Conti pubblici, 40% della spesa statale è riconducibile ai territori

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(Adnkronos) – I pagamenti del bilancio dello Stato per spese finali, nel 2021, sono stati pari a 810.970 milioni (66.435 in più rispetto all’anno precedente). Nella maggior parte dei casi, è impossibile associare in maniera esatta la spesa statale a un’area geografica specifica del paese. Le spese non ‘regionalizzabili’ sono, ad esempio, quelle relative a partite puramente contabili, oppure capitoli come le vincite al lotto (15,6 miliardi) e i trasferimenti alla Rai (quasi 1,8 miliardi), a Ferrovie dello Stato (1,1 miliardi), ad Alitalia (177 milioni) o all’Agenzia spaziale italiana (657 milioni). C’è però una parte consistente di queste somme (oltre il 40%) riconducibile, invece, a specifici territori e da cui emergono significative differenze nella distribuzione delle risorse statali. Ad analizzarle un’elaborazione di Centro Studi Enti Locali (Csel), per Adnkronos, basata sui dati diffusi dalla Ragioneria generale dello Stato il 16 gennaio scorso e riferiti al 2021. 

La classifica 2021 che tiene conto della spesa statale regionalizzata finale per abitante – osserva Csel – non mostra grandi sorprese rispetto agli anni precedenti. Anche il podio 2021 è stato colonizzato dalle Regioni a Statuto speciale del Nord Italia. I cittadini della Provincia autonoma di Bolzano e della Valle d’Aosta hanno beneficiato, rispettivamente, di 10.985 e 10.636 euro pro-capite, staccando nettamente la media nazionale di 4.879 euro. Seguono Provincia autonoma di Trento, Lazio e Friuli-Venezia Giulia, con 8.939, 7.467 e 6.780 euro per abitante. 

Il Lazio è, dunque, l’unica regione a Statuto ordinario che trova in spazio in mezzo al gruppo di autonomie del Nord Italia. Chiaramente questo dato è fortemente influenzato – avverte Csel – dal fatto che Roma sia sede della quasi totalità di istituzioni, come i ministeri, i cui costi gravano sullo Stato centrale. Seguono la Sardegna, con 6.729 euro ad abitante, il Molise con 5.810, la Sicilia con 5.407 euro e la Liguria con 5.306.  

Sopra la media nazionale anche Abruzzo (5.206), Basilicata (5.199) e Calabria (5.118). Si collocano invece al di sotto di quella soglia le restanti 9 Regioni. In ordine decrescente, troviamo la Campania, con una spesa regionalizzata procapite di 4.638 euro, la Puglia con 4.448, l’Umbria con 4.420, la Toscana con 4.326 e il Piemonte con 4.272 euro. Fanalini di coda le Marche con 4.260 euro, l’Emilia Romagna (4.010 euro per abitante), il Veneto con 3.816 e la Lombardia con 3.605. 

Rispetto a 5 anni prima (2016), si osserva una classifica leggermente variata. Bolzano ha scalzato in vetta la Valle d’Aosta e il Lazio ha guadagnato una posizione superando la Sardegna. Anche la spesa regionalizzata procapite friulana è aumentata, consentendo alla Regione del Nord Italia di superare Sardegna e Molise. Complessivamente, la spesa regionalizzata media per abitante è aumentata del 24% ma non con la stessa intensità ovunque: si va dal +6% del Molise al +32% del Piemonte. 

Salta all’occhio – sottolinea Csel – come la spesa statale regionalizzata sia mediamente più alta nel Nord del paese. Per ogni abitante delle regioni settentrionali sono stati spesi mediamente poco meno di 6.500 euro contro i 5.118 del Centro e i 5.320 del mezzogiorno. 

L’analisi di Csel prende, poi, in considerazione i dati relativi ai contributi dati dallo Stato alle imprese e a famiglie e istituzioni sociali private, al fine di promuovere gli investimenti. La spesa relativa alla prima categoria è stata nel 2021 pari a quasi 43 milioni ed è stata regionalizzata per circa quattro. I contributi per famiglie e istituzioni sociali private hanno assorbito quasi 28 milioni, ma solo 10,9 di questi sono stati ricondotti a territori specifici. 

Le famiglie e le istituzioni sociali private che hanno attratto in assoluto più fondi statali sono quelle del Centro Italia. In primis, quelle laziali (337 euro contro i 185 della media nazionale), seguite da marchigiane e toscane, a pari merito con 200 euro ad abitante. Sopra la media anche Molise, Umbria, Friuli Venezia Giulia e Abruzzo, con 197, 196, 188 e 186 euro. Al di sotto tutte le altre Regioni e Province autonome italiane. Ai due estremi Bolzano con 131 e la Basilicata con 176 euro. In mezzo Calabria (181), Liguria (179), Sicilia (172), Campania (166), Piemonte (165), Emilia Romagna e Puglia (163), Veneto (160), Lombardia e Sardegna (157), Valle d’Aosta (145) e Trento (136).  

Ancora più ampi i divari riscontrabili nella distribuzione dei trasferimenti correnti alle imprese. A fare la parte del leone sono in questo caso Valle d’Aosta e Bolzano con, rispettivamente, 356 e 334 euro procapite contro i 69 della media nazionale. Segue, ad ampia distanza, il Lazio con 87 euro. All’estremo opposto, Basilicata (28 euro), Molise (35), Puglia e Sardegna, entrambe ferme a quota 36. 

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