TikTok, da ‘Pov’ a ‘Slay’: la lingua dei giovani sbarca sulla Treccani

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(Adnkronos) – Nel 2024 sono cinque i termini espressi su TikTok entrati ufficialmente nella Treccani. La piattaforma nasce nel 2018 come social media per brevi video lip-sync, ma col tempo è diventata un luogo di ispirazione, approfondimento e apprendimento, capace di lasciare un segno nella quotidianità degli italiani. Come? Grazie alle parole utilizzate frequentemente dai creator sui social, diventate parte integrante del lessico quotidiano. 

Dopo l’exploit di ‘Booktok’ nel 2023, il 2024 vede i termini come ‘Creator’, ‘Delulu’, ‘Demure’, ‘Pov’ e ‘Slayare’ emerse dalla community social, diventare parte della quotidianità degli italiani.  

TikTok è un mix di tradizione e cultura pop e l’italiano è una lingua viva che si evolve nel segno dell’inclusività e dell’originalità. Lo ha spiegato Massimo Bray, Direttore Generale della Treccani: “Le nuove tecnologie di comunicazione ci chiamano a interpretare i fenomeni linguistici in tempo reale e in contesti sociali e culturali completamente nuovi” ha detto l’editore, ospite dell’evento ‘2024 su TikTok’, che si è tenuto a Milano giovedì 12 dicembre. 

“Esiste un osservatorio – spiega Bray  – della lingua italiana dove giovani esperti registrano l’uso di alcune parole diffuse nei social media, ma questo non significa che diventano parole ufficiali della lingua, ma appunto neologismi”. Nel dettaglio, ecco il significato dei cinque termini sbarcati sull’enciclopedia. 

Creator: “Persona che, per mestiere o per passione, crea e pubblica contenuti originali e innovativi, principalmente video, da destinare alle piattaforme digitali”; 

Delulu: “Nel linguaggio dei social media, viene detto di chi, e spesso da chi, si abbandona a fantasie irrealizzabili e destinate a essere infrante, per es. vagheggiando relazioni sentimentali con personaggi famosi come creator e influencer”; 

Demure: “Di persona, elegante e riservato, sobrio e discreto nel modo di presentarsi e comportarsi; ma spesso, attraverso piattaforme di condivisione come TikTok, viene detto in senso antifrastico, per ridicolizzare atteggiamenti di affettata compostezza e ipocrita decoro”; 

POV: “Acronimo inglese (Point Of View – ‘punto di vista’), usato per indicare un tipo di ripresa, utilizzato nei social media e nei videogiochi, nel quale il creatore del contenuto non compare in scena ma mostra in soggettiva un punto di vista specifico per favorire l’immedesimazione nella storia da parte di chi osserva il video”; 

Slayare: “Nel linguaggio dei social media, fare un ottimo lavoro, realizzare una performance molto soddisfacente, usato in modo impressivo in una dimensione colloquiale”. 

La piattaforma cinese accoglie talenti di ogni tipo che propongono, attraverso la loro visione, nuove forme di storytelling: “È anche un incubatore di talenti e idee innovative che trasformano passioni in vere e proprie professioni”, ha commentato Salvatore Di Mari, Head of Operations TikTok Italia e Spagna, che sottolinea come TikTok continua a reinventare il linguaggio e a costruire ponti tra le generazioni. 

Anche la Treccani, ormai vicina a compiere 100 anni, ha bisogno di evolversi e lo ha fatto ascoltando la voce di chi vive TikTok tutti i giorni: “Si dice che i giovani non hanno talenti, che non hanno voglia di leggere o di informarsi. In realtà la loro è solo una visione diversa, usano la lettura e la cultura in un modo innovativo. Questa è la vera realtà di TikTok”, ha concluso Massimo Bray. 

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