Attacco Israele, Hamas: “Iran ci ha dato sostegno”

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(Adnkronos) –
L’Iran ha dato il proprio sostegno a Hamas per l’attacco a sorpresa e senza precedenti contro Israele. Lo ha dichiarato il portavoce di Hamas, Ghazi Hamad, alla Bbc. L’attacco su più fronti ha causato finora la morte di 350 civili e uomini delle forze di sicurezza israeliane, il ferimento di oltre mille e un numero imprecisato di rapiti dal sud di Israele e portate nella Striscia di Gaza.  

L’offensiva è stata lanciata all’alba di sabato 7 ottobre con lancio di razzi e blitz da terra. A 24 ore dall’avvio dell’operazione, miliziani di Hamas sono ancora presenti nel sud di Israele, secondo quanto reso noto dall’organizzazione. Le forze armate israeliane stanno avanzando per riprendere il controllo delle aree, mentre Hamas continua a lanciare razzi per provare ad offrire copertura ai propri uomini nelle zone di Ofakim, Sderot, Yad Mordechai, Kfar Aza, Be’eri, Yated, e Kissufim. 

Le parole di Ghazi Hamad riportate dalla Bbc certificano un collegamento dell’Iran che già ieri, durante l’offensiva, era apparso evidente soprattutto ad esperti e analisti. Lo sviluppo dell’operazione, per strategia e portata, costituisce sin qui un ‘unicum’ nel repertorio di Hamas. In particolare, ha destato attenzione l’uso capillare e sistematico di droni, documentato anche dai video che l’organizzazione ha diffuso puntualmente sui social. I velivoli sono stati utilizzati per colpire veicoli delle forze armate israeliane e anche ambulanze dell’Idf. 

 

Ieri, da Teheran, sono arrivate le congratulazioni dell’Iran per l’attacco. “Ci congratuliamo con i combattenti palestinesi”, ha dichiarato il consigliere per gli Affari militari della Guida Suprema dell’Iran Ali Khamenei, il maggiore generale Yahya Rahim Safavi. Staremo al fianco dei combattenti palestinesi fino alla liberazione della Palestina e di Gerusalemme”, ha aggiunto Safavi citato dall’agenzia iraniana Isna. L’Iran, d’altra parte, è riconosciuto come il principale finanziatore di Hamas, a cui garantisce supporto economico e logistico. Il movimento può contare sull’aiuto di diversi paesi arabi. 

 

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