(Adnkronos) – La Sirm, Società italiana di radiologia medica e interventistica, fra le più grandi società scientifiche d’Italia e d’Europa con più di 12.500 iscritti, si fa promotrice di un incontro internazionale di radiologia medica per l’analisi, la ricerca e lo sviluppo di politiche sanitarie a livello globale: R7 – Radiology. Si tratta di un think tank che vede coinvolte, per la prima volta, le grandi società scientifiche di radiologia corrispondenti ai Paesi del G7 (Usa, Uk, Germania, Francia, Giappone, Canada, Italia, oltre alla Società europea di radiologia) in un Forum internazionale a Venezia, dal 10 al 13 ottobre. In 3 giorni di dibattiti e incontri bilaterali – si legge in una nota – i 7 leader della radiologia mondiale potranno scambiarsi idee, esperienze, strategie per giungere ad un obiettivo comune: delineare il futuro della disciplina sempre più centrata sulla sicurezza ed efficacia delle cure al paziente.
“Sarà un evento che rappresenta l’avvio di una cooperazione – spiega Andrea Giovagnoni, presidente nazionale Sirm – nato per affrontare le sfide globali della medicina e la sanità pubblica, a tutto vantaggio dei pazienti”. Il meeting – che viene presentato oggi in una conferenza stampa a Milano – porterà alla realizzazione di documenti comuni che avranno forti ricadute sulla pratica clinica su temi rilevanti come il paziente fragile, i nuovi sistemi di intelligenza artificiale per una medicina di precisione, la sostenibilità e la transizione energetica, le condizioni di lavoro e il burnout degli operatori sanitari, le nuove sfide nei percorsi educazionali per i giovani radiologi.
“Ogni anno in Italia si eseguono 70 milioni di procedure di diagnostica per immagine – sottolinea Nicoletta Gandolfo, presidente eletto Sirm – numeri che da soli fanno capire la rilevanza del radiologo: il medico che, attraverso l’uso delle tecniche di immagine (Tac, Rm, ecografia, radiologia tradizionale), contribuisce al processo diagnostico terapeutico della stragrande maggioranza delle patologie, da quelle cardiovascolari e oncologiche a quelle infiammatorie/degenerative e traumatiche, sia in condizioni di urgenza/emergenza che di elezione. Rappresentiamo lo snodo decisionale di ogni processo clinico e siamo protagonisti anche nella prevenzione secondaria del tumore, attraverso gli screening. Ma non solo – aggiunge – Il radiologo interventista, attraverso l’immagine, è oggi in grado di guidare per via transcutanea, senza necessità di interventi chirurgici invasivi, strumenti, cateteri per terapie locoregionali nelle grandi patologie. Aver creato l’occasione di incontro internazionale dove discutere delle problematiche della disciplina con i massimi esperti mondiali e, più in generale, delle possibilità che le nuove tecnologie offrono al radiologo, non fa che rafforzare la convinzione che il lavoro che tutta la radiologia italiana ha fatto e farà per i pazienti (e più in generale per il sistema salute) in questi anni va per la giusta strada”.
“L’obiettivo dell’R7 Forum internazionale di radiologia – illustra Giovagnoni – è quello di prepararsi ad una sanità del futuro sempre più sostenibile e sempre più centrata sul paziente, migliorando i processi decisionali e organizzativi alla luce delle nuove tecnologie e della Intelligenza artificiale. Il summit è stato preceduto da una serie di incontri preparatori andati avanti in questi mesi, fra i massimi esperti nei vari settori di ciascuna società. Un lavoro di squadra senza barriere e senza precedenti, che ha rafforzato i legami internazionali intersocietari irrinunciabili per la diffusione delle conoscenze, ma soprattutto indispensabili per accelerare l’innovazione e trovare soluzioni condivise ai problemi di salute globale”.
“Questa collaborazione, che vede protagonisti l’Italia e la Sirm – conclude il presidente – può trasformarsi in un potente strumento per promuovere la prevenzione, migliorare le cure e soprattutto garantire un accesso equo alla salute per tutti. Questo forum sancisce il ruolo fondamentale dell’Italia e della Sirm nello scenario scientifico internazionale forte dei suoi straordinari ricercatori e professionisti e di un sistema sanitario pubblico e universalistico fra i migliori al mondo che, con i problemi a tutti noti, rimane tuttavia un punto di riferimento e un modello per i clinici degli altri paesi del mondo”.