Naufragio migranti, il ruolo di Frontex: cosa può o non può fare

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(Adnkronos) – Le operazioni di ricerca e soccorso in mare (Sar in gergo) prevedono responsabilità e ruoli distinti tra Frontex, che è un’agenzia Ue, e gli Stati membri. Come in molte questioni che riguardano l’Unione, la ripartizione dei compiti è complicata, ma esiste e viene delineata dalla stessa agenzia, sul suo sito. L’agenzia, viene specificato, “non può condurre operazioni di ricerca e soccorso in autonomia o senza il coordinamento di un Mrcc nazionale”, un centro di coordinamento delle operazioni di soccorso; “non può inviare alcuna imbarcazione per portare a termine un’operazione di salvataggio” e “non decide sul luogo di sbarco delle persone salvate”.   

Sono le autorità nazionali che “classificano un incidente come operazione di ricerca e soccorso, avviano le operazioni Sar, coordinano le operazioni nelle rispettive aree Sar, inviano aerei e navi nell’area di soccorso, incluse imbarcazioni private, commerciali o di Ong, decidono il luogo di sbarco, registrano e identificano le persone dopo lo sbarco, processano le richieste di asilo”.  

Frontex ha compiti sussidiari, anche perché gli Stati tengono alle proprie competenze nazionali. Quindi l’agenzia Ue “aiuta”, “monitora”, “lavora con”, ma sono gli Stati nazionali che conservano il potere decisionale. Per parte sua, l’agenzia con sede a Varsavia “allerta i centri nazionali di soccorso, ogni volta che i suoi aerei o navi individuano un’imbarcazione in difficoltà”.  

Dato che il Mediterraneo Centrale è grande quanto la Francia e la Spagna messe insieme, e il fattore tempo in questi casi è decisivo, ogni volta che ci sono vite in pericolo “imminente”, Frontex allerta “tutte le navi della zona dell’imminente pericolo”. In base al diritto internazionale, un allarme simile “può essere attivato da qualsiasi aereo o imbarcazione che assista a un’emergenza quando la barca è alla deriva, quando c’è un incendio a bordo, quando la barca sta affondando o quando ci sono persone in acqua”. 

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