Tutto è pronto per la grande rivoluzione introdotta dal governo, dal primo gennaio 2022 via alle domande per la nuova misura che sostituirà detrazioni, assegni familiari e tutte le altre misure di welfare per le famiglie con prole.
Vediamo di analizzare nel dettaglio come funziona la misura, chi sono i beneficiari, su quali figli si prenderà il nuovo assegno e come si presenterà l’istanza.
L’assegno unico universale per i figli verrà erogato dall’Inps a seguito di domanda da parte degli interessati. Potranno richiedere l’assegno le famiglie con figli fino a 21 anni di età a carico dei genitori. L’assegno unico per i figli è la misura che andrà a prendere il posto delle detrazioni per carichi di famiglia riferite ai figli, degli assegni per il nucleo familiare, dei bonus peri figli (Bonus Bebè, Bonus Mamma Domani). Per detrazioni resteranno solo quelli riferiti al coniuge o ad altri familiari a carico.
Per quanto riguarda gli importi questi cambiano in base all’Isee, infatti per poter richiedere l’assegno unico, a meno chè non si tratti di figli disabili, occorre avere un Isee in corso di validità.
I requisiti per poter accedere all’assegno universale sono legati alla situazione economica, reddituale e patrimoniale della famiglia richiedente, cioè all’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, solo per gli importi e non per il diritto, infatti spetta a tutti senza limiti di Isee.
Richiede l’assegno Unico il genitore o chi esercita la responsabilità genitoriale, deve essere:
– cittadino italiano o di uno Stato Ue, o un suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, oppure cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno per lungo periodo o titolare di permesso di lavoro per svolgere attività di lavoro per un periodo superiore a 6 mesi o titolare di permesso di soggiorno per motivi di ricerca autorizzato a soggiornare in Italia per un periodo superiore sempre a 6 mesi;
– soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;
– residente e domiciliato in Italia;
– residente in Italia da almeno 2 anni oppure titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o determinato di durata almeno pari a 6 mesi.
I figli al di sotto dei 18 anni rientrano tutti nell’assegno unico. Diverso il discorso per i figli maggiorenni, quelli di età compresa tra i 18 ed i 21 anni non compiuti. Questi ultimi devono anche essere, alternativamente:
– Studenti universitari;
– Alle prese con corsi di formazione scolastica;
– Iscritti a corsi di formazione professionale;
– Alle prese con tirocini anche pagati, ma con reddito inferiore ad 8.000 euro all’anno;
– Lavoratori con reddito al di sotto della soglia di 8.000 euro annui;
– Disoccupati iscritti ai centri per l’impiego come soggetti in cerca di lavoro;
– Alle prese con il servizio civile.
Una disciplina a parte riguarda i figli disabili, infatti, non è necessario l’Isee, anche l’età non conta per figli con questi disagi di salute, l’assegno è sempre spettante.
L’assegno unico varia per figli e per fascia di reddito, per i figli fino a 18 anni di età l’importo dell’assegno universale per ciascuno di essi è pari a:
– 175 euro al mese (Isee entro la soglia di 15.000 euro);
– A scalare da 175 a 50 euro al mese (Isee sopra 15.000 e fino a 40.000 euro).
– 50 euro al mese per figlio con Isee sopra i 40.000 euro.
Per famiglie con tre o più figli a carico gli importi vengono incrementati per tutti i figli (anche i primi due) in misura pari a 85 euro per la prima fascia Isee (fino a 15.000 euro), a scalare da 85 a 15 euro per la seconda fascia e a 15 euro per la terza ed ultima fascia.
Aumenti previsti anche in funzione della gravità di handicap per i figli minorenni disabili. Tale surplus è pari a 105 euro al mese in più per disabilità con assenza di autosufficienza dell’invalido. Per i disabili gravi invece l’aumento mensile è di 95 euro, mentre per le disabilità medie è pari ad 85 euro. Per i figli maggiorenni disabili invece l’incremento è pari a 50 euro al mese, ma solo fino a 21 anni di età non compiuti. Per i figli disabili che superano i 21 anni di età invece, l’assegno è erogato nella misura di:
– 85 euro al mese (Isee entro la soglia di 15.000 euro);
– A scalare da 85 a 25 euro al mese (Isee sopra 15.000 e fino a 40.000 euro).
– 25 euro al mese per figlio con Isee sopra i 40.000 euro.
Maggiorazioni previste anche per famiglie con entrambi i genitori lavoratori (30 euro al mese in più per ogni figlio) o famiglie con quattro o più figli (100 euro al mese in totale). Infine, con mamme giovani (al di sotto dei 21 anni di età), maggiorazione prevista pari a 20 euro al mese per figlio.
L’assegno quindi è erogabile dietro domanda all’Inps. La domanda potrà essere prodotta dal prossimo primo gennaio, anche se come detto, occorre prima premunirsi dell’Isee aggiornato
Va ricordato che gli assegni durano 12 mesi e vanno richiesti ogni anno. Dal momento che si parte, come incasso, dal primo marzo, la domanda 2022 avrà validità da marzo 2022 a febbraio 2023.
L’assegno comunque decorre dal mese successivo a quello di presentazione della domanda, sempre che l’istanza venga accettata. Devono essere i genitori (o uno di loro) o chi esercita la responsabilità genitoriale per i figli minorenni, a produrre richiesta all’Inps. La particolarità di questo nuovo strumento è che possono richiederlo direttamente anche i figli, ma sempre quelli maggiorenni che possono anche domandare all’Inps la corresponsione diretta a loro nome della parte di assegno spettante.
Chi percepisce il reddito di cittadinanza non dovrà fare domanda, perché l’assegno unico a cui si ha diritto in questo caso viene pagato automaticamente dall’Inps.
A cura del CdL Massimo Arganese