Pd, Schlein apprezzata in Ue. Ma a Roma è scontro su capigruppo

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(Adnkronos) – “Sugli assetti interni ci prendiamo questi giorni per proseguire un confronto assolutamente sereno e faremo insieme le valutazioni”. Elly Schlein risponde così da Bruxelles dove oggi ha fatto il suo ‘esordio’ al summit Pse con leader e primi ministri socialisti, a partire dallo spagnolo Pedro Sanchez con foto insieme pubblicata sui social, e poi Frans Timmermans e Paolo Gentiloni. La segretaria viene ‘inseguita’ in Europa dalla partita ancora aperta sugli assetti interni al Pd e i capigruppo che sta provocando tensioni tra i dem. La minoranza è in fibrillazione. Tanto che Stefano Bonaccini ha deciso di fare il punto sabato con i parlamentari che lo hanno sostenuto. 

Ieri sera Schlein ha visto a cena gli eurodeputati dem, che tutti o quasi al congresso erano stati sostenitori di Bonaccini, compreso il capogruppo Brando Benifei, che dovrebbe essere riconfermato nel suo ruolo per questo ultimo anno di legislatura prima delle elezioni europee del 2024. Un appuntamento cruciale per il Pd e per Schlein. Ieri, si riferisce all’Adnkronos, la segretaria ha lasciato intendere agli europarlamentari che sarà spesso in Europa. Ci sarebbe già un appuntamento in agenda per la fine di aprile per un incontro con i socialisti.  

“Come è andata? Molto bene”. Si racconta di un “clima positivo. Lei è molto interessata ai dossier che stiamo seguendo dai migranti al green deal alla commissione Covid. Ha chiesto e ascoltato molto. E poi, a differenza di altri, conosce molto bene i meccanismi europei, il che non è irrilevante”, osserva un partecipante alla cena di ieri con Schlein in un tavolo lungo e stretto che ha visto la ‘corsa’ ad avvicinarsi alla segretaria per fare due chiacchiere. “Lei ha parlato con tutti”. Ma non di assetti. Un accenno per informare che lunedì vedrà i parlamentari. Niente sulla segreteria ma tra gli eurodeputati si dà per scontato un ruolo per Pina Picierno, se andrà in porto la gestione unitaria. Nella delegazione Ue si scommette anche su un ruolo per Camilla Laureti, unica sostenitrice di Schlein sin dall’inizio nel gruppo europeo.  

Sul tavolo resta dunque il nodo capigruppo che si lega anche alla composizione della segreteria. La proposta della maggioranza Pd è per Francesco Boccia al Senato e Chiara Braga, già esponente di Areadem di Dario Franceschini, alla Camera. Due personalità vicine a Schlein. Uno schema su cui però continua a non esserci accordo. C’è preoccupazione, racconta un parlamentare vicino a Bonaccini, perché restano in campo ipotesi non condivise e l’accordo, al momento, sembra lontano. 

Nella composita area che ha sostenuto il presidente Pd il grado di ‘insoddisfazione’ però è diverso, tra chi spinge per un accordo e chi invece è pronto ad andare alla conta martedì quando dovrebbero svolgersi le assemblee dei gruppi, separate, per votare i presidenti. Lunedì alle 17 ci sarà la congiunta di Camera e Senato con la segretaria che, dalla sua elezione, non ha ancora incontrato i parlamentari Pd. “Una scelta giusta. Lunedì sarà l’occasione per fare un punto politico, sull’agenda e le battaglie da fare in Parlamento. Giusto distinguerlo dal momento del voto sui vertici dei gruppi”, spiega un parlamentare vicino alla Schlein.  

Il tema è se da qui alla convocazione dei gruppi si sarà trovato l’accordo. La maggioranza dem è ferma sull’indicazione di Boccia e Braga. E in questi giorni in Transatlantico non è sfuggito un certo lavorio per garantire i numeri alla capogruppo in pectore a Montecitorio. Fa notare una deputata vicina a Schlein, in prima fila per sminare il terreno: il profilo di Braga “è quanto di meno divisivo. Chiara è apprezzata, ha maturato l’esperienza parlamentare per guidare il gruppo”. Ma le tensioni, al momento, restano e resta la contrarietà della minoranza alla schema proposto da Schlein.  

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