Individuata a Napoli mappa di Noja con il Ducato Carafa

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Il prof. Vito Didonna, noto storico locale, narra di alcuni importanti ritrovamenti in terra di Napoli, nell’ambito di una gita in città programmata da Maria Zaccaro, presidente della L.U.T.E., avvalsasi del contributo di don Riccardo Carafa, quest’ultimo in veste di Cicerone. Nello spazio sottostante vengono proposte le dichiarazioni rilasciate dallo stesso professor Didonna.

Parliamo dell’iter delle scoperte …

All’interno di una iniziativa promossa dalla L.U.T.E. di Noicattaro, la presidente Maria Zaccaro ha programmato una giornata a Napoli prevista per lo scorso 31 marzo. Giunti in via del Duomo alle 10 del mattino circa, previa partenza in pullman da Noicattaro nel primissimo mattino, il duca don Riccardo Carafa, congiuntamente alla consorte donna Irene, ha preliminarmente condotto i 53 presenti presso il Duomo di San Gennaro per la relativa visita, cappella e cripta incluse. Opportunamente divisi in due sottogruppi, dopo circa un’ora, sempre con guide al seguito, siamo stati trasferiti nel museo Filangieri, situato poco distante dal Duomo. Dopo la prandiale pausa pizza, abbiamo visitato la Napoli sotterranea situata sotto la basilica di San Lorenzo, concludendo la giornata con la visita alla cappella di San Severo dove giace il notissimo Cristo velato.

In quali momenti sono avvenuti i ritrovamenti?

Ho avuto il primo approccio con la novità scendendo nel tesoro di San Gennaro, – museo collocato di fianco al Duomo, dedicato agli ori costituiti nel corso dei secoli in conseguenza della devozione a San Gennaro -, dove a sinistra di detta camera risulta visibile parte della mappa di Napoli realizzata dal duca Giovanni di Noja. Per ricordare il predetto duca, dunque anche Noja, vecchio toponimo di Noicattaro, è presente una targhetta rossa molto grande, la quale porta Noja a farsi conoscere in tutto il mondo. Secondo delle stime più che attendibili, infatti, sono circa un milione l’anno i visitatori del tesoro di San Gennaro che leggono la predetta titolazione del Giovanni Carafa. Parliamo di un feudatario nato a Noja e poi trasferitosi a Napoli, dove ha elaborato la nota mappa – presente in copia presso il Palazzo della Cultura del nostro comune -, un cui pezzo privilegiato è appunto presente nella citata sala del tesoro di San Gennaro. È questa un’ulteriore testimonianza dell’importanza dei Carafa, tanto della storia di Napoli, quanto di quella del nostro Comune.

La sorpresa più grande è tuttavia risultata quella di palazzo Filangieri, distribuito su tre livelli. Previa visita alla biblioteca del piano superiore, nello scendere mi accorgo di una carta geografica in avorio, elaborata nel 1625 circa durante il regno di Filippo III di Spagna. Titolo di tale mappa è Il Toson d’oro, ordine equestre nobiliare molto famoso – presente anche nella saga Harry Potter -, descrizione di tutti i prÎncipi, duchi, marchesi, conti, che vi appartenevano e, tra questi, il duca Carafa di Noja. L’aspetto più importante è l’aver visualizzato una mappa della provincia di Bari in cui, in maniera chiara e distinta, sono presenti Noja, Conversano, Rutigliano e Torre a Mare. Dalla mappa sappiamo che proprio Torre a Mare, facente parte del territorio nojano, veniva chiamata dai cartografi dell’epoca “Capo Peloso”. È questo un elemento fondamentale mirato a dirimere le problematiche sul toponimo Torre a Mare, Torre Pelosa, Torre Ampellosa. Nel 1625 la località esisteva e, come detto, veniva denominata “Capo Peluso”.

Crede sia stato un errore trasformare il toponimo “Noja” in “Noicattaro”?

Credo che i politici e gli amministratori che nel 1863 vollero cambiare il toponimo “Noja” in “Noicattaro” abbiano commesso un gravissimo errore, in quanto, così facendo, hanno cancellato la memoria storica del nostro paese. Noja viene ricordata più a Napoli che non nel nostro territorio: con quell’operazione politica e amministrativa abbiamo perduto la nostra vera identità.

È possibile richiedere copia delle opere rinvenute al fine di visionarle in loco?

Il duca mi ha promesso che parlerà con il direttore del museo Filangieri per far portare qui una copia dell’opera. In ogni caso, Maria Zaccaro, presidente della L.U.T.E., mi ha assicurato che il prossimo anno usciremo probabilmente con una pubblicazione ad hoc, la quale riprenderà i tratti salienti di tale carta geografica con la descrizione della stessa che, a detta dello stesso Duca, nessuno ha finora fatto. Sarà dunque un’anteprima mondiale.

[da La Voce del Paese del 17 Aprile]

Noicattaro. didonna intero

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