Nella terra del dio Giano che a volte sembra averci lasciato in eredità lo stigma del fare tutto a doppio (due Comuni…due parrocchie….ci sono state, per un periodo, perfino due feste di Carnevale…) quello di avere nello stesso paese due Associazioni di donatori di sangue sembrava essere la normalità.
Ma domenica scorsa, forse, questo tabù è caduto e “La Ginestra-Clelia Nuzzaco onlus” assieme all’Associazione “Fratres” hanno scritto una bella pagina di collaborazione di cui la nostra Cassano ha così tanto bisogno.
Insieme, queste due meritorie compagini che educano alla cultura della solidarietà, sensibilizzano alla donazione (del proprio sangue, del proprio tempo), spronano alla generosità, hanno messo assieme le loro forze per organizzare al meglio una giornata straordinaria di donazione del sangue, preludio ad un maggio che si annuncia pieno di impegni per i donatori e per coloro che vogliono regalare qualcosa di sé agli altri.
Non è stato sempre così, purtroppo.
Nei primi anni 2000 la Fratres – fondata a Cassano delle Murge da don Battista Armienti a metà degli anni ’80, in ambito ecclesiale ma aperta a tutti – fu sconvolta a livello provinciale da uno scandalo rimasto sottaciuto e sconosciuto ai più. Una brutta storia che vide coinvolto l’allora Direttivo Provinciale in un giro di soldi spariti, irregolarità nei bilanci e altre amenità del genere. Non era la prima volta che accadeva ma a quel punto ci fu chi non ne potè più di quell’andazzo e decise di andarsene per la propria strada.
Fra questi anche i vertici dell’epoca della Fratres cassanese: Clelia Nuzzaco, Annamaria Centrullo e tanti altri che diedero vita, nel 2004 ad una nuova Associazione, “La Ginestra”, che nel 2006 aggiunse il nominativo di Clelia dopo la sua scomparsa, co-fondatrice del Gruppo.
La Fratres, dopo alcuni mesi di limbo, invece, fu rimessa su a cura di Enza Marsico, insegnante e attivo membro della comunità cassanese, che riunì attorno allo storico nome della donazione molti giovani, organizzando tante attività: dal teatro alla cultura, passando per la sensibilizzazione nelle scuole.
Non gelo ma una completa indifferenza caratterizzò gli anni successivi: i due gruppi non si parlavano, pur avendo scopi comuni. Ognuno per la sua strada, ognuno con la sua programmazione, con i cassanesi spiazzati per questo ennesimo esempio del nostro essere, in fondo in fondo, figli del dio Giano.
La possibilità di collaborare negli anni certo non è mancata ma non è mai stata colta, né da una parte né dall’altra.
Ora le cose sembrano essere cambiate, per fortuna. In fondo i “tabù” sono fatti per essere spezzati. Si spera una volta per tutte.