Sudan e lo “scenario da incubo”

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(Adnkronos) – Da mesi Khalifa Haftar aiutava le Forze di sostegno rapido (Rsf) del generale golpista sudanese Mohamed Hamdan Dagalo, alias Hemedti, alla battaglia contro l’esercito di Abdul Fatah al Burhan, presidente del Consiglio sovrano di transizione, esplosa il 15 aprile scorso in tutta la sua violenza. Lo rivela il britannico The Observer, citando ex funzionari e comandanti militari in Sudan e nel Regno Unito, secondo cui il coinvolgimento del leader dell’est della Libia accrescerebbe il rischio di un conflitto di lunga durata, alimentato da interessi di attori esterni, come la Wagner, che rappresenta una sorta di anello di collegamento tra Haftar e Hemedti, entrambi sostenuti dai mercenari russi.

Gli analisti parlano di “uno scenario da incubo”, con più attori e potenze regionali impegnati in una guerra per procura in Sudan, uno dei Paesi africani più grandi e cruciali per gli equilibri di quell’area. Secondo le fonti sentite dal settimanale britannico, Haftar avrebbe passato cruciali informazioni di intelligence a Hemedti, arrestato i suoi nemici, aumentato le forniture di carburante e probabilmente addestrato centinaia di combattenti paramilitari delle Rsf alla guerra urbana da febbraio.

L’Observer ricorda che i rapporti tra il leader della Cirenaica e il generale golpista sudanese risalgono a molto tempo prima della caduta di Omar al-Bashir, il presidente-dittatore destituito nell’aprile di quattro anni fa dopo mesi di proteste popolari. Ma il rapporto si è intensificato più di recente, con Hemedti che ha inviato mercenari in Libia a sostegno dell’Esercito nazionale libico (Lna) di Haftar. E i due, secondo le fonti, avrebbero collaborato in varie operazioni di contrabbando, con i comandanti di medio rango dei due ‘eserciti’ che hanno rafforzato i loro rapporti per gestire il transito di beni illeciti fra i due Paesi.

Poi, nelle ultime settimane, in vista del conflitto che si preparava in Sudan, il generale libico avrebbe rafforzato i suoi sforzi a sostegno di Rsf, in un delicato gioco di equilibrismi, dal momento che né lui né i suoi sponsor internazionali – la Russia e gli Emirati – vogliono impegnarsi troppo apertamente per uno o per l’altro dei contendenti in una battaglia il cui esito è ampiamente incerto. Tra l’altro Haftar deve stare attento a non alienarsi il sostegno dell’altro ‘padrino’, l’Egitto, che è schierato con al-Burhan. Un comandante di una milizia inquadrata nell’Lna ha spiegato che i suoi uomini “sono pronti a sostenere Hemedti, ma stiamo ancora monitorando come evolve la situazione”.

A riprova del legame tra il generale libico e il golpista sudanese, il giornale ricorda che solo pochi giorni prima che scoppiasse il conflitto a Khartoum Haftar aveva ordinato l’arresto di Musa Hilal, un comandante di una milizia sudanese rivale di Hemedti e le cui forze sarebbero responsabili di aver inflitto pesanti perdite ai mercenari di Wagner nella Repubblica centrafricana in un agguato nei pressi del confine sudanese nei mesi scorsi.

Non solo: uno dei figli di Haftar, Sadeeq, nei giorni scorsi era volato nella capitale sudanese per donare 2 milioni di dollari all’Al-Merrikh Club, una delle due principali squadre di calcio sudanesi, in difficoltà finanziarie, prima di essere ricevuto da Hemedti. E in quell’incontro, avrebbe avvertito il generale golpista che i suoi rivali stavano preparando un’azione contro di lui, hanno rivelato fonti di intelligence vicine all’Lna. E così, all’indomani della partenza del figlio di Haftar, Dagalo ha mosso le sue forze per prendere il controllo dell’aeroporto internazionale di Merowe, circa 300 chilometri a nord di Khartoum, e ha iniziato a dispiegare i suoi uomini in località chiave della capitale.

Il settimanale britannico ricorda poi che nei giorni scorsi il Wall Street Journal ha scritto che Haftar aveva inviato almeno una fornitura di armi a Hemedti, affermazione smentita dall’Lna, mentre la Cnn ha parlato di voli dalle basi aeree gestite dall’Lna organizzati dal gruppo Wagner, che ha una presenza sia in Libia che in Sudan. Una notizia smentita in prima persona dal fondatore del gruppi di mercenari russi, Yevgeny Prigozhin, nonostante testimoni abbiano riferito di aerei atterrati all’aeroporto di Al-Jawf, a Kufra, nel sud della Libia, che trasportavano armi poi inviate su convogli di camion verso il Sudan.

Jalel Harchaoui, esperto di Libia e associato al Royal United Services Institute, ha affermato che Haftar e i suoi sponsor valuteranno attentamente il sostegno alle Rsf: “Vogliono che Hemedti sopravviva, almeno… Il carburante ha più senso di armi o munizioni ed è la cosa più sicura che potrebbe ottenere dagli amici libici”. Alcuni esperti ricordano infatti che la maggior parte dei mercenari sudanesi che combattono per l’Lna sono ex rivali di Hemedti e anche questo potrebbe porre limiti agli aiuti offerti da Haftar.

Infine, secondo le fonti dell’Observer, i carichi di carburante vengono consegnati via camion dal porto di Bengasi, anche se altre fonti hanno suggerito che un’altra probabile origine potrebbe essere la raffineria Sarir, più a sud, che è stata recentemente requisita dall’Lna.

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