Ucraina, esperti alla Cnn: “Osservatori? No, attivisti”

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(Adnkronos) – I cittadini stranieri, tra cui 13 italiani, che il governo russo presenta come osservatori internazionali sui referendum bollati da Kiev come “farsa” stanno svolgendo “attivismo politico” e violando le regole di base dell’osservazione elettorale. Lo sostengono esperti della materia citati dalla Cnn.

“Quello che fanno è un’attività politica mascherata da osservazione elettorale”, ha dichiarato Anton Shekhovtso, esperto della Piattaforma europea per le elezioni democratiche (Epde), ong tedesca sostenuta dall’Unione europea. Secondo l’Epde, che promuove le migliori pratiche per lo svolgimento e il monitoraggio delle elezioni, un osservatore non dovrebbe mai estrapolare dall’esperienza individuale un giudizio complessivo sul voto.

“Stando qui, posso vedere con i miei occhi che le persone votano volontariamente”, ha di recente dichiarato alla Tass un “osservatore tedesco”, il dirigente della società energetica tedesca Energie Waldeck-Frankenberg, Stefan Schnaller. “Gli osservatori non possono valutare correttamente le elezioni quando non sono membri di una missione di osservazione a lungo termine e quando fanno dichiarazioni pubbliche basate solo sulla propria osservazione limitata”, ha sostenuto l’Epde. Schaller è stato licenziato “con effetto immediato” ieri, due giorni dopo la pubblicazione dell’articolo sulla Tass.

Nel 2005, le Nazioni Unite hanno approvato una serie di principi per l’osservazione elettorale internazionale. Tra questi c’è che una missione di osservatori deve rispettare la “sovranità del Paese che tiene le elezioni” e che dovrebbe essere il Paese ospitante – in questo caso, l’Ucraina – a invitare gli osservatori. “Nessuno di questi principi è stato rispettato in questo caso”, fa notare la Cnn.

“Qualsiasi referendum o elezione sul territorio dell’Ucraina può essere annunciato e condotto dalle autorità di quel Paese solo in conformità con la legislazione nazionale e gli standard internazionali al fine di avere valore legale”, ha specificato Katya Andrusz, portavoce dell’Ufficio per le istituzioni democratiche ed i diritti umani presso l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), di cui la Russia è membro. Andrusz ha sostenuto che “non c’è alcuna base legale per questi referendum”.

Un altro esempio citato dall’emittente americana è Gianfranco Vestuto, citato dalla Tass come “osservatore italiano”. Vestuto ha definito il processo nel Donbass una “riunificazione volontaria e libera con la Russia”.

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