#Maipiùstragi: a Milano in piazza contro le mafie

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La manifestazione davanti alla stazione centrale in solidarietà verso chi rischia la vita a causa della criminalità organizzata. Don Maurizio Patriciello: soprattutto in questo momento non bisogna abbassare la guardia.

Sono oltre ottanta le associazioni – tra cui Caritas, Acli, Libera e Forum Terzo Settore – che scendono oggi pomeriggio in piazza a Milano per manifestare contro la ‘ndrangheta e a sostegno del procuratore Nicola Gratteri e di tutti coloro che rischiano la vita a causa delle mafie. Lo stesso Gratteri, procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia, era l’obiettivo di un progetto di attentato scoperto lo scorso maggio.

La mafia, un problema nazionale

Nell’anno che ricorda i trent’anni dalle stragi di Capaci e via d’Amelio – le quali costarono la vita a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e alle loro scort – l’evento si identifica nell’hashtag #maipiùstragi per dire – si legge nel comunicato di presentazione – “che non si tocca nessuno di coloro che sono in prima linea contro le mafie”. Significativa anche la scelta di Milano, per ribadire come la ‘ndrangheta sia un problema nazionale, un’organizzazione eversiva e “la sua sconfitta definitiva deve essere un’urgenza improrogabile e una priorità assoluta per l’Italia”.

Mai abbassare la guardia

Il rischio infatti, spiega don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, a nord di Napoli, noto per il suo impegno contro la camorra nella cosiddetta Terra dei Fuochi, è che la lotta alla criminalità organizzata perda la sua forza. “È un rischio che c’è sempre, soprattutto in questo momento – sottolinea don Maurizio – in cui l’Italia è distratta da altri problemi, da altre tragedie, la pandemia e la guerra che ci affligge. Adesso anche il problema climatico e le sue conseguenze”. “Le mafie sono sempre là – ribadisce – sono sempre attente a saltare sul treno quando parte, sono sempre attente a occupare i posti che vengono lasciati vuoti, quindi la cosa migliore da fare è non abbassare la guardia, mai! Soprattutto in questi momenti qui”.

Non lasciare le persone sole

Le istituzioni stanno rispondendo, “c’è più consapevolezza e più controllo” – Don Maurizio spiega che da poco la caserma dei carabinieri di Caivano è diventata una compagnia, con più uomini e più mezzi – ma a volte “manca una risposta d’insieme”. Le case occupate sono legate alla criminalità organizzata, i roghi dei rifiuti agli scarti delle produzioni del lavoro in nero.  Poi, spiega, “non bisogna mai lasciare le persone da sole, quelle che veramente si espongono, e sono tante”.  “Dopo i primi momenti di attenzione, infatti, anche se c’è la scorta o la scorta rafforzata, in un modo o nell’altro queste persone vengono lasciate sole e allora rischiano di diventare un bersaglio della mafia, della camorra, anche nei momenti in cui, secondo noi, la mafia non risponde più con l’attentato, con la morte. Invece bisogna fare attenzione”.

Michele Raviart e Alessandro Guarasci – Città del Vaticano

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