Consiglio Ue a Reykjavik, focus su Kiev. In Islanda attacco hacker filorussi

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(Adnkronos) – Una Reykjavik blindata si prepara ad ospitare i leader dei 46 paesi membri del Consiglio d’Europa. Istituito nel 1949 con l’obiettivo di impedire che gli orrori della Seconda guerra mondiale si ripetessero, mentre imperversa un altro conflitto che minaccia le sorti del Vecchio Continente, oggi si riunisce con un mandato preciso: riaffermare i valori della democrazia e ribadire il sostegno all’Ucraina a oltre un anno dall’inizio della guerra scatenata dalla Federazione russa. Per la premier Giorgia Meloni, che lo scorso 13 maggio ha incontrato a Roma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il summit islandese sarà l’occasione per rimarcare ancora una volta l’impegno italiano in difesa di Kiev. E non è escluso che a margine del vertice possa esserci uno scambio tra l’inquilina di Palazzo Chigi e il presidente francese Emmanuel Macron dopo le tensioni degli ultimi mesi culminate con l’attacco del partito del capo dell’Eliseo al governo italiano sul dossier migranti.  

“Immagino che vedrò Macron nei prossimi giorni perché c’è il G7 in Giappone, il Consiglio d’Europa a Reykjavik, quindi le occasioni per vederci saranno molte. Ma a me non risulta ci siano problemi bilaterali tra Italia e Francia attualmente, anzi. Mi pare si lavori sui tavoli su cui bisogna lavorare”, aveva detto Meloni a Praga lo scorso 10 maggio, provando a smorzare gli attriti con Parigi. A Reykjavik Meloni arriva dopo aver visto la coalizione di centrodestra affermarsi per 4-2 nel primo round delle elezioni comunali, in attesa del risultato finale che si conoscerà tra due settimane con i ballottaggi. 

L’Ucraina, si diceva, sarà al centro del summit islandese. Oggi e domani a Reykjavik i capi di Stato e di governo dei 46 paesi membri del Consiglio d’Europa si riuniranno per fare il punto dopo l’espulsione della Russia dall’Organizzazione, decretata il 16 marzo 2022 a seguito dell’aggressione all’Ucraina. I leader riaffermeranno il loro impegno comune per la promozione della democrazia e la tutela dello stato di diritto, nonché per sostenere ulteriormente il paese di Zelensky.  

Momento centrale del vertice sarà la sessione inaugurale. Oltre al presidente dell’Ucraina, alla cerimonia di apertura interverranno tutti i grandi contributori, tra cui la presidente del Consiglio Meloni, il primo ministro islandese Katrin Jakobsdottir, il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro del Regno Unito Rishi Sunak, il presidente polacco Andrzej Duda, la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen. Seguiranno 5 tavole rotonde in contemporanea. La premier italiana parteciperà e interverrà a quella dedicata al “Contrasto alle sfide derivanti dai nuovi Diritti Umani emergenti”. 

A conclusione del vertice ci sarà l’annuncio dell’istituzione di un Registro dei danni causati dall’aggressione russa in Ucraina, primo passo, spiegano fonti di governo, “verso la creazione di un meccanismo di internazionale di compensazione economica dei danni subiti dall’Ucraina che consentirà di chiamare la Russia a rispondere delle sue responsabilità ed una prova concreta di assistenza a Kiev”. Verrà inoltre adottata una Dichiarazione politica incentrata, tra le altre cose, sul “sostegno all’azione internazionale per assicurare responsabilità per i crimini internazionali della Russia” e sul rafforzamento del lavoro del Consiglio d’Europa “per garantire la tutela dei diritti umani in settori che rappresentano sfide emergenti”, come cambiamento climatico e intelligenza artificiale. 

Nel frattempo, però, i servizi informatici islandesi hanno registrato un attacco da parte di hacker filo-russi. A confermarlo è il Cert-Is, il Computer Emergency Response Team islandese, istituito formalmente nel 2013 per rispondere alle emergenze informatiche. “Cert-Is – si legge sul sito del Team – conferma che sono stati effettuati attacchi informatici nel distretto informatico islandese e il gruppo di minaccia NoName057 ha rivendicato la responsabilità. Gli attacchi DDoS sono stati diretti contro singoli siti Web e provider di hosting, causando la temporanea inattività di molti siti Web. I soccorritori hanno lavorato per far apparire i siti Web e rafforzare le loro difese”.  

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