Intesa Sanpaolo finanzierà SunZia, il più grande progetto di energia green in Usa

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(Adnkronos) – Intesa Sanpaolo ha preparato e in parte già sottoscritto una linea di credito agevolato green con un importo massimo di 8,8 miliardi di dollari per la realizzazione della più grande infrastruttura energetica sostenibile degli Usa: SunZia. 

L’operazione è stata strutturata da un pool di banche internazionali, tra cui Intesa Sanpaolo che ha avuto un ruolo di rilievo nella procedura e funge anche da provider di soluzioni di copertura. 

SunZia sarà realizzata per produrre energia eolica e trasportare elettricità pulita dal New Mexico verso l’Arizona e la California. 

Come riporta Esgnews.it, il progetto prevede la costruzione nel New Mexico del maggiore impianto eolico dell’emisfero occidentale, con una capacità di 3,5 GW, unito a un elettrodotto ad alto voltaggio di 885 km tra il New Messico e l’Arizona, capace di trasportare 3 GW di elettricità
pulita, sicura e a prezzi accessibili a milioni di americani negli Stati Uniti occidentali.  

SunZia entra nel mercato da assoluta protagonista dato che diventerà la più grande infrastruttura energetica degli Stati Uniti, che continuano nel percorso di progressiva riduzione delle emissioni carboniche. 

l progetto SunZia è stato sviluppato da Pattern Energy, uno dei maggiori sviluppatori e operatori privati al mondo di progetti eolici, solari, di trasmissione e di stoccaggio di energia, con una capacità operativa di quasi 6 GW in tutto il Nord America e 25 GW in sviluppo. 

Il progetto arriva in un contesto molto dibattuto. Gli Usa, infatti, sono impegnati nella transizione ecologica, ma devono affrontare delle sfide politiche e sociali per realizzare i loro obiettivi. Il presidente Joe Biden ha proposto due piani da migliaia di miliardi di dollari per rinnovare le infrastrutture, promuovere le energie rinnovabili, ridurre le emissioni di gas serra e sostenere le comunità più vulnerabili. 

Tuttavia, questi piani devono essere approvati dal Congresso, dove i repubblicani e alcuni democratici moderati si oppongono a una spesa così elevata e a una riforma fiscale che colpisce molto i più ricchi. Inoltre, alcuni settori dell’economia, come quello del carbone e del petrolio, sono restii a cambiare e temono di perdere posti di lavoro e competitività. Una situazione analoga a quanto sta succedendo in Unione europea con il dibattito sulle auto green, che nel mese di dicembre 2023 hanno registrato una preoccupante flessione.  

La finanza sostenibile rappresenta un asset sempre più importante nella transizione ecologica, anche se ancora sottovalutato e spesso incomprensibile, come dimostra (anche) il fatto che tra le Pmi italiane le iniziative Esg sono autofinanziate nel 47% dei casi.
 

Il contributo alla transizione ecologica può arrivare da diverse strade, tra cui quella del finanziamento ai progetti sostenibili che entusiasma Mauro Micillo, Chief della Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo: “Abbiamo maturato una notevole esperienza internazionale nell’ambito del project financing e la significativa partecipazione al facility green loan, che la Banca ha strutturato per SunZia con altre primarie istituzioni finanziarie, conferma il nostro impegno a sostegno del settore delle energie rinnovabili negli Stati Uniti d’America e a livello globale”. 

Nel suo percorso in ottica green e di finanza sostenibile, Intesa Sanpaolo ha attraversato alcuni momenti chiave: 

– Ha integrato i fattori ESG nel suo processo di investimento, offrendo ai clienti soluzioni finanziarie che rispettano i principi di sostenibilità e che possono migliorare i risultati economici e ridurre i rischi; 

– ha lanciato il finanziamento S-Loan, che premia le piccole e medie imprese (PMI) che migliorano il loro profilo di sostenibilità, concedendo loro condizioni più vantaggiose. Nel primo semestre 2023, ha erogato 0,9 miliardi di euro con questa formula; 

– ha aderito a importanti iniziative internazionali sul tema della sostenibilità, come il Global Compact, gli Equator Principles e i Net-Zero Banking Alliance, che si propongono di ridurre le emissioni di gas serra e di contrastare i cambiamenti climatici; 

– ha presentato il suo nuovo Piano d’Impresa 2022-2025, che prevede una solida e sostenibile creazione e distribuzione di valore, con una marcata connotazione ESG. Tra gli obiettivi del Piano ci sono: destinare 115 miliardi di euro alla comunità e alla transizione verde, supportare le persone in difficoltà con 500 milioni di euro, raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2030 per le proprie attività e entro il 2050 per i portafogli prestiti e investimenti, proteggere e ripristinare il capitale naturale piantando oltre 100 milioni di alberi e adottando una politica per la biodiversità.  

Anche se l’impegno per la sostenibilità intesa in senso ambientale risulta nettamente preponderante, il riferimento alla collettività e alle persone in difficoltà integra un impegno più di ampio respiro che tocca l’aspetto sociale della sigla Esg (Environmental, Social and Governance). 

Capire come si sta muovendo in ottica green il più grande istituto bancario italiano è fondamentale per fare delle previsioni sulla transizione ambientale del paese. 

Come spiega Termo, azienda italiana attiva nel settore, le banche saranno un driver portante della transizione nel 2024. A questo va aggiunto che le normative, sia nazionali che sovranazionali, impongono maggiori “obblighi di sostenibilità” prima alle aziende e poi ai consumatori.  

Con strumenti come green bond, green loans e sustainibility linked loans gli istituti bancari sono sempre dei cruciali attivatori di sostenibilità per aziende e privati. Sarà al contempo necessario mettere a punto rigorosi processi di controllo per evitare il rischio di greenwashing da parte dei soggetti che accedono ai finanziamenti. 

Una nota positiva riguarda l’andamento delle economie italiana ed europea che stanno imparando a gestire i rischi Esg come emerge dal rapporto Consob “Principali tendenze in tema di investimenti sostenibili e criptoattività”. 

Ciò rappresenta una maggiore prontezza nell’affrontare non solo le calamità naturali, sempre più frequenti a causa del surriscaldamento climatico, ma anche le sfide di equità sociale e lavorativa verso le quali è aumentata anche la sensibilità del mercato. 

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