Cambiamento climatico, danni economici per 3 commercianti su 10 in Italia

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(Adnkronos) – Un’indagine Sum Up evidenzia le preoccupazioni degli imprenditori e le nuove soluzioni green 

La narrazione che vede da una parte chi vuole tutelare il clima e sul fronte opposto chi vuole tutelare l’economia è controproducente, oltre che falsa. Tre commercianti su dieci affermano che il cambiamento climatico ha già provocato effetti negativi sul loro business e il 42,6% afferma di aver perso clienti per il caldo eccessivo.  

La fotografia viene scattata dall’Osservatorio Retail Sostenibile che SumUp, fintech attiva nel settore dei pagamenti digitali, ha condotto tra gli esercenti partner, in particolare tra commercianti, ristoratori e professionisti.  

La maggioranza dei commercianti italiani è consapevole di come il climate change stia influenzando o finirà per condizionare il proprio business: per il 29,4%, l’aumento delle temperature ha già danneggiato l’attività commerciale; mentre il 24,1% è convinto che il surriscaldamento avrà ripercussioni in futuro. 

Di sicuro, avrà subito delle ripercussioni economiche con l’obbligo di assicurazione contro le calamità naturali da stipulare entro la fine dell’anno. 

In questo contesto, le principali sfide che gli imprenditori sentono di dover affrontare a causa del cambiamento climatico sono: 

• Aumento del costo dell’energia (58,4%) 

• Minore afflusso di clienti (33,6%) 

• Riduzione delle vendite (26,1%) 

• Riduzione della richiesta di prodotti e servizi (20,3%) 

• Maggiore esposizione a disastri naturali come incendi o inondazioni (18,6%). Giova ricordare che un cittadino europeo su otto è a rischio inondazione o siccità. 

La preoccupazione aumenta tra gli esercenti del settore alimentare tra danni al raccolto, cali di produzione e deterioramento della merce. L’emergenza siccità in Sicilia è un chiaro esempio del rapporto tra cambiamento climatico e produttività, mentre si sono rese necessarie misure di razionamento dell’acqua.  

L’aumento delle temperature sta generando cambiamenti significativi nel settore commerciale e nella salute degli utenti, con effetti che vanno ben oltre il clima. Dall’indagine di Sum Up emergono anche effetti quanto meno curiosi:  

• oltre il 40% dei commercianti ritiene che l’aumento delle temperature stia causando una diminuzione dell’afflusso di clienti nelle attività commerciali 

• per il 20,9% degli esercenti la diminuzione della domanda deriva dal fatto che i clienti sono più “spossati” dal caldo, svogliati e quindi meno propensi a uscire per fare acquisti; 

• analogamente il 18,1% ha osservato che le persone arrivano sempre più tardi nei negozi e nei ristoranti; 

• sul punto, il 17,5% ha notato una preferenza crescente dei consumatori per gli acquisti online 

Interessanti anche i dettagli riportati dagli operatori sanitari coinvolti nel sondaggio, che segnalano una maggiore richiesta di visite mediche a causa delle condizioni climatiche estreme, ma anche la frequente disdetta di appuntamenti a causa di minore disponibilità economica. 

In generale, i commercianti di tutti i settori stanno notando l’incertezza dei clienti nel prenotare servizi, con conseguenti difficoltà nell’organizzazione e gestione dell’attività quotidiana. 

È certo, però, che per i cittadini italiani ed europei non si sta facendo abbastanza per contrastare il cambiamento climatico come emerge, tra le altre, dalla ricerca condotta da Pro Carton, l’Associazione Europea dei Produttori di Cartone e Cartoncino, che ha analizzato l’atteggiamento di oltre 5.000 consumatori europei in Italia, Regno Unito, Francia, Germania e Spagna.  

Ne è emerso che il 74% degli europei pensa che non si stia facendo abbastanza per ridurre gli effetti del cambiamento climatico. Tutti e cinque i Paesi concordano che si possa fare di più, ma sono soprattutto gli spagnoli e gli italiani a chiedere misure più incisive. In Italia, il riciclo rimane l’azione considerata più efficace, (lo pensa il 74% degli intervistati) seguita dall’uso di materiali più naturali e rinnovabili (il 65%) e dalla piantumazione di nuovi alberi (il 62%). 

Secondo la ricerca, il 69% degli italiani ricicla di più rispetto a 12 mesi fa; mentre più della metà dichiara che, nell’ultimo anno, ha prestato più attenzione allo spreco dell’acqua e a ridurre l’acquisto di prodotti confezionati in plastica. D’altra parte, aumenta l’attenzione per i packaging sostenibili: l’aspetto più importante è che sia facile da riciclare (lo pensa il 71%), seguito dal fatto che sia composto da materiali riciclati (per il 54%) e, infine, che sia richiudibile (per il 41%).  

Tutte preoccupazioni che gli imprenditori non possono ignorare. 

Dunque, non solo i consumatori tendono a preferire sempre di più delle scelte di consumo green, ora gli imprenditori abbracciano la sostenibilità ambientale come alleato di quella economica. “Per restare competitivi – spiega Umberto Zola, Responsabile Online Sales EU di SumUp – i commercianti puntano soprattutto su soluzioni smart per l’efficientamento energetico e sui pagamenti digitali. L’attenzione alla sostenibilità diventa un elemento di vantaggio competitivo per le attività commerciali e allo stesso tempo un messaggio valoriale forte che può essere chiaramente percepito anche dai clienti”. 

L’impegno green dei commercianti italiani ha varie frecce al suo arco: 

– maggiore attenzione per lo smaltimento dei rifiuti: il 42,1% dei negozianti dichiara di impegnarsi a ridurre la plastica degli imballaggi e il 36,8% ha introdotto la raccolta differenziata in linea con quanto visto sopra sulle priorità degli italiani; 

– predilezione per i prodotti di stagione: il 28,9% privilegia prodotti stagionali, in linea con il 26,3% che ha deciso di ridurre le importazioni e con il 21,1% che sceglie di privilegiare le materie prime locali;  

– sì al digitale: andando incontro ai clienti e all’ambiente, il 46,1% dei commercianti sceglie pagamenti digitali e scontrini elettronici per limitare il consumo di carta. Per la stessa ragione molti commercianti evitano di stampare menu o segnaletica, preferendo inviare ai clienti informazioni via mail o sms (che comunque emettono CO2, ma in misura minore). 

Come ha spiegato ancora Zola: “Il cambiamento climatico è al centro delle preoccupazioni dei merchant italiani, in gran parte convinti che l’aumento delle temperature finirà per condizionare le loro attività commerciali. Come conseguenza di un naturale timore per l’aumento dei costi dell’energia e la perdita di clienti, gli esercenti hanno adottato la sostenibilità come scelta etica e strategica prestando maggiore attenzione allo smaltimento dei rifiuti e affidandosi alla tecnologia per ridurre i consumi”. 

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