Finanza sostenibile, senza un forte orientamento ESG più difficile lanciare nuovi fondi

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(Adnkronos) – Non solo la finanza green è green. Le credenziali ambientali, sociali e di corporate governance (ESG) sono sempre più importanti anche per quei fondi che non sono specializzati nella gestione di titoli legati alla sostenibilità.  

Lo rivela un sondaggio condotto da Ocorian tra i gestori di fondi alternativi di Regno Unito, Stati Uniti ed Europa. La rilevanza del fondo Ocorian, leader internazionale nei servizi per i fondi alternativi e nelle soluzioni di amministrazione, fiduciarie e di compliance delle entità, attribuisce importanza ai risultati del sondaggio. 

Quasi tutti i gestori di fondi alternativi (98%) concordano sul fatto che sarà sempre più difficile lanciare nuovi fondi a meno che non abbiano un forte orientamento ESG. Di questi, quasi due su cinque (39%) sono fortemente d’accordo con questa opinione. 

Secondo la ricerca di Ocorian, che gestisce più di 15.000 strutture per conto di oltre 6.000 clienti in tutto il mondo, il Regno Unito è la giurisdizione che crescerà maggiormente in popolarità tra i gestori di fondi alternativi rivolti agli investitori europei nei prossimi 18 mesi.  

I fondi alternativi sono fondi con un portafoglio che non comprende strumenti tradizionali. I più noti sono i cosiddetti Hedge Fund, fondi di investimento speculativi che sfruttano vendite allo scoperto e leva finanziaria per raggiungere un obiettivo di rendimento assoluto.  

Da qualche anno i criteri ESG rappresentano un importante driver per le decisioni di investimento, ma la portata della sostenibilità va via via ampliandosi. I gestori di fondi alternativi hanno infatti sottolineato che i criteri ambientali, sociali e di governance avranno un forte impatto anche sull’innovazione del settore, anche per la spinta dei privati. 

Come evidenziato da molte ricerche, per gli investitori la sostenibilità delle imprese è un elemento sempre più determinante. Sono loro, sottolineano i gestori, a spingere sempre di più per soluzioni nuove e green. Un’altra tendenza che emerge dal sondaggio è l’importanza del progresso tecnologico per le scelte di investimento delle società e dei privati. 

Anche per questo, i gestori dei fondi alternativi interrogati da Ocorian si aspettano che l’analisi dei dati avrà un grande impatto in futuro.  

Infatti, l’analisi dei dati può rendere più sostenere la finanza green sotto diversi aspetti: 

– Investimenti sostenibili: l’analisi dei dati può essere utilizzata per identificare opportunità di investimento sostenibili. Ad esempio, gli investitori possono utilizzare dati ambientali, sociali e di governance per valutare le prestazioni sostenibili delle aziende in cui investono. In questo modo, possono favorire le aziende che adottano pratiche sostenibili e scoraggiare quelle che hanno un impatto negativo sull’ambiente o sulla società; 

– Riduzione dei rischi ambientali e sociali: le istituzioni finanziarie possono utilizzare l’analisi dei dati per valutare e gestire i rischi associati alle questioni ambientali e sociali. Ad esempio, possono monitorare da vicino gli investimenti nelle industrie ad alto impatto ambientale o sociale e prendere decisioni informate per mitigare questi rischi; 

– Finanza green: i dati possono essere utilizzati per identificare progetti e investimenti che hanno un impatto positivo sull’ambiente, come le energie rinnovabili, l’efficienza energetica e la gestione sostenibile delle risorse naturali. Questo contribuisce a promuovere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio; 

– Miglioramento della gestione aziendale: le aziende finanziarie possono utilizzare l’analisi dei dati per migliorare la propria gestione interna in modo sostenibile. Ad esempio, possono ottimizzare i processi operativi per ridurre gli sprechi e l’impatto ambientale complessivo; 

– Adattamento ai cambiamenti climatici: l’analisi dei dati può aiutare le istituzioni finanziarie a valutare e mitigare i rischi derivanti dai cambiamenti climatici. Possono utilizzare modelli predittivi basati sui dati per comprendere come i cambiamenti climatici possano influenzare i loro investimenti e sviluppare strategie per affrontare queste sfide. 

L’analisi dei dati è cruciale anche per la tracciabilità e la reportistica non finanziaria delle imprese. Infatti, dopo i primi anni di greenwashing, consumatori e investitori hanno imparato a distinguere le aziende realmente sostenibili dalle operazioni di facciata. Una pulsione verso la trasparenza che non ha lasciato indifferenti le istituzioni, soprattutto l’Ue che con la Direttiva Csrd ha riconosciuto un ruolo centrale al report di sostenibilità. 

Su questo fronte, le aziende italiane stanno registrando ottime risposte come dimostrano i dati dell’Osservatorio Governance della sostenibilità guidato da Altis e Csr Manager Network dove 35 aziende italiane su 40, ovvero l’87,5% del totale, hanno riferito di integrare la sostenibilità nelle strutture di governance con un comitato ad hoc all’interno del Cda. In Francia tale percentuale raggiunge il 72,5%, nel Regno Unito il 65%, in Spagna il 40%, in Germania solo il 13,3%. Lo studio dell’Osservatorio ha evidenziato anche una crescente importanza delle tematiche Esg negli schemi di remunerazione dei vertici aziendali in Italia. 

In conclusione, il sondaggio condotto da Ocorian testimonia che i criteri ESG non sono più determinanti solo per le parti esterne (investitori e istituzioni), ma anche per i gestori dei fondi, decision maker nel settore. Un ulteriore cambio di direzione verso la finanza green, forse quello decisivo. 

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