Meglio regalarle che venderle a prezzi stracciati. Così Vincenzo Abbatecola, agricoltore di Casamassima, continua la sua battaglia pacifica iniziata qualche settimana fa, contro la svendita delle ciliegie. Questa volta però – piuttosto che tappezzare l’asfalto del paese – ha preferito portare il frutto in regalo ai passanti di via Sparano di Bari, per un totale di sette casse piene donate a perfetti sconosciuti. Eppure, nonostante il bel gesto, qualcuno se ne sarebbe approfittato rubando dal cofano della sua macchina – lasciato aperto in buona fede – una cesta intera.
“Ci sono rimasto davvero male, ma me lo sarei dovuto aspettare – racconta l’agricoltore – purtroppo c’è tanta ignoranza in giro. Ma io non mi fermo: andrò a Roma per protestare. E lo voglio fare da solo. Io posso garantire unicamente per me e per le mie ciliegie. Voglio farmi sentire perché sono stanco di subire sfruttamenti e ingiustizie”.
Un segnale simbolico, quello di donare le ciliegie per strada, che ha deciso di realizzare proprio tra il Municipio e la Prefettura del capoluogo pugliese, in corso Vittorio Emanuele. Perché Vincenzo punta il dito delle responsabilità contro il Governo. “C’è un giro di affari di milioni e milioni di euro e a noi non restano che le briciole – lamenta l’agricoltore -. Sono tutti ben consapevoli dei problemi legati all’agricoltura, che non riguardano solo le ciliegie, ma tutto il settore. E invece loro che fanno? Restano a guardare e ci lucrano sopra. È ingiusto nei confronti di tutto l’indotto. Dagli operai agli imprenditori”.
L’agricoltore gestisce i dieci ettari di ciliegie di proprietà della sua convivente. E gli si stringe il cuore quando ogni anno si ripete la solita tragica trafila. Le sue ciliegie sono biologiche, certificate e a norma, ma evidentemente questo non basta. E se è vero che quest’anno la campagna delle ciliegie è andata peggio dell’anno scorso – in termini economici -, cosa bisogna aspettarsi per il prossimo?
È per questo che Vincenzo, così come tanti altri agricoltori dell’hinterland barese, si aspetta che qualcuno si interessi seriamente al tema e faccia qualcosa per impedire che vada sempre peggio. “Non è pensabile che debba essere io a rimetterci. Le comprano a 40 centesimi al chilo, una cifra che non mi permette di coprire le spese di produzione. E poi anche perché quando mi capita di andare all’ipermercato Conad del centro commerciale, trovo le stesse ciliegie prezzate al triplo di quanto le ho vendute. Per non parlare dei supermercati al nord Italia, in cui si trovano anche a 18 euro al chilogrammo. E ci credo che i giovani di oggi preferiscano andare all’estero per cercare lavoro, qui se ne approfittano solamente. Non deve essere così”.
Poi torna a parlare in termini locali, facendo riferimento a un noto commerciante che lavora a Casamassima e che – a suo dire – sfrutterebbe gli operai per raccogliere ciliegie che in realtà dovrebbero essere destinate alle calibratrici e poi allamacinazione. Per produrre la marmellata, per intenderci. “Non sono del tipo Ferrovia, fanno parte dello scarto. E invece vengono messe in commercio, peggiorando così la situazione dei piccoli imprenditori”, continua.
Vincenzo vorrebbe diventare manager agroalimentare della Regione Puglia perché crede di averne le competenze, con una solida conoscenza della campagna e di tutto ciò che le circonda. Ma per il momento: toglie ai ricchi per dare ai poveri e sta organizzando la sua spedizione verso la Capitale, per protestare in nome dei suoi diritti.