(Adnkronos) – Una reputazione positiva, frutto dell’impegno e dei servizi realizzati per le imprese. E’ la ‘fotografia’ della Camera di commercio di Cosenza che emerge dalla ricerca realizzata sull’ente dall’università Bocconi e presentata oggi a Roma durante l’evento ‘Il ruolo della reputation nella Pa. Il caso della Camera di Commercio di Cosenza’ presso la sede capitolina della Sda Bocconi, moderato dal segretario generale dell’Ente, Erminia Giorno.
“Questa iniziativa -ha spiegato Giovanni Valotti, professore ordinario di Economia delle aziende e delle amministrazioni pubbliche del Dipartimento di Scienze sociali e politiche all’università della Bocconi- nasce dalla dinamicità della Camera di commercio di Cosenza. Noi siamo sempre a caccia di casi da studiare, e abbiamo studiato questa esperienza perchè è interessante visto che si tratta di una camera di commercio non grande, ma di medie dimensioni, e che opera in un territorio fragile dal punto di vista economico con grande necessità di impresa e sviluppo. E quindi il fatto che abbia operato, sotto la presidenza Algieri, in modo innovativo in questo territorio è per noi meritorio. Inseriremo il caso della Camera di commercio di Commercio di Cosenza in delle banche dati internazionali e potrebbe un giorno capitare che il caso della Camera di commercio di Cosenza vega discusso anche in Francia, negli Stati uniti o all’estero. E questo fa bene alla reputazione delle amministrazioni, visto che si sottolineano gli aspetti positivi e non come sempre quelli negativi”, ha spiegato.
Chiari gli aspetti emersi dalla ricerca. “Molto positive -ha spiegato Marta Micacchi della Bocconi illustrando la ricerca- sono le percezioni da parte delle imprese relativamente alla reputazione e alla soddisfazione sui servizi. Reputazione costruita nel tempo attraverso l’impegno e le varie iniziative realizzate. Percezioni particolarmente positivi sui servizi amministrativi della Camera e valori molto positivi sulla fiducia. Giudizi particolarmente positivi rispetto all’operato complessivo della Camera di commercio e soddisfazione per i servizi offerti”, ha sottolineato.
E la ricerca ha analizzato anche altri aspetti relativi all’attività della Camera. “La Camera di commercio -ha spiegato Francesco Vidè della Bocconi- ha usato strategie di reclutamento attivo come ad esempio i social network, oltre ai bandi. Questo porta ad avere persone più in linea con il profilo di cui abbiamo bisogno. C’è il tema di mobilità interna, formazione sempre più personalizzata. Bisogno dell’impresa messo al centro”, ha sottolineato il ricercatore.
E anche la capacità della Camera di commercio “di fare conoscere all’esterno le attività che sono realizzate ma portare anche le organizzazioni esterne, come le imprese, all’interno del processo decisionale della Camera stessa. Quindi emerge che è centrale portare le imprese e gli stakeholder all’interno dei processi decisionali, farsi conoscere all’esterno ma con la reputazione che nasce da quello che facciamo. Prima di comunicare dobbiamo essere sicuri di potere dare un valore al territorio”, ha concluso.
Secondo il presidente della Camera di commercio di Cosenza Klaus Algieri “serve il coraggio e la preparazione della parte politica per governare un ente. Se non diamo una visione non riusciamo a raggiungere i risultati. Ma serve sintonia e lealtà con la parte dirigenziale”.
Algieri ha raccontato come è nato il percorso che ha portato la Camera di commercio da lui guidata ad essere al centro di un caso di ricerca dell’ateneo milanese. “La prima domanda nel momento in cui mi sono insediato è stata: ma le Camere di commercio cosa fanno? Io sono un imprenditore e quindi ho dovuto conoscere questo mondo. E mi sono accorto che ci sono tantissime potenzialità, le Camere hanno nei lori territori una forza non da poco, e ho cominciato ad agire per valorizzare al meglio. Io quindi ho puntato sulle persone, che erano frustrate e vanno invece valorizzate al meglio. Servono competenze. E da qui sono nati progetti come Modello Camera e Open Camera”, ha ricordato Algieri.
“E’ importante che le idee camminano, che la visione cammini sulle gambe degli uomini. Il cambiamento quindi passa dalle persone, io ho puntato su di loro per raggiungere quanto abbiamo realizzato”, ha concluso.
E per Antonio Naddeo, presidente di Aran, “Questa ricerca ci dice che le cose si possono fare all’interno delle pa, e questo è il frutto della volontà del presidente e del segretario generale. Fortuna delle camere di commercio è che c’è un mix tra privato e pubblico, c’è l’anima imprenditoriale. Ma questi risultati secondo me si possono realizzare in tutte le pa. E la reputation si raggiunge attraverso una comunicazione efficace”, ha spiegato.
Per Naddeo, come avvenuto alla Camera di commercio di Cosenza, “servono programmi di reclutamento mirato, non il turn over solo per sostituire 10 persone che devono uscire con 10 persone che devono entrare. Serve un programma di fabbisogno per il futuro. L’età media nella pa è superiore ai 55 anni, perchè non avendo sostituito le persone che sono andate via l’età media si è alzata. E le amministrazioni con il blocco del turn over si sono disabituate ad assumere”.
“Le pa -ha spiegato Naddeo- devono andarsi a cercare le persone fuori, il concorso pubblico rimane ma si deve andare a cercare i giovani li dove sono ad esempio le università. E quindi cercare di fare conoscere le amministrazioni, puntare sulla comunicazione. Serve la necessità di reclutare dei dirigenti che sappiano gestire le persone. Vanno superati i luoghi comuni sulla pa vecchia, superata a livello tecnologico ad esempio”, spiega. E Naddeo ha ricordato che “il 21 giugno ci sarà l’open day all’Aran per fare vedere ai giovani cosa si fa all’interno dell’Aran. E l’abbiamo pubblicizzato solo sui social e ha portato a un certo numero di giovani che si sono iscritti. Oggi Aran ha una reputazione maggiore riguardo all’attività dell’agenzia”, ha concluso.
E per Riccardo Sisti, segretario generale della Scuola nazionale dell’amministrazione (Sna) “le amministrazioni si sono disabituate a reclutare ma anche a come migliorare al loro interno la loro strutturazione, a guardare al futuro. Non c’è stata la capacità di pensare a nuovi modelli avanzati. Il ruolo della Sna è fondamentale nel reclutamento soprattutto della dirigenza pubblica”, ha spiegato ancora.
Per questi motivi Sisti ha sottolineato che la Sna ha puntato “all’esigenza di esser attrattivi sui giovani, di essere in contatto con l’universitòà, con master dedicati. Quindi avere sempre di più percentuali di giovani che vengono dal mondo universitario. E’ questione di mentalità e di ricambio generazionale, penso anche io che sia importantissima la comunicazione”, ha concluso.
Secondo Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere “il percorso della Camera di commercio di Cosenza non è un caso isolato tra le Camere di commercio ma è quello che è più avanti. E lo è in un mondo del lavoro che è cambiato. I giovani di oggi stanno vivendo in modo molto diverso il lavoro rispetto a come l’abbiamo vissuto noi in passato. Oggi ci sono aspettative diverse riguardo l’esigenza di equilibrare le esigenze vita-lavoro. E’ diversa la domanda e di questo si deve tenere conto per reclutare persone nella pa. Bisogna intercettare questa esigenza, questo fabbisogno. Nelle pa il tema del rapporto con l’utente è fondamentale, tutto si gioca intorno ad esso”, ha spiegato ancora.
“Stiamo immaginando -ha continuato Tripoli- una riorganizzazione delle camere di commercio con una forte concentrazione delle competenze tecniche. Da questo punto di vista il caso di Cosenza fa capire dove può andare un ente piccolo, ma importante, nella pa. Nella riorganizzazione si prevede che nelle camere di commercio si concentrino le persone in grado di dialogare con le imprese mentre i servizi tecnici si concentrino in strutture di sistema, erogati coinvolgendo l’utenza e usando moltissimo le piattaforme di servizi”, ha concluso.