Un secco NO al biodigestore proposto dalla Panacq srls in zona industriale. A pronunciarlo è il consiglio comunale di Acquaviva che ieri ha approvato a maggioranza una delibera che dà parere sfavorevole all’impianto di biogas. La ragione principale della contrarietà è il fatto che tale impianto, se realizzato, non sarebbe inserito nella strategia regionale in materia di rifiuti. A non convincere la coalizione guidata dal sindaco Davide Carlucci è anche la portata: sessantamila tonnellate all’anno. Nella delibera di giunta del 2019 con la quale l’Amministrazione apriva la strada al biogas, invece, si forniva atto di indirizzo per favorire l’insediamento di “impianti di piccola e media dimensione per la produzione di biometano da biomasse agricole e da frazione organica dei rifiuti solido urbani”.
Lo scopo di quella delibera era di fornire
soluzioni positive nella direzione dell’economia circolare che consentissero, in particolare, un abbattimento della Tari.
“La procedura di localizzazione di tali impianti – si legge però nell’ordine del giorno approvato ieri con il voto contrario della minoranza – non può prescindere dal più ampio assenso della comunità ospitante, ma anche delle comunità dei Comuni limitrofi interessati dagli impatti ambientali conseguenti alle attività che in esso si svolgeranno”.
La maggioranza, dunque, tiene conto della sensibilità dell’opinione pubblica acquavivese e proprio per questo istituisce un tavolo con le associazioni ambientaliste e le minoranze che porti alla elaborazione di proposte alternative per la riduzione della tassa rifiuti e a un regolamento che limiti la possibilità di insediamento degli impianti di biogas, eolici, fotovoltaici e di altri tipo, energetici o no. Ponendo una serie di paletti circa la localizzazione (ad esempio a debita distanza non solo dal centro abitato ma anche da agriturismi e masserie), la necessità di informare e coinvolgere nella decisione la popolazione e i paesi limitrofi, l’assenza di emissioni odorigene, eccetera.
La delibera sarà trasmessa alla Città metropolitana e alla Regione, i due enti che dovranno pronunciarsi nella procedura di autorizzazione relativi alla Panacq.
Tale decisione arriva al termine di un consiglio comunale, durato otto ore, nel quale la presidente del Consiglio Francesca Pietroforte ha dato la parola anche ai comitati contrari al biogas, a esperti universitari e a rappresentanti delle associazioni ambientaliste. “Fin dall’inizio – commenta Carlucci – il nostro comportamento è stato improntato alla trasparenza e all’ascolto dei cittadini. Siamo favorevoli allo sviluppo dell’economia verde nel nostro territorio, ma solo se ogni soluzione è condivisa con la popolazione. Per questo siamo aperti alle proposte alternative per la chiusura del ciclo dei rifiuti che arriveranno dal territorio. Purché abbiano un impatto accettabile: siamo contrari, ad esempio, alle compostiere di comunità proposte da un consigliere di minoranza se produrranno odori e altri inconvenienti fastidiosi per i residenti”.