Ancora missili su Odessa e nuovi bombardamenti sull’acciaieria di Mariupol che hanno causato un grosso incendio. I missionari Oblati al fianco della popolazione inerme.
Sono arrivati a Zaporizhzhia, città sotto il controllo dell’esercito di Kiev, i primi 100 civili evacuati domenica dall’acciaieria di Mariupol. Si tratta principalmente di donne, bambini e anziani, che ora avranno accesso a cure mediche e assistenza psicologica.
Ancora evacuazioni da Mariupol
Secondo le autorità locali, con il sostegno delle Nazioni Unite e della Croce Rossa, il governo ucraino continuerà a evacuare i civili da Mariupol, anche stamani. L’Onu fa sapere che 5,5 milioni persone sono fuggite dall’Ucraina dall’inizio dell’invasione russa e che si contano già tremila vittime tra i civili. In un’intervista all’emittente televisiva degli Emirati Arabi, Al-Arabiya, il presidente Zelensky, ha dichiarato che l’esercito ucraino non conduce operazioni militari sul territorio russo e che le operazioni militari sono attualmente in corso solo all’interno dei confini dell’Ucraina.
Gli Oblati al fianco dei civili
Mentre il Pentagono afferma che le forze russe stanno facendo “progressi minimi” nel Donbass, arriva la notizia che i missionari Oblati di Maria Immacolata (Omi), congregazione da 32 anni in Ucraina, non abbandoneranno Kiev. Ad informarne è l’agenzia Fides a cui padre Pavlo Vyshkovskyy racconta che i missionari “non lasciano il Paese e il servizio pastorale, nè da Kiev, che è stata circondata per un mese da truppe russe, nè da Chernihiv, dove gli Oblati, insieme ad oltre 70 persone, hanno vissuto per più di un mese in un bunker, sotto la chiesa”.
Emanuela Campanile – Città del Vaticano