NOICATTARO, l’indecenza senza limiti… il fossato di Noja

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Abbiamo più volte denunciato il senso di frustrazione e impotenza che ci colpisce, ogni volta che ci tocca percorrere le nostre periferie e campagne, quotidianamente invase da cumuli di rifiuti di svariata e, spesso, pericolosa natura, sversati nella certezza di poterlo fare, senza timore di poter essere scoperti e multati. Non si spiegherebbe, altrimenti, come sia possibile che continuino gli sversamenti illegali che contribuiscono ad aumentare, giorno dopo giorno, il livello di saturazione delle numerosissime discariche abusive sparse su tutto il territorio e i conseguenti roghi per far spazio ai successivi conferimenti. Senza alcun rispetto per l’Ambiente e, continueremo a ribadirlo fino alla nausea, non sappiamo ancora con quali ripercussioni e danni per la salute di TUTTI. Ma che questo tipo di consueta e malsana abitudine, si potesse trasferire sic et simpliciter, dalle periferie al centro cittadino, arrivando addirittura a seppellire sotto cumuli di indefinibile monnezza, un simbolo della Storia Nojana, qual è il Fossato, senza suscitare nessuna reazione di rabbia e indignazione, non ce lo saremmo mai immaginato. Assuefatti, i cittadini che, quotidianamente vi passano accanto, costeggiando il marciapiedi da cui è già visibile una cospicua parte del vergognoso degrado, colpevolmente assenti, i rappresentanti istituzionali che fatichiamo, non poco, a comprendere come possano restare indifferenti a tanto scempio. E questi ultimi, fatto ancor più grave, inadempienti per quello che le loro specifiche competenze richiederebbero in termini di controllo del territorio e tutela di un cimelio storico del passato di Noja.

E il senso di squallore diventa ancora più evidente, posando gli occhi sulla piazzetta   antistante quel luogo storico che, secondo gli intenti di ideatori e progettisti avrebbe dovuto

” riqualificare ” la zona e contribuisce invece, ad aumentare il senso di straniamento per un’opera totalmente slegata dal contesto storico in cui è stata realizzata. Quasi una foglia di fico a coprire le vergogne dello stato di abbandono che si può rimirare pochi passi dopo.

Quasi a completare la triste visuale da ” Natura morta, ” dal muro decrepito di una vecchia casa eternamente in vendita, spunta un piccolo albero di fico gemello dell’altro, ben più vigoroso e imponente, che fa bella mostra di sé dietro la griglia che avrebbe dovuto proteggere le vestigia storiche dallo sversamento rifiuti su via Oberdan e che affonda direttamente le sue radici in quello che, probabilmente era uno degli antichi canali di scolo delle acque pluviali del vecchio Fossato. Ora diventato, invece, un fiume di rifiuti di ogni genere: materassi, pneumatici e tanto altro, simbolici reperti dei nostri tempi moderni, ”governati ” dalla plastica, quasi a seppellire cripta, lapidi e altri residui frammenti di Storia Patria. Identica, se non più sconfortante, la situazione nello slargo del Fossato, dove l’alta rete di protezione antisversamenti, non ha scoraggiato gli inquinatori seriali dal continuare la loro devastante attività, nell’indifferenza generale. Tutto ciò, nonostante i faraonici e COSTOSI progetti che le varie amministrazioni in carica hanno promesso di realizzare ad ogni tornata elettorale, salvo poi, DOLOSAMENTE dimenticarsene, una volta in carica. Risale, infatti, all’anno 2017 l’ultimo/non ultimo, progetto di riqualificazione del sito, rimasto tuttora ” Terra di nessuno ” come allora, lo definì l’assessore ai Lavori Pubblici, ing. Vito Santamaria e la previsione di lavori che a tutt’oggi, non solo non risultano realizzati, ma neppure cantierizzati, mentre si è trovato il tempo di alimentare inutili e pretestuose polemiche con chi, il prof. Vito Didonna, che quei luoghi chiedeva di preservare, restaurare e conservare. Evitando lo snaturamento del sito, a memoria di un tempo che ha contrassegnato la storia di questo paese e che ora rischia seriamente di perdersi, dimenticando con eccessiva, corale e colpevole leggerezza che: ” E’ quello che SIAMO STATI che ci collega a quello che SAREMO ”…….

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