“Il problema – spiega Asia – è che quando uno è depresso sta male, e c’è una grande lezione che dobbiamo imparare tutti e credo che Anthony da lassù voglia questo: il suicidio è un gesto estremo ma chi lo fa in quel momento vuole solo sollievo, non vuole morire veramente. Cerca solo di fermare i suoi pensieri che sono troppo pesanti, troppo forti”.
E “purtroppo – prosegue la figlia di Dario Argento – quando uno è in questa situazione di grande malessere mentale uno non chiede aiuto, ha paura di rompere le scatole, si vergogna. E’ quello che lui non ha fatto, non ha chiesto aiuto, né a me né a sua moglie”.
“Eravamo stati ubriachi altre volte tutti e due, ma quella sera c’era qualcosa di strano in lui, che non mi spiegavo. Però quella sera era col suo migliore amico, ho pensato: parlerà con lui, si sfogherà con lui, si ubriacherà con lui. Ma purtroppo non ci ha visto più” dice Asia Argento, ricordando alcuni particolari della sera in cui è avvenuta la tragedia, poco dopo che i due avevano chattato sul telefonino. “Delle persone che sopravvivono al suicidio, se sopravvivono, la metà non sa spiegarti perché lo ha fatto, l’altra metà per ammissione spiega che è per motivi futili”, aggiunge.
“Non bevo più da quasi un anno e mezzo. E’ la cosa più importante che ho fatto per me. Come Anthony, io avevo un vero e proprio problema con l’alcol. Uno quando beve pensa che ti aiuti con la depressione invece col tempo diventa un depressivo”.