“Sarà italiana la prima architettura sul suolo lunare”. Ad anticiparlo conversando con l’Adnkronos è il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Giorgio Saccoccia, a poche ore dall’annuncio della Nasa del lancio di Artemis 1 che darà il via, il 29 agosto prossimo, al nuovo programma lunare dopo le storiche missioni Apollo. “Il contributo italiano a tutto il programma lunare Artemis della Nasa è molto ampio, è partito 2-3 anni fa con collaborazioni sia in ambito Esa che collaborazioni dirette fra Italia e Nasa” spiega il presidente dell’Asi. “Parliamo di moduli per la stazione orbitante intorno alla Luna ma anche di moduli che saranno ‘costruiti’ sulla superficie della Luna. I primi insediamenti dell’architettura lunare sono italiani” afferma Saccoccia.
“Proprio a giugno scorso ho firmato un accordo con l’Amministratore della Nasa per realizzare e portare un modulo abitativo sulla superficie lunare. Si tratta di un modulo che potrà essere impiegato per la ricerca scientifica e potrebbe essere il primo modulo a raggiungere la Luna. Il modulo potrà essere un rifugio per gli astronauti ma potrebbe anche offrire opportunità tecniche come funzioni per ricaricare un rover lunare”, spiega ancora Saccoccia che tiene a rilevale l’importanza del ruolo italiano nelle missioni Artemis. “L’Italia ha e avrà un ruolo molto importante sia nella missione Artemis 1 che in tutto il programma lunare Artemis della Nasa attraverso collaborazioni in ambito Esa e con accordi diretti con la Nasa” spiega il presidente dell’Angenzia Spaziale Italiana.
Saccoccia chiarisce che nella missione Artemis 1, la prima delle tre previste nel programma Artemis di ritorno alla Luna, “il ruolo italiano è molto importante perché il nostro Paese supporta la realizzazione del modulo Esm l’European Service Module che viene impiegato per la energia, potenza, propulsione diretta alla capsula Orion, c’è tantissima tecnologia italiana a bordo come quella per il controllo termico, i radiatori e, tra l’altro, l’immagazzinamento dell’acqua per la vita dei futuri astronauti lunari”. “Inoltre sono italiane le tecnologie per la distribuzione dell’ossigeno e dell’azoto. E tengo a rilevare -osserva ancora il presidente Asi- che tantissima tecnologia italiana proviene dalle nostre grandi industrie ma anche da piccole e medie imprese italiane dimostrando una grande capacità di contributo nazionale nelle future missioni lunari”. Saccoccia inoltre indica che “a bordo di Artemis 1 avremo anche l’unico satellite europeo Argomoon che monitorerà le tecnologie di bordo e che farà le sue operazioni in autonomia”. “Ma questo è solo l’inizio delle capacità dell’Italia nelle missioni lunari” scandisce il numero uno dell’Asi.
(di Andreana d’Aquino) (Adnkronos)