Monetizzare la biodiversità, le banche assumono figure senior Esg

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(Adnkronos) – Le banche stanno assumendo ruoli Esg senior all’interno delle proprie realtà organizzative. L’assunto emerge dalla volontà di monetizzare la biodiversità investendo sull’innovazione finanziaria. Il rispetto relativo ai parametri europei è in tutto il mondo un monito che mira a rendere più attrattive quelle aziende che siano in grado valutare i rischi e incentivare chi “produce” o difende la sostenibilità.Le banche stanno assumendo ruoli Esg senior all’interno delle proprie realtà organizzative. L’assunto emerge dalla volontà di monetizzare la biodiversità investendo sull’innovazione finanziaria. Il rispetto relativo ai parametri europei è in tutto il mondo un monito che mira a rendere più attrattive quelle aziende che siano in grado valutare i rischi e incentivare chi “produce” o difende la sostenibilità.  

Come riporta Bloomberg, infatti, le banche che stanno facendo tali acquisizioni vanno da Londra a Wall Street e sono la JPMorgan Chase & Co., Lloyds Banking Group Plc, NatWest Group Plc e Standard Chartered Plc.  

Sempre più ruoli legati alla natura e alla biodiversità: si tratta di figure senior che saranno responsabili del cambiamento in corso e verso il quale banche e altre aziende hanno puntato i fari. “Diventerà un modello scalabile una volta che saremo in grado di scomporre i grandi numeri in previsioni di un mercato specifico o di una crescita di opportunità di business, sia dal punto di vista delle soluzioni che del settore aziendale”, ha raccontato al blog Gwen Yu, responsabile alla biodiversità, neoassunta alla JPMorgan.  

Nel 2021, la Credit Suisse, ad esempio, è diventata la prima banca a progettare i debt-for-nature. Sono dei climate swap e sottintendono accordi che consentono a un Paese, tendenzialmente ricco di natura e biodiversità, ma che nel tempo ha accumulato debiti ingenti a livello internazionale, di ristrutturare il proprio debito riacquistandolo e piazzandolo nuovamente sul mercato. 

Da quel momento, le banche si sono messe in fila per la realizzazione di accordi in questa direzione, come la Barclays Plc, che è tra le banche mondiali che stima di raggiungere 800 miliardi di dollari solo su questo mercato.  

Allo stesso tempo, un numero crescente di investitori ha iniziato ad approfondire progetti di rewilding. Con questo termine si intende la forma di ripristino ecologico volto ad aumentare la biodiversità e ripristinare i processi naturali. Si differenzia da altre forme di ripristino ecologico in quanto il rewilding aspira a ridurre l’influenza umana sugli ecosistemi contribuendo – nel caso dell’impegno delle banche – a generare un nuovo mercato per i cosiddetti crediti alla biodiversità.  

Un sondaggio condotto da Morgan Stanley tra gli investitori ha mostrato che il 72%, a livello globale, è “molto” o “abbastanza” interessato a che i propri portafogli tengano conto dei rischi legati alla natura e alla biodiversità. La preoccupazione principale riguarda le soluzioni idriche, per il 74% degli investitori. Secondo il World Economic Forum, il mercato di tali titoli potrebbe raggiungere quasi i 70 miliardi di dollari entro il 2050. 

Nel Regno Unito, l’anno scorso i Lloyds hanno nominato Katie Leach il primo responsabile della natura. Precedentemente responsabile del Programma ambientale delle Nazioni Unite e responsabile della biodiversità presso ShareAction, un’organizzazione no-profit con sede a Londra, Leach ha affermato che il settore finanziario “sta cominciando a capire che svolge un ruolo davvero fondamentale nell’affrontare la perdita della natura insieme al cambiamento climatico”. 

Gli altri esempi rispetto alle banche sopracitate vedono, l’anno scorso la StanChart che ha assunto Oliver Withers come responsabile della biodiversità con un ruolo simile presso Credit Suisse, e che da allora è stato assorbito da UBS Group AG. Così come, NatWest ha nominato Rhona Turnbull, ex banchiere della Royal Bank of Scotland che ha lavorato anche nella marina britannica, come capo della natura. Altri che stanno creando ruoli simili sono Lombard Odier Investment Managers, che ha recentemente nominato Marc Palahi suo chief nature officer. In precedenza, ha lavorato presso l’Istituto forestale europeo. 

“Un clima più caldo e il degrado del capitale naturale stanno imponendo un cambiamento nella nostra economia e nel nostro sistema finanziario. Dobbiamo comprendere e tenere il passo con questo cambiamento per continuare a svolgere il nostro mandato – ha affermato la presidente della Bce Christine Lagarde -. Ampliando e intensificando i nostri sforzi possiamo comprendere meglio le implicazioni di questi cambiamenti e, così facendo, contribuire a sostenere la stabilità e sostenere la transizione verde dell’economia e del sistema finanziario”. A tal fine sono state concordate misure concrete che si basano su pilastri di sostenibilità, trasparenza e attenzione agli investimenti e alla tutela dei consumatori che mostrino il proprio impegno nei confronti della natura.  

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