Fisco, tributaristi: “Su concordato preventivo biennale sollecitato slittamento dei termini”

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(Adnkronos) – L’Istituto nazionale tributaristi (Int), su invito della Commissione Finanze e tesoro del Senato, ha partecipato all’audizione nell’ambito dell’esame dell’Atto del Governo n. 170 (Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di regime di adempimento collaborativo e semplificazione degli adempimenti tributari e concordato preventivo biennale) rinviata ieri ed estesa anche alla Commissione finanze della Camera.  

L’Int è stato rappresentato in audizione dal consigliere nazionale, componente della Commissione fiscalità Int, Salvatore Cuomo, che durante il suo intervento ha evidenziato che: “Il concordato preventivo biennale è un nuovo istituto introdotto nell’ambito dell’esercizio della delega per la Riforma Fiscale sul quale il Governo punta molto. Ma è altresì vero che i software di calcolo sono stati resi disponibili solo in questi giorni e non ancora per i soggetti in regime forfettario e le novità che introdurrà il decreto correttivo, formalizzate a ridosso delle vacanze estive lasciano poco tempo al contribuente per assimilare le peculiarità del provvedimento ed effettuare una scelta consapevole”.  

“Noi – ha precisato – riteniamo che possa essere utile il concedere la possibilità di presentare la dichiarazione dei redditi al 30 novembre, quantomeno ai soggetti non in regime forfettario che dovranno valutare con maggiore attenzione l’adesione o meno per il biennio 2024/2025. Questo al fine di facilitare il raggiungimento del risultato atteso dall’Esecutivo in termini di adesioni, non vanificando così l’importante lavoro fin qui svolto da Governo, Parlamento e Agenzie Fiscali, ma anche dalle professioni tributarie”. 

I tributaristi dell’Int hanno presentato alle Commissioni una memoria che, oltre al concordato preventivo biennale, ha approfondito anche il comma 4 dell’art.2 che prevede l’estensione della gestione della dichiarazione redditi precompilata per conto del contribuente da parte tutti gli intermediari fiscali abilitati e non solo alcuni di essi, il presidente dell’Int Riccardo Alemanno a nome del Consiglio nazionale ha accolto positivamente tale norma e ha auspicato l’estensione di ogni adempimento fiscale digitale a tutti gli intermediari: “Quanto indicato dal comma 4 dell’art.2 dello schema di D.Lgs. evidenzia che le attività collegate alla gestione digitale degli adempimenti del contribuente, come la dichiarazione redditi precompilata, per essere utilizzati da una platea ampia di contribuenti, devono essere gestiti da tutti gli intermediari fiscali abilitati e non solo da un parte di essi”.  

“Concetto – ha chiarito – da noi sostenuto da anni e ribadito sia al Governo che all’amministrazione finanziaria. Preso atto con favore di tale ampliamento, riteniamo necessario che tale impostazione estensiva sia applicata anche all’apposizione del visto di conformità (c.d. visto leggero) che andrebbe esteso anche ai tributaristi qualificati ai sensi delle Legge n.4/2013 e abilitati alla funzione di intermediario fiscale. Ciò anche in considerazione del fatto che il Consiglio di Stato ha rinviato alla Corte Costituzionale gli atti per la valutazione della norma, che attualmente limita l’abilitazione all’apposizione del visto di conformità agli iscritti all’albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, agli iscritti all’albo dei consulenti del lavoro e ai tributaristi iscritti al ruolo periti ed esperti in tributi”. 

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