(Adnkronos) – La settima edizione di Circonomia, Festival dell’economia circolare e della transizione ecologica, promosso in collaborazione con Legambiente, Kyoto Club, Fondazione Symbola, ha ospitato al Palazzo della Banca d’Alba un evento con gli studenti degli istituti superiori di Alba, dal titolo “L’economia circolare: traino per l’occupazione in Italia”. L’incontro, tenutosi nella sala congressi, ha visto la partecipazione di Riccardo Piunti, presidente Conou (Consorzio Nazionale degli Oli Minerali Usati), Danilo Bonato, direttore generale di Erion Compliance Organization, Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola. Moderatrice Paola Ficco di Reteambiente; a stimolare il dibattito, il presidente di Legambiente Stefano Ciafani.
L’incontro, incentrato soprattutto sulle possibilità lavorative offerte in particolare ai giovani dalla transizione ecologica e dall’economia circolare, ha visto uno scambio partecipe e attivo tra i relatori e i partecipanti, con studenti e insegnanti che hanno rivolto domande mirate e competenti ai relatori intervenuti. “Il settore dei rifiuti continua a crescere da 20 anni a questa parte in modo continuato – ha dichiarato Riccardo Piunti, presidente Conou – I materiali recuperati aumentano del 4-5% ogni anno: non esiste un settore economico che abbia avuto un simile sviluppo. Nel frattempo, però, aumentano le esigenze di qualità nella gestione del prodotto, così come le esigenze di integrazione e ottimizzazione, cui la digitalizzazione può dare un contributo. La domanda che le imprese si fanno è ‘come trovare competenze sempre maggiori, ad esempio nella digitalizzazione, nella chimica?’ Le esigenze tecnologiche continuano a crescere: per questo c’è spazio per una maggiore occupazione, e parliamo di occupazione di qualità”.
“L’economia circolare italiana vanta delle esperienze straordinarie; ora però serve mettere in campo alcune iniziative che consolidino il settore – è il commento del presidente di Legambiente Stefano Ciafani – Tra queste evitare di moltiplicare i consorzi; mettere in campo azioni concrete, come migliorare l’impiantistica in particolare nel Centro-sud, semplificare le normative, ad esempio per i decreti End of Waste; semplificare gli iter autorizzativi e velocizzarli, e infine aumentare i controlli, perché il settore, attirando più risorse, attira anche profili criminali. In questo modo l’economia circolare può diventare più efficace e diventare sempre più volano dell’occupazione”.
Giunto alla sua settima Edizione, Il Festival Circonomia ha avuto tra i suoi momenti clou la presentazione del terzo rapporto Circonomia sul ranking dell’Italia in Europa nel cammino green. Ne è emerso come l’Italia sia prima in economia circolare, ma purtroppo ‘maglia nera’ nella transizione verso un’energia pulita libera dai combustibili fossili e amica del clima. “Siamo campioni d’Europa, consumiamo meno materia e ricicliamo di più rispetto al resto d’Europa - ha dichiarato il direttore del Festival Roberto Della Seta – Ma da anni perdiamo colpi, gli altri corrono più veloci di noi. Buio pesto nella transizione energetica, ferma da un decennio: non crescono le rinnovabili, boicottate dalla burocrazia; stallo anche nell’efficienza energetica”.
“Quest’anno Circonomia – prosegue Della Seta – cade alla vigilia delle elezioni politiche. Coincidenza ovviamente casuale ma significativa: i temi affrontati nei tanti appuntamenti della rassegna, dalla transizione ecologica all’energia, sono sempre più centrali nel dibattito pubblico. Così, in particolare, per i contenuti del terzo Rapporto sul cammino ‘green’ dell’Italia, che fornisce una fotografia di grande interesse e spesso sorprendente, sui punti di forza e di debolezza della transizione italiana verso l’economia circolare e l’energia sostenibile. Questa settima edizione di Circonomia e questo terzo Rapporto giungono in un anno reso drammatico dalla guerra in Ucraina, alle porte dell’Europa, scatenata da Putin: guerra che rende ancora più vistosa l’urgenza in particolare per l’Europa di uscire dalla dipendenza dalle energie fossili che minaccia non solo la stabilità climatica ma la nostra libertà”.