(Adnkronos) – Il progetto di Poste Polis, che prevede la creazione di uno sportello unico in 7mila comuni sotto i 15mila abitanti, “supplisce nelle aree bianche (a fallimento di mercato n.d.r.) alle difficoltà di accesso alla rete Internet”, un gap “che siamo impegnati a colmare con il progetto di rete nazionale a controllo pubblico che dovrà servire anche l’ultimo borgo”. Lo afferma il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso intervenendo alla presentazione del progetto a La Nuvola spiegando che si tratta di “un progetto importantissimo che sarà mezzo di contrasto allo spopolamento dei piccoli comuni, una emergenza non solo per il sud ma anche per il centro e il nord”.
Lo sportello unico “sarà in grado di assicurare tutti i servizi pubblici, in modalità digitale. Ma non è solo un punto di accesso”, ha spiegato. ”E’ un messaggio di fiducia e speranza che sale” e che ”mi auguro sia corroborato dalla piena realizzazione della banda larga, una transizione digitale ed ecosostenibile” che potrà essere utilizzata anche per il lavoro a distanza
”Il lock down ci ha fatto capire quanto importante esso sia. E’ stata un’accelerazione nella storia ma oggi bisogna togliere l’acceleratore e consentire con il lavoro a distanza di vivere in borghi e paesi del nostro straordinario Paese” ha concluso.
D’altronde quelli messi in campo da Poste Italiane con il progetto Polis, sottolinea Urso, sono “strumenti per raggiungere massimi livelli di inclusione sociale: questa è la giusta direzione di marcia tanto più in un contesto globale e di grande sfida tecnologica”.
“Ha fatto bene Poste a identificare questo progetto con lo slogan in cui tutti noi ci riconosciamo ‘Dai piccoli centri si fa grande l’Italia’. I piccoli centri – ha proseguito Urso – sono la forza del nostro paese: il ministero oggi si chiama delle imprese e del made in Italy e cosa è il made in Italy se non la forza dei distretti formati dai piccoli comuni italiani e lo stile di vita enucleato nei secoli”?
Da Urso quindi l’invito ai sindaci a lavorare alla “nuova sfida che si è appena aperta con il riconoscimento dell’identità collettiva nazionale con il nuovo regolamento Ue non solo per i prodotti della terra, enogastronomici” ma “anche per i prodotti artigianali e industriali”.