“Si tratta di un’interpretazione restrittiva da parte delle autorità italiane della convenzione Solas (un accordo internazionale che stabilisce gli standard minimi di sicurezza per la costruzione, l’equipaggiamento e il funzionamento delle navi) e che riguarda elementi che non sono mai stati segnalati durante i 7 Psc subiti dalla Ocean Viking negli ultimi quattro anni. Un’interpretazione – sottolineano dalla Ong – quindi sorprendente dei requisiti Solas perché non in linea con l’applicazione standard della normativa in questione”. Sos Med è a lavoro “per trovare soluzioni che permettano di tornare in mare il prima possibile, dato che nel Mediterraneo quest’anno si sono già verificati molti tragici naufragi”.
“La prima parte dell’anno è stata particolarmente devastante, con oltre 1.890 morti nel Mediterraneo – aggiunge Valeria Taurino, direttrice generale di Sos Mediterranee Italia – La situazione nel Mediterraneo è molto preoccupante. Gli operatori umanitari sono sotto attacco e i tassi di mortalità sono allarmanti. Abbiamo urgentemente bisogno di una presenza continua di navi di soccorso per aiutare il numero crescente di imbarcazioni in difficoltà. L’attuale fermo sta compromettendo in modo significativo la nostra capacità di salvare vite umane in acque internazionali”. Sos Med “condanna qualsiasi tentativo di mettere in pericolo la vita dei suoi equipaggi e dei sopravvissuti. Gli operatori umanitari, i civili e i naufraghi, non possono essere in nessun caso un bersaglio e spera che la Ocean Viking possa riprendere le sue operazioni di salvataggio il prima possibile”.