“Inverno non ci fermerà”
(Adnkronos) – La controffensiva verso la svolta. L’Ucraina colpisce la base della flotta della Russia in Crimea, sfonda la terza linea difensiva di Mosca nella regione di Zaporizhzhia a Sud, avanza verso Bakhmut nell’Est del paese. Kiev, nella guerra iniziata oltre 500 giorni fa, dimostra di poter colpire con continuità nella penisola occupata dalla Russia. Il presidente Volodymyr Zelensky tornerà dall’America con un nuovo pacchetto di aiuti militari e la promessa di ottenere presto anche gli Atacms, i missili Usa a lungo raggio. In patria, intanto, la macchina militare continua a marciare con obiettivi chiari e un programma preciso, non condizionato dall’avvento dell’inverno e dal cambiamento del clima che da novembre diventerà un fattore cruciale.
“Le condizioni meteo possono essere un’ostacolo durante l’avanzata Ma se consideriamo che andiamo avanti soprattutto senza veicoli, non credo che il tempo influenzerà pesantemente la controffensiva”, dice il generale Oleksandr Tarnavsky alla Cnn. La pioggia è destinata ad appesantire il terreno e a rallentare gli spostamenti dei mezzi. Le truppe di Kiev però si muovono soprattutto a piedi e, a Sud, puntano verso il nodo logistico di Tokmak. La cittadina potrebbe rappresentare una svolta.
“Credo arriverà dopo Tokmak. Al momento, i russi fanno affidamento sulla profondità delle loro linee difensive lì”, in aree in cui “file di alberi si alternano a campi minati. C’è una combinazione di piccoli e pericolosi gruppi di nemici, disposti in maniera precisa e competente. Ma sono costretti ad arretrare quando arrivano le nostre squadre di assalto. Tokmak è il traguardo minimo: l’obiettivo globale è arrivare ai confini del nostro paese”.
Nella controffensiva, i raid sulla Crimea sono fondamentali. “Il successo delle operazioni offensive non passa solo attraverso l’annientamento del nemico che hai davanti, ma anche attraverso la distruzione di equipaggiamento e centri che ospitano il personale. In particolare, centri di comando”, aggiunge. “Questo provoca disorganizzazione, la distruzione di centri di comando ad alto livello produce caos sul campo di battaglia: mancano i collegamenti e non ci sono azioni coordinate”, dice, evidenziando che la Crimea è una piattaforma di lancio di attacchi russi: “Sappiamo da dove colpiscono”, dice il generale. “Noi abbiamo le capacità di colpirli non solo in prima linea ma anche nelle retrovie. E quanto ti rendi conto che il nemico è sotto pressione, il morale dei soldati migliora”.