INCONTRO VENERDÌ 18 AD ACQUAVIVA
Come si può sfruttare il Piano nazionale di ripresa e resilienza facendo in modo che diventi una grande opportunità per il Mezzogiorno e in particolare per i nostri Comuni? Come si può evitare che le risorse, affidate ad enti sprovvisti di personale, non vadano disperse? Se ne parla venerdì 18 alle 18.15 ad Acquaviva delle Fonti, in piazza Vittorio Emanuele, nell’incontro “Recovery Fund, l’opportunità di rilancio sostenibile per il nostro territorio”. Parteciperanno l’europarlamentare dei Verdi-Ale Piernicola Pedicini, il deputato Pd Ubaldo Pagano, il vicesindaco metropolitano Michele Abbaticchio e Pasquale Cataneo, della segreteria nazionale del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale, il cui circolo di Gioia del Colle organizza l’incontro insieme alla sezione acquavivese di Italia in Comune. A introdurre il dibattito saranno infatti Sergio Fasano, del M24A, e Pina Losacco, di Italia in Comune. Modererà Davide Carlucci, sindaco di Acquaviva, vicecoordinatore regionale di Italia in Comune, nonché promotore di Recovery Sud, la rete istituzionale di oltre 500 sindaci mobilitati per l’attuazione e per la distribuzione equa dei fondi del Pnrr.
E sarà proprio questo uno dei due argomenti dell’incontro: è sufficiente l’assegnazione del 40 per cento delle risorse del Recovery Plan al Mezzogiorno, come ha deciso il governo oppure, come ha ammonito sabato l’arcivescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro, per sanare definitivamente la “disuguaglianza insopportabile” con il resto della Nazione, è necessario il 70 per cento delle risorse? Propende per la seconda ipotesi l’europarlamentare Pedicini, che insieme ai sindaci di Recovery Sud si è fatto promotore di un’iniziativa politica rivolta al parlamento europeo: una petizione per chiedere a Bruxelles di indurre l’Italia a rivedere la ripartizione dei fondi in base ai tre criteri di distribuzione previsti dall’Unione Europea (popolazione, tasso di disoccupazione e Pil pro capite).
Ma il crescente movimento in difesa del Meridione non si limita a invocare “più risorse”. Chiede che i Comuni e gli altri enti che dovranno utilizzare i finanziamenti siano messi in condizione di spenderli realmente, potenziando gli organici delle amministrazioni. E punta su risorse a impatto ambientale realmente positivo. Tra le proposte in campo, ad esempio, c’è la creazione di una grande rete della transumanza, che attraversi gran parte dei territori interni del Sud valorizzandoli anche dal punto di vista economico e turistico. Questo, insieme ad altre proposte come la trasformazione in chiave green delle aree produttive perché siano più attrattive o alla creazione di un sistema di trasporti a idrogeno che colleghi le città dell’entroterra con la costa, è uno dei progetti su cui si stanno mobilitando i sindaci, mentre la Città metropolitana di Bari sta raccogliendo i dati per costruire un progetto unitario di tutta l’area vasta.