(Adnkronos) – “Secondo una stima del piano strategico 2.0 lo spazio aereo a bassa quota potrà portare entro il 2030 a cubare 14,5 miliardi in termini di più posti di lavoro, tutela dell’ecosistema e più sostenibilità. L’Italia non si è fatta trovare impreparata sul regolamento europeo, partendo da una normativa molto avanzata su voli a bassa quota. Il futuro della sicurezza passa da un sistema unico integrato, facendo dialogare in sinergia tutti i sistemi di controllo di volo aereo, per un controllo a 360 gradi”. Lo ha detto Alessandra Bruni, presidente Enav, intervenendo a alla seconda edizione del workshop ‘U-Space: The Enabler of Uas operations’ a Roma.
Bruni ha sottolineato che in futuro “la differenza ontologica del controllo aereo tradizionale con quello a bassa quota è il dato umano. Un volo aereo tradizionale è sempre caratterizzato dal controllo umano con il dialogo tra torre di controllo e pilota, mentre a bassa quota non si può interfacciare la torre di controllo con un pilota che non c’è. Quindi bisognerà aumentare il monitoraggio umano su un’attività sempre più tecnologica che in quanto tale potrà essere oggetto di attacchi cyber”.
In conclusione, Bruni ha sottolineato che “noi siamo pronti al pronti a volo di droni, ma bisogna guardare a piattaforme sempre più comuni con le forze dell’ordine e sempre più monitoraggio da parte dell’uomo”, ha concluso.