un ricordo e fatto riaprire il dibattito sulla Brexit, un processo che a sei anni dal referendum è ancora lontano dall’essere completato.  

Ma il 2022 verrà ricordato nei libri di storia del Regno Unito, e non solo, per la scomparsa a 96 anni di Elisabetta, deceduta l’8 settembre nella residenza scozzese di Balmoral. Si stima che quattro miliardi di persone abbiano assistito in tv ai funerali solenni della regina che più di ogni altra personalità mondiale rappresentava con il suo volto un intero Paese. La sua morte, anche per i non amanti della corona, rimarrà un fatto epocale che segnerà per sempre la famiglia reale.  

Ma chi sperava in una riappacificazione dei Windsor con la scomparsa di Elisabetta è rimasto deluso. L’anno, infatti, si è chiuso con le nuove polemiche tra Harry e Williams alimentate dalla serie Netflix con protagonisti i duchi di Sussex. Un clima pesante, alleggerito a malapena dall’invito rivolto da re Carlo a Harry e Meghan di partecipare all’incoronazione ufficiale prevista il 6 maggio. 

Non tira aria migliore a Downing Street. Anzi, quest’anno sarà ricordato come quello che ha messo la pietra tombale sulla celebre stabilità politica inglese. Tre premier Tory si sono susseguiti uno dopo l’altro. Da BoJo al miliardario Rishi Sunak, passando per la disastrosa parentesi del governo Truss, il civico numero 10 ha visto un andirivieni di leader.  

Per Sunak, che a settembre aveva subito una bruciante sconfitta al ballottaggio per la guida del partito da Liz Truss, la ‘nuova Thatcher’ di fatto destituita dal suo stesso partito dopo che i mercati avevano bocciato sonoramente il suo ‘mini-budget’, si è trattato di una rivincita. Ma per ‘il maharaja delle Yorkshire Dales’ – come è soprannominato – figlio di genitori dell’Africa orientale di origine punjabi, la missione è ardua. Governare un partito incontrollabile e in crisi nei sondaggi e tirare fuori la Gran Bretagna dalle secche di una crisi finanziaria che ha già affondato il precedente governo. 

Per la prima volta nella storia, ed ironia della sorte in un momento in cui molti britannici sono alle prese con l’aumento record dell’inflazione, mutui in salita e svalutazione della sterlina, il capo del governo ha un patrimonio superiore a quello della famiglia reale. E proprio sull’economia si giocherà il futuro politico di Sunak. La situazione appare molto critica, come testimoniato anche dal recente sciopero degli infermieri per questioni salariali: il primo nella storia del loro sindacato (National Health System). Il Regno Unito è entrato già in recessione e le stime per l’anno prossimo non sono rosee. Secondo l’ultimo Economic Outlook dell’Osce, il pil calerà dello 0,4% per quella che sarà la peggiore performance tra i Paesi del G20 esclusa la Russia. 

“Se il mini-budget di Liz Truss era incentrato su ‘acrobatici’ tagli senza coperture alle tasse quasi esclusivamente a vantaggio dei più ricchi, Rishi Sunak non ha soltanto tirato il freno a mano per placare la tensione sui mercati finanziari ma ha fatto una vera e propria inversione di marcia. La nuova legge di bilancio sarà infatti caratterizzata da ‘lacrime e sangue’ che prevedono un aumento della pressione fiscale di pari passo a tagli alla spesa pubblica”, sottolinea il ricercatore dell’Ispi, Davide Tentori. 

Le difficoltà economiche attraversate dal Regno Unito hanno fatto riaprire recentemente un dibattito sui rapporti con l’Ue, costringendo lo stesso Sunak a precisare che il suo governo non intende fare marcia indietro rispetto alla Brexit. Sullo sfondo, resta ancora aperta la questione nordirlandese e si riaffaccia lo spettro dell’indipendenza scozzese, malgrado la sentenza della Corte Suprema britannica abbia negato un altro referendum. 

Come se non bastasse, anche il tempo è stato inclemente oltremanica. Neve e ghiaccio hanno spazzato l’isola come in altre rare occasioni, bloccando gli aeroporti della City e rallentando i trasporti su tutto il territorio. E non è finita. Anche il calcio è naufragato e insieme a lui il sogno di riportare la Coppa del Mondo a casa dopo 44 anni. Dopo un’ottima partenza in Qatar che aveva fatto presagire un cammino fino alla finale, la nazionale di Southgate si è dovuta arrendere a un rigore calciato alle stelle dal suo capitano Harry Kane. Non in una partita qualsiasi. Dall’altra parte del campo c’erano gli odiati cugini francesi. 

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