Due “occasioni perse” per lo sviluppo di Turi

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L’imprenditore Angelo Orlandi racconta due episodi emblematici dell’inerzia del nostro paese nel cogliere le opportunità di progresso

Egregio Direttore,
la ringrazio per ospitare nuovamente queste mie riflessioni.

Infatti, a seguito del mio precedente intervento sulla vostra testata, ho ricevuto messaggi da parte di amici e conoscenti che pur condividendo quanto da me esposto mi addebitavano la solita modalità di esporre una situazione realistica ma che non trovava un riscontro nella quotidianità.

Mi spiego meglio. Nel passaggio nel quale ipotizzo che tutte le Amministrazioni dovrebbero in futuro creare tutti i presupposti per incentivare qualunque proposta arrivi dal territorio finalizzata a creare Impresa, in realtà cercavo di “denunciare” la mancanza in passato, fino ad arrivare ai nostri giorni, di questa prassi.

Per par condicio dovrei dire la stessa cosa di quei cittadini che non si sono preoccupati più di tanto di impegnarsi per il nostro paese piuttosto che cimentarsi con la sperimentazione del “nuovo” in quanto troppo rischioso.

E allora, per meglio rappresentare alle lettrici ed ai lettori questa modalità, ho deciso di raccontarvi due episodi che mi hanno riguardato personalmente qualche anno fa. Il primo si è verificato nel 2005 ed ha visto coinvolta la FIMER, l’Azienda di famiglia.
Il secondo risale al 2011 e riguarda l’iniziativa nella quale mi cimentai per circa un anno nel promuovere l’idea di costituire la BCC di Turi, in piena autonomia dalle altre Banche esistenti già sul territorio.

L’esperienza della FIMER

In pratica, nel 2005, dopo 25 anni di attività della FIMER, intendendo sviluppare la nostra presenza sul mercato, chiedemmo un ampliamento della nostra sede attraverso uno strumento chiamato Conferenza di Servizi (CdS) in quanto con il vecchio strumento urbanistico la nostra sede rimaneva ancora in zona agricola. Questo percorso era perfettamente legale in aderenza alle norme Regionali che prevedevano per taluni interventi di ampliamento di immobili già esistenti di poter andare in deroga e usufruire di questa norma. Purtroppo non andò così. Infatti, il Sindaco Gigantelli con la sua Amministrazione era alle prese con l’adozione della zona PIP e l’opposizione con il PD e Sinistra Democratica facevano di tutto per ostacolare questo percorso, pur credendo nella grande opportunità che avrebbe dato alla nostra cittadina l’adozione di tale misura.

In breve la nostra richiesta, nonostante avesse tutte le carte in regola, fu respinta dalla Regione Puglia in quanto si erano recati presso la allora Assessora all’Urbanistica Arch. Barbanente gli esponenti di Sinistra Democratica a denunciare il fatto che alcune Imprese avevano chiesto di andare in deroga con la CdS mentre si stava adottando il PIP. Ciò non era vero ed aggiungerei anche che, come del resto accaduto a distanza di altro tempo, era possibile approvare la nostra richiesta in quanto non si trattava di nuova costruzione ma bensì di un ampliamento di una struttura già esistente.

Ad onor del vero, la stessa Amministrazione non impugnò tale decisione, cosa che avrebbe potuto fare, sia in chiave Amministrativa che Politica. In quella occasione furono bocciate ben 6 richieste che nel tempo avrebbero potuto produrre posti di lavoro reali, un gettito fiscale nelle casse del Comune e sopratutto un PIL strutturale e non estemporaneo. Pertanto, non salverei nessuno tra i politici di quel periodo, da destra a sinistra. Se non fossi stato chiaro abbastanza, in pratica, accadde che sacrificarono ben 6 attività imprenditoriali pur di condurre l’ennesima sterile battaglia ideologica a danno di tutti e a vantaggio di nessuno. Ovviamente, molti degli attori di questa triste pagina politica del nostro paese non erano in grado di capire l’enorme danno provocato alla comunità e lo dimostra il loro percorso professionale, sterile e scevro da qualunque iniziativa.

Il tentativo di costruire la BCC di Turi

La seconda vicenda in merito al tentativo di costituire la BCC di Turi, andato ovviamente perso, mette più in evidenza la mancanza di cooperazione da parte della cittadinanza piuttosto che della parte Politica, che comunque ha sempre la responsabilità di monitorare le esigenze del territorio e, quando può, agevolarle.

Come raccontavo nelle premesse, nel 2011 capii che il mondo bancario e finanziario in generale stava cambiando e che le PMI avrebbero pagato sicuramente il prezzo maggiore nell’ambito delle relazioni Banca-Impresa. Pertanto, l’idea di poter implementare una BCC, che per vocazione sono vicine al territorio ed ai suoi abitanti, mi sembrò una buona opportunità.

Recatomi in Banca D’Italia a chiedere informazioni circa l’iter da seguire, cominciai subito ad organizzare degli incontri aperti a cittadini, artigiani, imprenditori agricoli e commercianti per presentare e approfondire l’argomento. Ne organizzai ben tre di incontri nell’arco di un anno e sempre coinvolgendo personalità specifiche del settore, affinché passasse il messaggio nel modo più corretto e completo. Mi piace ricordare tra tutti la presenza del Dott. Vito Spada, turese di nascita ma professionalmente cresciuto nel mondo bancario in Italia prima e successivamente negli USA, Inghilterra e Cina.

Purtroppo gli incontri, seguiti da un piccolo numero di persone interessate, non si convertirono in un interesse reale e quando si arrivò alla svolta che avrebbe decretato l’inizio della raccolta delle quote associative, in pratica, mi ritrovai da solo.

Ovviamente, non ne faccio una questione personale ma ritengo che trattasi soltanto dell’ennesima occasione persa per il nostro territorio, accomodato tranquillamente nelle Agenzie delle Banche già presenti a Turi piuttosto che impegnarsi nella crescita, se pur rischiosa, di una nuova identità bancaria all’interno dei quali Organi potevano esserci i nostri figli o noi stessi.

Concludo ringraziando per avermi nuovamente ospitato in queste pagine, ribadendo che il futuro del nostro paese è nelle nostre mani. Non aspettiamoci aiuti esterni o eternamente da “altri”. E per una buona volta dimostriamo a noi stessi ed alle comunità circostanti di volerci bene.

Auguri a tutti noi.

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