(Adnkronos) – Siglata una partnership fra il Cnr e l’Isa per ampliare gli studi sui fondali marini. Il Consiglio Nazionale delle ricerche ha reso noto oggi che il Segretario Generale della International Seabed Authority (Isa) – l’Autorità Internazionale dei Fondali Marini – Michael W. Lodge, e la presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), Maria Chiara Carrozza, hanno formalmente avviato il 5 maggio scorso una nuova partnership, in occasione delle celebrazioni del Centenario del Cnr e dell’inaugurazione della mostra sull’Antropocene. La Terra a ferro e fuoco, che ha uno spazio dedicato ai fondali marini e al paesaggio acustico subacqueo.
Il Cnr riferisce che la partnership è stata formalizzata con la firma di una lettera di collaborazione per sviluppare attività congiunte dedicate a far progredire la ricerca scientifica marina e rafforzare l’interfaccia scienza-politica sui temi riguardanti i fondali marini, un bene comune dell’umanità poco noto al pubblico ma estesissimo e cruciale per il funzionamento degli ecosistemi e l’economia. I fondali infatti, spiega il Cnr, sono uno spazio per infrastrutture e una miniera di risorse biologiche e abiotiche non rinnovabili e in un equilibrio fragile con l’ambiente. Una parte importante di questa nuova partnership riguarda l’implementazione di iniziative mirate di costruzione di nuove competenze su questioni legate al mare profondo, come l’esplorazione, la pianificazione della gestione ambientale e il trasferimento tecnologico, anche attraverso opportunità di formazione ad hoc a bordo della nuova nave oceanografica Gaia Blu del Cnr, presentata a Venezia e aperta alla visita di centinaia di persone interessate.
Particolare enfasi sarà posta da parte dell’Isa e del Cnr sullo sviluppo di nuovi strumenti educativi per conoscere e decidere circa l’ambiente marino e sull’emancipazione e la leadership delle donne nella ricerca in acque profonde. Queste attività contribuiranno contribuiscono alle priorità stabilite nel piano strategico e nel piano d’azione ad alto livello dell’Isa per il periodo 2019-2023 e al piano d’azione a sostegno del decennio delle scienze oceaniche per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Il Segretario Generale Lodge si è congratulato con il Cnr per il suo anniversario e per la qualità della ricerca scientifica pionieristica svolta sulle dorsali medio-oceaniche, le faglie trasformi e i punti tripli. Sottolineando l’importanza del contributo collettivo al progresso della ricerca scientifica, Lodge ha chiesto di rafforzare cooperazione e sinergie.
“C’è bisogno di cooperazione internazionale, soprattutto dove le domande sono semplicemente troppo grandi per essere risolte da una singola agenzia o istituzione. Ora l’obiettivo deve essere creare sinergie e allocare risorse economiche dove sono più necessarie, come si evince dal piano d’azione dell’Isa per la ricerca scientifica marina a sostegno del Decennio delle scienze oceaniche delle Nazioni Unite”, ha affermato Lodge che ha sottolineato l’importante responsabilità assegnata all’Isa per rafforzare le capacità di ricerca degli Stati in via di sviluppo e tecnologicamente meno avanzati per garantire la loro effettiva partecipazione ai programmi di esplorazione e ricerca in acque profonde.
La Presidente Carrozza ha osservato che “la firma della lettera di collaborazione tra Isa e Cnr conferma il duraturo sostegno che i ricercatori del Cnr hanno fornito al lavoro dell’Isa e alla comprensione condivisa del ruolo della ricerca d’alto mare, uno dei principali driver per l’economia blu sostenibile e la protezione dell’ambiente marino”.
Il Cnr indica infine che le attività previste nell’ambito della nuova collaborazione comprendono lo svolgimento di ricerche e studi congiunti su argomenti legati alle acque profonde, iniziative di rafforzamento delle capacità su questioni relative alle acque profonde, come l’esplorazione, la pianificazione della gestione ambientale, il trasferimento di tecnologia e attività su misura per sostenere le donne impegnate nella ricerca marina in acque profonde e in particolare le ricercatrici dei paesi meno sviluppati, o di quelli senza sbocco sul mare, oltre che dei piccoli Stati insulari in via di sviluppo. (di Andreana d’Aquino)