Letta difende nome e simbolo congresso a marzo

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I tempi del congresso: va chiuso entro marzo. E il simbolo, quindi anche il nome, resti “così com’è”. Queste le due principali indicazioni nella relazione di Enrico Letta alla Direzione Pd sui prossimi passaggi dem che vanno verso il congresso. E poi l’analisi del voto, il Pd guida dell’opposizione, il mai più ‘governi di salvezza nazionale’, le donne, il nuovo gruppo dirigente fatto da una generazione più giovane e la sottolineatura della debolezza con cui nasce l’esecutivo Meloni. Questi in sintesi i temi della relazione. Oggi sarà una giornata di discussione, spiega Letta annunciando per i prossimi giorni un nuova riunione su proposte operative concrete per il congresso.

PER LETTA SIMBOLO (E NOME) NON SI TOCCHINO – “Discuteremo di tutto nel percorso costituente ma amo questo simbolo, sono perché il simbolo rimanga così com’è perché racconta il servizio fatto all’Italia”.

CAPIGRUPPO DONNE – “Rispetto alle scelte che avremo davanti in Parlamento non è possibile tornare indietro rispetto alla necessità di avere capi gruppi parlamentari di rappresentanza femminile, rispetto alla necessità di mandare un messaggio con un governo per la prima volta guidato da una donna. Sulle donne il fallimento della nostra rappresentanza è chiaro e evidente, rispetto al quale non ho molto da aggiungere. Questo rappresenta il senso di un partito che non ha compiuto il salto in avanti necessario”.

SCENARIO CAMBIATO DA GUERRA – “Dal punto di vista dalla mia analisi, dico che c’è stato un brusco ambio di scenario attorno a noi che ha profondamento influito e questo cambio di scenario è avvenuto a febbraio di quest’anno. Se io ripenso alla fine di gennaio a come eravamo dopo la rielezione di Mattarella, momento bello della nostra vita istituzionale, noi eravamo in una condizione ben diversa. Ma poi si è sviluppato un cambio scenario dovuto alla guerra”. Così Enrico Letta in Direzione. “Noi siamo stati dalla parte della storia, non rinnego posizione prese” ma “dalla minaccia russa è nata un’instabilità, forse siamo intervenuti troppo tardi su certi temi, fatto sta che la crescita di queste paure hanno condizionato fortemente il quadro sociale attorno a noi”.

PD GUIDA DELL’OPPOSIZIONE – “Noi oggi cominciamo un percorso congressuale ma questo è intimamente connesso al lavoro di opposizione che da oggi comincia, dobbiamo vestire da subito i panni dell’opposizione perché il mandato che ci ha dato il voto è quello di essere la guida dell’opposizione”.

LUNA DI MIELE BREVE PER MELONI – “Chi aveva immaginato una infinita luna di miele per la Meloni e la destra non ha colto fino in fondo quello che sta accadendo, il deterioramento del quadro economico e sociale, la recessione che aspetta il Paese, le paure e le preoccupazioni che necessitano tutt’altro che un governo di profonda debolezza politica che sembra fare capolino”. Letta sottolinea: “Per il governo fanno più notizia i no che riceve piuttosto che le liste di attesa e la ressa per entrare. Questo è già indicativo, un governo che riceve dei no così significativi dimostra di per sé la sua difficoltà. Giudicheremo il governo per quello che farà ma l’impressione è che qualunque idea programmatica è venuta già meno rispetto alle tante promesse di campagna elettorale”. E sul Covid: “Non abbiamo ancora sento dalla Meloni e dalla destra parole chiare su come saranno i vaccini Covid nei prossimi mesi, vogliamo sapere e dire che per noi la protezione dei cittadini è assolutamente fondamentale”.

SE GOVERNO CADE, SI VOTA – “Lo dico con grande chiarezza, anche se non ci sarò io a guidare i passaggi dei prossimi anni: quando questo governo cadrà, noi chiederemo le elezioni anticipate. Nessun altro governo di salvezza nazionale. Noi saremo nettamente alternativi a questa destra”.

NUOVO GRUPPO DIRIGENTE E NUOVA GENERAZIONE- “Perché ci vuole un congresso e perché ci vuole un congresso costituente. Dall’ultimo è cambiato tutto. Deve essere un congresso non sul nostro ombelico ma sul Paese, sull’Italia che discuta dell’Italia e che avvenga mentre stiamo costruendo la nostra opposizione al governo Meloni Un congresso in cui tutti partecipino con la massima libertà per dare una forte legittimazione a un nuovo gruppo dirigente. Abbiamo di fronte una sfida epocale: costruire in Parlamento e nel Paese l’opposizione al governo della destra. Una legittimazione che solo un congresso può dare. Un nuovo gruppo dirigente e una nuova generazione. Serve una classe dirigente più giovane per sfidare il governo Meloni, guidato da una donna giovane anche se ha alle spalle una lunga vita politica”.

CONGRESSO NON SIA X FACTOR E NE’ SU CALENDA O CONTE – “Dobbiamo fare un Congresso che non sia su nostro ombelico, non un referendum su Conte o Calenda. Non lo dico altre volte. Se qualcuno avesse in testa un referendum del genere la storia del Pd sarebbe già di declino”. Ed inoltre, “non deve essere un X Factor sul miglior segretario da fare in 40 giorni”. Letta dice che ci sarà a breve un’altra Direzione ‘operativa’ sul congresso: “E’ fondamentale che ci sia una discussione, una analisi del voto e, a cascata, se saremo d’accordo su una impostazione generale, avremo un momento per entrare nello specifico sulla base di una proposta concreta che non facciamo oggi. Ognuno deve sentirsi libero di intervenire e poi, nei prossimi giorni, avremo un secondo momento”.

CONGRESSO SI CHIUDA A MARZO – “No a un congresso che va alle calende greche. Per i tempi giusti” perché sia pronto “un nuovo gruppo dirigente, è l’inizio della primavera, il mese di marzo. Guiderò questo processo con massima determinazione e sarò in campo per costruire l’inizio dell’alternativa e l’opposizione, per amore del Pd, per arrivare in fondo al processo nel modo migliore possibile assumendomi tutte le responsabilità e garantendo neutralità tra candidati”. (Adnkronos)

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