“Al di là dei tecnicismi sul meccanismo di funzionamento di una norma di tale portata, che potrà essere eventualmente introdotta anche dopo la manovra finanziaria, occorre fare -continua Cataldi- una riflessione sull’aspetto sistematico della riscossione, ossia sulle relative finalità e sui mezzi che potrebbero facilitarne il raggiungimento. I debiti erariali incagliati e di difficile esazione oggi di ammontare significativo, sono di fatto “figli” non tanto e non solo delle questioni operative che riguardano la riscossione, bensì di un’impronta a livello statale che mal si concilia con le esigenze dei debitori delle imposte. È pur vero che, con la Legge di Bilancio 2022, erano state accordate ai contribuenti rateizzazioni più ampie, ma è altrettanto vero che resta forte la criticità sull’applicazione rigida delle regole in tema di riscossione, anche in situazioni nelle quali ciò non porta di fatto a nulla”, spiega ancora.
“Crediamo sia opportuno rivedere tale meccanismo istituzionale scarsamente flessibile, nell’ottica di un maggior dialogo tra l’apparato amministrativo che ha il compito di riscuotere i tributi accertati, e coloro che sono tenuti a versare quegli stessi importi. Il tutto, evidentemente, in primo luogo a beneficio dello Stato”, conclude Cataldi.