5G: i Sindaci non possono opporsi

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DIVENTANO CARTA STRACCIA LE ORDINANZE DEI CIRCA 500 SINDACI CHE SI ERANO OPPOSTI ALL’INSTALLAZIONE DELLE ANTENNE 5G NELLE PROPRIE CITTÀ

Novità nel “Decreto Semplificazioni” del Governo, pubblicato in Gazzetta Ufficiale dopo l’approvazione da parte del Parlamento: un emendamento, di fatto, ha reso carta straccia le ordinanze di 500 sindaci che si erano opposti all’installazione delle antenne per il 5G, tra cui anche il nostro.

La norma in questione sostituisce l’articolo 8 della legge numero 36 del 22 febbraio 2001, e recita quanto segue: «I Comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici con riferimento a siti sensibili individuati in modo specifico, con esclusione della possibilità di introdurre limitazioni alla localizzazione in aree generalizzate del territorio di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche di qualsiasi tipologia e, in ogni caso, di incidere, anche in via indiretta o mediante provvedimenti contingibili e urgenti, sui limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, sui valori di attenzione e sugli obiettivi di qualità, riservati allo Stato».

LA TESI DEL DOTT. SPINELLI

In estrema sintesi, dunque, i primi cittadini non potranno più bloccare il 5G nelle città. La scelta è stata adottata dopo che qualche giorno fa, in audizione alla Camera, la Commissione preposta aveva nuovamente sottolineato come la rete di nuova generazione non comporti alcun tipo di rischio per la salute delle persone.

Ebbene, pronti a scenari di qualsiasi genere e ad invettive a dir poco colorate da parte di chi, grazie al Coronavirus, ha scoperto in sé un’inclinazione per complottismi e dietrologie, vogliamo in questa sede ricordare la tesi, su queste colonne illustrata a maggio, realizzata dal dott. Giuseppe Spinelli, turese classe ’96 laureatosi lo scorso anno in Ingegneria Elettronica e delle Telecomunicazioni presso il Politecnico di Bari.

Il suo lavoro, ironia della sorte, verteva proprio sull’impiego del 5G: «All’interno della tesi – spiegava il dott. Spinelli – sono state presentate alcune possibilità in ambito biomedico realizzabili con questa nuova tecnologia di reti cellulari, ossia il recentemente dibattuto 5G. […] Il 5G è una trasformazione dirompente della rete fissa e mobile, un grande traguardo per la digitalizzazione del Paese, per la competitività delle industrie e per il nostro modo di comunicare e vivere. Le caratteristiche principali di questa rete sono: maggior velocità di download, minor latenza, banda ultra-larga e massive IoT (Internet of Things) per connettere un gran numero di dispositivi. Verranno abilitati servizi in grado di rivoluzionare la vita di tutti i giorni, trasformando le città in sistemi intelligenti e i settori chiave della nostra economia come l’industria, il settore automobilistico, l’istruzione, il turismo, la sicurezza e (argomento centrale della tesi) la salute».

M-HEALTH E TELEMEDICINA: IL FUTURO

La salute, per l’appunto: «I progressi del wireless 5G, integrati con i rapidi sviluppi nelle tecnologie di rilevamento indossabili, Internet of Things (IoT) e Intelligenza Artificiale (AI) avranno un impatto rivoluzionario sui sistemi futuri di assistenza sanitaria. Gli scenari applicativi del 5G nella M-health –  termine generale per indicare l’utilizzo in ambito medico-sanitario di smartphone, tablet, dispositivi digitali (con o senza sensori indossabili) e di tecnologie mobili e di comunicazione wireless – includerebbero: monitoraggio remoto in tempo reale, sensori indossabili, servizio rapido di pronto soccorso e, non per ultimo, si aprirebbe lo scenario della Telemedicina; di fatti, si parla di Wireless Tele-Surgery, tecnica per mezzo della quale i medici hanno la possibilità di eseguire operazioni chirurgiche a notevoli chilometri di distanza dalla sala operatoria e dal paziente attraverso l’ausilio di sonde robotiche. Queste operazioni da remoto necessitano la tecnologia del 5G che – con le sue prestazioni superiori ai precedenti standard – consente ai medici di avere lo stesso senso del tatto nel momento in cui operano utilizzando i robot».

“COERENZA VORREBBE…” 

«Per quanto riguarda gli effetti nocivi sull’uomo – si chiudeva così l’intervista – sarebbe più corretto discuterne con un medico, o con un biologo. Quello che però tutti dovrebbero sapere è che quando si parla di radiazioni elettromagnetiche, quelle usate per le telecomunicazioni non sono ionizzanti, non hanno l’energia necessaria per provocare danni al DNA e alle cellule. Questo è quello che ci dicono gli studi in materia poi, per quanto detto prima, coerenza vorrebbe che se pensiamo sia dannoso il 5G, o nel caso in cui uno studio riuscisse a trovare una relazione tra un determinato tipo di malattia e l’esposizione alle radiazioni elettromagnetiche, allora dovremmo preoccuparci non solo del 5G, ma di tutte le generazioni precedenti. Quindi non dovremmo accanirci solo con le antenne 5G, ma anche con le altre generazioni e quindi spegnere smartphone, pc, smartwatch e tutti quei dispositivi che oggi sono collegabili ad internet. Aldilà di questo, l’atteggiamento scettico nei confronti di una nuova tecnologia non è nato con il 5G. Di fatti, non è la prima volta nella storia che di fronte ad una novità scientifica il mondo ha reagito con una sorta di sentimento di terrore. Però le paure vanno analizzate e affrontate con il dialogo e lo studio e mai trattate con sufficienza, al fine di evitare di prendere decisioni che potrebbero rallentare o impedire il progresso”.

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