TURI, approvato a maggioranza il Rendiconto 2020

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Gigantelli: “Il Bilancio del Comune di Turi continua a vivere una fase di irrigidimento finanziario”

Il Rendiconto 2020 è stato approvato con i voti della maggioranza e, per la prima volta, senza alcun dibattito o contraddittorio, giacché la minoranza – come vi abbiamo raccontato – ha deciso di abbandonare i lavori consiliari in segno di protesta.

Riportiamo, dunque, i passaggi salienti della relazione esposta dall’assessore Graziano Gigantelli che inizia tracciando un quadro complessivo dell’esercizio finanziario dell’anno 2020, chiuso «con un risultato di amministrazione pari ad euro 7.991.363,77. La parte accantonata è di 5.790.012 euro, mentre quella vincolata è di 2.201.351,17 euro».

Dopo essere entrato nel dettaglio dei capitoli più rilevanti, l’assessore sottolinea che «il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità è la voce che maggiormente assorbe l’avanzo di amministrazione: l’Ente è costretto a rinunciare all’utilizzo di quasi 4 milioni di euro per il mancato incasso di tasse e tributi locali relativi agli anni precedenti. In particolare, quasi il 60% di questa somma è costituito dal mancato pagamento della tassa rifiuti che ammonta a 2.210.000 euro. Questo dato ci porta ad un’evidenza di fondo: il Bilancio del Comune di Turi continua a vivere una fase di “irrigidimento” finanziario a causa di scelte del passato che sono state quantomeno poco accorte ed oculate».

Bene i Tributi, a rilento i Lavori Pubblici

«Guardando il quadro generale – prosegue Gigantelli – sul fronte delle entrate si evince che, rispetto al 2019, è aumentata la percentuale degli incassi dei tributi accertati: a fronte di circa 6.700.000 euro accertati ne abbiamo incassati 6.400.000, ovvero il 96,24%. Più problematico il dato delle entrate in conto capitale, ovvero dei finanziamenti che l’Ente riesce ad aggiudicarsi: raggiungiamo una percentuale del 32,8% che testimonia una lacuna nella rendicontazione su cui occorrerà lavorare per giungere ad un migliore standard».

«Sul fronte delle spese – rileva l’assessore – si registra parimenti un’ottima performance nel settore tributi: il rapporto tra somme impegnate e pagamenti effettuati raggiunge la percentuale del 98,9%. Non lo stesso si può dire per le spese in conto capitale, il cui rapporto si attesta a una percentuale del 42.3%. Tuttavia, quest’ultimo dato, che ci dice che non si è dato celermente esecuzione alle opere pubbliche, va letto alla luce dei ritardi nella partenza dei cantieri causati dalle restrizioni della pandemia e alla luce delle progettazioni “incomplete” che abbiamo ereditato e che, inevitabilmente, hanno allungato i tempi di cantierizzazione, giacché si è reso indispensabile operare le necessarie integrazioni. Senza contare le difficoltà oggettive del Settore Lavori Pubblici, sottodimensionato sotto il profilo dell’organico, e soggetto a vari cambi del caposettore che non hanno di certo facilitato la fluidità dei percorsi e delle procedure tecnico-amministrative».

Il punto sui “tre pilastri”

«In occasione del Bilancio di Previsione 2020 – dichiara Gigantelli – l’Amministrazione aveva poggiato la propria azione di governo su tre pilastri: equità fiscale, formazione del personale e progetto Juncker.

Il primo pilastro, quello dell’equità fiscale, è stato portato avanti con ottimi risultati: a fronte di un investimento di 50.000 euro, siamo riusciti ad accertare e riscuotere oltre 420.000 euro. È indubbio che c’è ancora molto da fare: leggendo il Bilancio si nota che abbiamo una media annua di 700.000 euro di evasione della tassa rifiuti, su cui ci concentreremo nei prossimi mesi quando, con l’avvio del nuovo software, avremo modo di eseguire un controllo più capillare del territorio, andando a scovare tutte le eventuali anomalie.

La formazione del personale, per cui era stato previsto un budget di 12.000 euro, è stata realizzata in parte per via delle difficoltà subentrate con l’emergenza Covid che ha rallentato la fruizione dei corsi di aggiornamento».

«Per quanto riguarda il “progetto Juncker” – chiarisce – abbiamo dovuto accantonarlo: ricordo che il programma comunitario era un’articolazione del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), valido per il quinquennio 2015/2019 ed esteso fino al 2020, che prevedeva l’accesso a un finanziamento da 1 a 25 milioni che per il 25% doveva essere sostenuto dall’Ente contraendo un prestito con la BEI (Banca Europea per gli Investimenti) al tasso agevolato dell’1,5%, Purtroppo, nel 2020, l’ultimo anno disponibile per avvalersi di questo strumento, abbiamo dovuto prendere atto che la situazione economico-finanziaria dell’Ente non permetteva ulteriori forme di indebitamento. Ad ogni modo, le grandi opere che avevamo previsto di realizzare potranno essere ugualmente portate avanti utilizzando con intelligenza i fondi che saranno mobilitati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza».

“Le tasse evase azzerano l’avanzo libero”

«Il Rendiconto si chiude senza avanzo libero. In realtà – spiega Gigantelli – abbiamo vincolato in via prudenziale 168.000 euro prima di procedere alla certificazione dei fondi Covid. Inoltre, in questo Rendiconto non compaiono i 420.000 euro rivenienti dall’attività di riscossione coattiva sui tributi ICI/IMU e sulla tassa rifiuti relativa agli anni 2011 e 2012. La riscossione è stata avviata a cavallo tra il 2020 e il 2021 e, in virtù della proroga delle scadenze delle prescrizioni imposta dal Governo centrale, si è dovuto attendere marzo 2021 per procedere. Per queste ragioni, tali somme le ritroveremo nel consuntivo del 2021».

«L’unica soluzione per evitare che anche il prossimo anno si ripeta questo scenario – conclude – è insistere sul programma di recupero dei tributi evasi; solo in questo modo potremo innalzare la soglia delle entrate dell’Ente e, contemporaneamente, ridurre la consistenza del Fondo crediti di dubbia esigibilità che – alla luce delle nuove regole del bilancio armonizzato – rappresenta un serio problema per la gestione delle finanze pubbliche. Questa è la strada che, come ripetuto più volte, l’Amministrazione ha imboccato con determinazione e responsabilità, anche prima che la Corte dei Conti intervenisse per sollecitare l’Ente a garantire più congrue percentuali di accertamento e riscossione delle imposte comunali».

FD

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