Clima, Nobel Parisi oggi da Mattarella

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“Consegnamo appello al Presidente, raggiunte 250mila firme”


 

(Adnkronos) – Il mondo scientifico si appresta a consegnare al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’appello lanciato dai climatologi affinché i problemi legati al clima entrino nell’agenda politica. “Oggi pomeriggio consegneremo al presidente Mattarella l’appello e sono molto contento che la dichiarazione abbia raccolto 250mila firme” ha anticipato all’Adnkronos il Premio Nobel per la Fisica, Giorgio Parisi, a cui oggi l’Accademia dei Lincei ha dedicato una giornata di lavori “La complessità Oggi” e mirata agli studi del fisico italiano. Commentando la giornata di lavori ai Lincei, Parisi rileva che “la complessità è una parola ormai entrata in moltissime scienze”, gli studi sulla complessità coinvolgono sempre più settori, “e sono strategici anche per il sistema monetario”. La giornata di lavori ai Lincei arriva ad un anno dalla vittoria del Premio Nobel per la Fisica 2021 – conquistato da Parisi proprio per i suoi studi sulla complessità – e lo scienziato sottolinea che le riflessioni degli accademici “servono proprio per far vedere il ruolo che gioca la complessità in tantissime occasioni” e tematiche diverse. La parola complessità oggi, osserva ancora lo scienziato, tocca “dalla filosofia alle discipline umanistiche, dalle scienze naturali al volo degli storni, ma riguarda anche il sistema monetario e l’intelligenza artificiale moderna con il deep learning”. Insomma il concetto di studi sulla complessità “sarà un orizzonte strategico perché le idee legate alla complessità sono andate in moltissime e diverse direzioni” afferma ancora Parisi che ha da poco dato alle stampe il saggio “In un volo di storni” edito da Rizzoli in cui descrive proprio ‘le meraviglie dei sistemi complessi.  

Giorgio Parisi allarga quindi l’orizzonte e incalza la politica sull’efficienza energetica. Se il Superbuns 110% non ha dato i risultati attesi in termini di efficienza energetica, secondo il fisico è perché “la misura è stata affidata troppo al mercato” mentre “la mano pubblica poteva fare e può fare molto di più a supporto dei condomìni”, per rendere gli edifici meno energivori, per la produzione di energia solare e rinnovabile”. “Per un motivo e per un altro – sottolinea – si è fatto davvero poco, vedo poche persone che hanno installato il solare sui tetti delle case. E per tutta una serie di questioni, il Superbonus 110% è incappato in problemi diventando una misura meno efficace di quello che si auspicava”. Per Parisi, nel caso del Superbonus 110% “l’errore di base è stato affidarsi alla ‘mano invisibile’ del mercato sperando che bastasse concedere facilitazioni fiscali ed economiche e che poi il mercato aggiustasse automaticamente tutto. Ma il mercato reagisce spesso alle norme in maniera diversa da quello che ci aspettiamo”. Il Nobel avanza quindi due suggerimenti per alzare il livello di efficienza nel consumo e nella produzione di energia. “Il primo consiglio che mi sento di dare – afferma Parisi – è che i Comuni mettano su imprese capaci di efficientare le abitazioni, in questo modo i condomìni per realizzare gli interventi potrebbero rivolgersi al Comune – e a questo sistema di aziende – senza doversi così perdere nelle questioni burocratiche, o impazzire per la cessione del credito, per i contatti con le banche o per recuperare i debiti”. Il secondo suggerimento del Nobel per la Fisica è che colossi “quasi pubblici come Eni o Enel affittino terreni agricoli su cui installare fotovoltaico con tempi di 20-30 anni almeno e per produrre energia rinnovabile”. “Ci sono tantissimi capannoni industriali ma – osserva ancora Parisi – le singole ditte proprietarie dei terreni o degli immobili spesso non hanno soldi o capacità per installare il solare. Se invece potessero affittare i loro tetti all’Enel, ad esempio, il risultato arriverebbe: sarebbe facilissimo produrre energia pulita”. Insomma per Parisi la ‘mano pubblica’, le ‘grandi aziende’ potrebbero intervenire in questa direzione, in maniera capillare, senza dover aspettare che i privati inventino tutto ‘ex novo’ e da soli per produrre energia pulita”.  

Il Nobel, infine, guarda a come si porrà il nuovo Governo a guida Meloni rispetto ai temi legati ai cambiamenti climatici. E, all’indomani del responso delle urne, il fisico ritiene “tutt’ora difficile prevedere la piega che l’Italia prenderà adesso sui temi” legati ai cambiamenti climatici. Ma, aggiunge, “tutti i partiti, in campagna elettorale, si sono impegnati a istituire una Consulta scientifica sul clima” che possa dare supporto alle decisioni politiche e dell’esecutivo, “vediamo ora se sono state solo promesse elettorali o se questa Consulta sarà davvero istituita e, soprattutto, ascoltata”. E riguardo la possibilità che possa lui stesso essere chiamato a guidare la Consulta, Parisi si schernisce: “Non sono particolarmente competente, capisco le tematiche ma non sono uno specialista del settore”. Eppure Parisi è figura ‘ascoltata’ e certamente ‘trainante’. “Speriamo….” sussurra. (di Andreana d’Aquino)  

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