Petrolio Russia, oggi forte aumento prezzi

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Carburanti in Italia oggi, dopo le news relative all’embargo Ue al petrolio della Russia e i segnali di alleggerimento del lockdown in Cina – con i future sul Brent a un passo dai 120 dollari -, forti aumenti dei prezzi alla pompa e mercati “scatenati”. A segnalarlo è Staffetta Quotidiana.

Forti rialzi alla pompa, quindi, per i prezzi dei carburanti con Eni che ha aumentato di tre centesimi al litro i prezzi consigliati della benzina e di due cent/litro quelli del gasolio. Listini in crescita anche per IP con un rialzo di un cent/litro su benzina e gasolio. Le medie dell’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico ed elaborati dalla Staffetta vedono la benzina self service a 1,900 euro/litro (invariato, compagnie 1,905, pompe bianche 1,890), diesel a 1,820 euro/litro (-1 millesimo, compagnie 1,827, pompe bianche 1,806). Il Gpl servito è a 0,831 euro/litro (-1, compagnie 0,839, pompe bianche 0,822), metano servito a 1,849 euro/kg (invariato, compagnie 1,919, pompe bianche 1,794), Gnl 2,084 euro/kg (invariato, compagnie 2,085 euro/kg, pompe bianche 2,083 euro/kg).

Petrolio Russia, Mosca all’Ue: “Troveremo nuovi importatori”

La Russia replica all’ultimo round di sanzioni europee sul petrolio assicurando che troverà nuovi importatori. Il rappresentante permanente russo presso gli organismi internazionali a Vienna, Mikhail Ulyanov, lo ha fatto citando Ursula von der Leyen. “Come ha detto giustamente ieri – ha scritto su Twitter -, la Russia troverà nuovi importatori. Degno di nota il fatto che contraddica le sue dichiarazioni del giorno prima. Rapido cambiamento di impostazione che indica che l’Ue non è in gran forma”.

Petrolio Russia, oleodotto esentato da embargo Ue

Le forniture via oleodotto sono “temporaneamente” escluse dall’embargo del petrolio russo
deciso da Bruxelles. Lo ha spiegato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. “Il Consiglio europeo conviene che il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia riguarderà il greggio, nonché i prodotti petroliferi, consegnati dalla Russia negli Stati membri, con un’eccezione temporanea per il greggio consegnato tramite oleodotto”, si legge nelle conclusioni finali della prima giornata del Consiglio europeo straordinario a Bruxelles.

“Molto presto torneremo al Consiglio per uno stop totale al petrolio russo”, hanno tuttavia assicurato la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e Michel, annunciando l’accordo sul sesto pacchetto di sanzioni a Mosca.

Intanto, però, su Facebook il premier ungherese Viktor Orban esulta: “E’ stato raggiunto un accordo. L’Ungheria è esente dall’embargo petrolifero!”, scrive commentando l’esenzione dall’embargo per i paesi senza sbocco al mare.

Petrolio Russia, Ungheria e Repubblica Ceca frenano su embargo

L’appello accorato del presidente ucraino Volodymyr Zelensky all’unità, a non dividersi sul sesto pacchetto europeo di sanzioni ma ad adottarlo in fretta, per ora non sembra fare breccia nel Consiglio europeo, riunito in seduta straordinaria a Bruxelles. Ungheria e Repubblica Ceca tengono in ostaggio il dossier, bloccando le nuove misure di cui si discute da inizio maggio per depotenziare Mosca. A tenere banco, naturalmente, è l’embargo al petrolio russo, che vede in particolare Viktor Orban, ma in buona compagnia del ceco Petr Fiala, sugli scudi.

Si discute di un embargo differenziato, con esenzioni per l’oleodotto Druzhba, concedendo più tempo a Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca. Ma il ‘tubo’ in cui transita l’oro nero si biforca, con il ‘braccio’ nord che serve anche Germania e Polonia. E che potrebbero finire per beneficiare di un embargo su due tempi, semmai si dovesse decidere di tenere aperti entrambi i rubinetti del Druzhba.

Fonti di primo livello spiegano all’Adnkronos che la Polonia avrebbe fatto un passo indietro nel corso della discussione, dichiarando disposta ad accettare un’eccezione per il solo Druzhba meridionale -dunque quello che serve Ungheria e Repubblica Ceca oltre alla Slovacchia – pur di giungere a una soluzione che possa dare respiro a Kiev. La Germania si sarebbe limitata a rimarcare la necessità di lavorare sull’indipendenza dal petrolio di Mosca. Alcuni Paesi avrebbero sollevato il rischio di squilibri, tra questi -oltre al Belgio e il Lussemburgo- anche l’Italia. “Dobbiamo mantenere unità sulle sanzioni – ha infatti esortato il premier Mario Draghi nel corso del vertice – L’Italia è d’accordo sul pacchetto, purché non ci siano squilibri tra gli Stati membri”.

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