Venezia: Beltotto (Tsv): “Con la Fondazione vogliamo essere partner della comunità imprenditoriale”

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(Adnkronos) – “Abbiamo messo insieme le istituzioni, lo Stato nelle sue diverse articolazioni, e molte organizzazioni economiche di questa regione. Ci manca un passaggio: la comunità degli affari, quindi gli industriali, la comunità imprenditoriale del territorio. Avere la Fondazione significa arrivare a queste persone così intelligenti, tenaci e brave per dire loro: ‘avete un teatro’. Perché si vendono più tondini di ferro con un teatro che senza”. Ad affermarlo Giampiero Beltotto, presidente del Teatro Stabile del Veneto, commentando la nascita della Fondazione dell’Associazione Teatro Stabile del Veneto. L’ufficializzaazione è avvenuta sabato da parte dell’assemblea dei soci, che ha approvato con modifica statutaria la trasformazione dell’ente in Fondazione ed eletto il primo Consiglio di amministrazione della nuova Fondazione, confermando lo stesso Beltotto nel ruolo di presidente. 

Un passaggio importante proprio nel giorno in cui è stato riaperto al pubblico il Teatro Goldoni di Venezia, dopo 7 mesi di chiusura per un ampio piano di manutenzioni straordinarie, con la serata-evento ‘Effetto Venezia’, che, in una sequenza di quattro quadri, ha ripercorso i 400 anni di storia del Teatro Goldoni attraverso opere e personalità che hanno contribuito a renderlo celebre. “Quando c’era una civiltà, non si aveva il brevetto di città senza un teatro. Il teatro chiuso è il segno di una città triste. Riaprire il teatro è il segno di una Venezia vitale che si presenta all’Italia, all’Europa e al mondo”, sottolinea Beltotto. 

Per Beltotto, “l’art bonus è stata una buona pratica, ma oggi devo dire che non serve a moltissimo, per i lacciuoli burocratici che impone, il fatto di non poter dare visibilità, di non avere il cento per cento di detrazione fiscale”. Da qui l’appello alla comunità imprenditoriale, “dicendo ‘lavoriamo insieme, siamo partner’ – afferma – e per essere partner dovevamo trasformarci in Fondazione”. “Dobbiamo evitare – avverte – quello che la cultura fa normalmente, cioè pensarsi superiore a qualcosa. Noi siamo partner, stiamo insieme con loro e vorremmo che loro fossero insieme con noi. E’ un ‘win-win’, se vinco solo io non vince nessuno”.  

 

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