Arriva a Turi la reliquia ex corpore del Beato Acutis

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Oggi pomeriggio, nella Parrocchia “Maria SS. Ausiliatrice”, sarà accolta la reliquia di Carlo Acutis, scomparso nel 2006 per leucemia appena 15enne e beatificato il 10 ottobre scorso

Come da noi riportato la scorsa estate, il piccolo coro della Parrocchia “Maria SS. Ausiliatrice”, per volontà di don Giuseppe Dimaggio, è stato intitolato con il nome di Carlo Acutis; “in questa decisione – scrivevamo – intravediamo l’enorme sensibilità riservata da don Giuseppe ai giovani, alla modernità e al rinnovamento.”. Le ragioni di questo commento sono comprensibili solo se si è conoscenza di chi sia stato Carlo Acutis, della portata simbolica della sua esistenza, interrotta da una leucemia fulminante il 12 ottobre 2006: Carlo aveva appena 15 anni; si è spento con la piena consapevolezza di quello che sarebbe stato il suo epilogo, nella serenità di chi è pervaso da una fede insormontabile. A Dio e al Vangelo, d’altronde, aveva dedicato tutta la sua vita.

L’INFANZIA E L’ADOLESCENZA

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Carlo Acutis nasce il 3 maggio 1991, di venerdì. Suo padre, Andrea Acutis, è un esponente dell’alta borghesia torinese, figlio del proprietario di Vittoria Assicurazioni, sposato da un anno con Antonia Salzano. Nel ’91 la coppia si trova a Londra per motivi di lavoro di Andrea, corporate finance executive presso la banca d’affari Lazard Brothers. In procinto di entrare nella dirigenza di Vittoria Assicurazioni, Andrea decide di trasferirsi con la famiglia a Milano a settembre del ’91. Nella città della Madonnina il giovane Carlo frequenta la scuola elementare e media presso le suore Marcelline ed il liceo classico presso i Gesuiti dell’Istituto Leone XIII. Fin da piccolo, dunque, vive la fede in ogni aspetto della sua vita: all’età di sette anni, con la Prima Comunione, inizia il suo Amore per l’Eucaristia che chiama “la mia autostrada per il cielo” e coltiva una particolare devozione alla Vergine Maria e alla recita quotidiana del Santo Rosario. I suoi stessi modelli di vita sono dei Santi: Francisco e Jacinta Marto, san Domenico Savio, san Luigi Gonzaga e san Tarcisio.

IL MIRACOLO E LA BEATIFICAZIONE

A sette anni di distanza dalla sua morte, il 13 maggio 2013, arriva dalla Santa Sede il nulla osta per l’avvio della sua causa di beatificazione, la cui inchiesta diocesana si sarebbe poi svolta a Milano dal 15 febbraio 2013 al 24 novembre 2016. E così, il 5 luglio 2018, papa Francesco autorizza la promulgazione del decreto che dichiara Venerabile il giovane Carlo, i cui resti mortali riposano dal 6 aprile 2019 ad Assisi, nella chiesa di Santa Maria Maggiore – Santuario della Spogliazione. Il 21 febbraio 2020, lo stesso papa Francesco, autorizzando la promulgazione del decreto relativo a un miracolo attribuito all’intercessione di Carlo, apre la via alla sua beatificazione: pare infatti attribuibile a Carlo Acutis la guarigione di un bambino brasiliano affetto da importanti disturbi dell’apparato digerente con una rara anomalia anatomica congenita del pancreas.

IN ARRIVO LA RELIQUIA EX CORPORE DEL BEATO ACUTIS

Oggi, domenica 14 marzo, come annunciato dalla Parrocchia “Maria SS. Ausiliatrice”, il Beato Carlo Acutis raggiungerà la nostra città: “La devozione al Beato Carlo Acutis continua ad espandersi in tutto il mondo. La nostra comunità parrocchiale riceverà un dono speciale che sarà esposto alla venerazione: una reliquia ex corpore”.

“UNA PERFETTA MESCOLANZA DI ORDINARIO E STRAORDINARIO”

Don Giuseppe Dimaggio

Desiderosi di approfondire la figura del Beato e l’interesse verso di essa mostrato da don Giuseppe, abbiamo deciso di coinvolgerlo: «Eucaristia e computer, adorazione e amicizia, rosario e volontariato: la via alla santità di Carlo Acutis – esordisce don Giuseppe – è stata una perfetta mescolanza di straordinario e ordinario, di slanci spirituali e passioni umane. L’Eucaristia e la devozione alla Madonna sono state le due colonne fondamentali su cui si sono posati la spiritualità e l’apostolato di Carlo Acutis: lui stesso ripeteva che era Gesù, suo amico, maestro e Salvatore, ad aiutarlo, attraverso l’Eucaristia, a crescere ogni giorno e a fare quei passi necessari a “restare originale e non diventare una fotocopia”».

“I MIRACOLI EUCARISTICI”, LA MOSTRA

Ad Acutis, oltre che il miracolo della guarigione poc’anzi riportato, se ne attribuisce un altro, certamente più profano, ma comunque degno di nota: Acutis ha infatti ideato la Mostra Internazionale “I Miracoli Eucaristici”. La Mostra, visitabile sul sito www.miracolieucaristici.org, presenta, con un’ampia rassegna fotografica e con descrizioni storiche, alcuni dei principali Miracoli Eucaristici (circa 136) verificatisi nel corso dei secoli in diversi Paesi del mondo e riconosciuti dalla Chiesa. Attraverso i pannelli (circa 166 formato 60×80) è possibile visitare virtualmente i luoghi dove sono accaduti questi Miracoli. La Mostra è già stata ospitata in tutti i cinque continenti: “solo negli Stati Uniti d’America – si legge sul portale – in quasi 10.000 Parrocchie e nel resto del mondo in centinaia parrocchie, compresi alcuni tra i Santuari Mariani più famosi come Fatima, Lourdes, Guadalupe, solo per citarne alcuni”.

«La Mostra – prosegue don Giuseppe – è stato un suo impegno appassionato. Aveva un senso così vivo della presenza reale di Gesù nell’Eucaristia da farsene apostolo e cercare i numerosi segni che Gesù ha dato, nel tempo, della Sua presenza nell’Ostia Consacrata per sostenere la nostra fede spesso vacillante. È stata proprio questa mostra virtuale, ancora oggi visibile on line, il mezzo per la diffusione della testimonianza di Carlo, oggi conosciuto in tutti i continenti».

COME SAN FRANCESCO

Uno dei valori centrali nelle riflessioni di don Giuseppe è senza dubbio la povertà, pienamente incarnata da Carlo Acutis, figlio di una famiglia dell’alta borghesia: «Accanto alla Messa quotidiana – spiega don Giuseppe – non mancavano da parte del Beato Carlo gesti di solidarietà verso i più poveri, compiuti con grande discrezione. Benché giovanissimo, Carlo aveva capito, partendo dalla sua grande devozione eucaristica, che siamo tutti fratelli, tanto da avere un grande amore per i poveri: era un innamorato dell’Eucaristia e il suo cuore si educò a riconoscere il volto di Cristo nello scartato. Proprio per questo, non si limitava all’attenzione premurosa, ma cercava di entrare in amicizia con loro; una carità, la sua, non circoscritta all’elemosina, ma intrisa di condivisione: andava come volontario alla mensa dei poveri e portava cibo e sacchi a pelo, comprati con i suoi risparmi, ai clochard che vivevano a Milano. I poveri, come Papa Francesco spesso ci ricorda, hanno innanzitutto bisogno di essere guardati negli occhi ed essere riconosciuti come persone. Carlo proveniva da una famiglia benestante, ma non era interessato al lusso. Il Santo Padre ha parlato del Beato e lo ha paragonato a San Francesco di Assisi quando, molto giovane e pieno di sogni, sentì la chiamata di Gesù ad essere povero come Lui e a restaurare la Chiesa con la sua testimonianza. Li accomuna, secondo monsignor Sorrentino, oltre all’amore verso i poveri, la grande voglia di vita e di gioia che li ha portati entrambi a scoprire in Gesù il segreto di una vita bella e originale; la radicalità della scelta di Dio; l’amore per l’Eucaristia e per la Madonna; il loro essere “apostoli della strada”: Francesco a piedi nudi, come era possibile al suo tempo, Carlo per la via di internet. Considerati tutti questi elementi, diventa molto significativo il fatto che, oggi, il Suo corpo riposi nel Santuario della Spogliazione».

CARLO E IL WEB

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«Tra i vari doni – insiste don Giuseppe – Carlo, “influencer di Dio”, possedeva anche quello di essere un genio della rete: aveva compreso l’importanza dei nuovi media per diffondere la Parola tra la gente. Il Papa lo ha proposto ai giovani, nella Christus Vivit, come modello di santità dell’era digitale, mettendo in evidenza i rischi della rete, ma anche le sue potenzialità positive. Papa Francesco offre ai giovani l’esempio dei Santi, in particolare di Santi giovani, che con l’aiuto di Dio hanno testimoniato che è possibile vivere da cristiani in un contesto ostile, come la società odierna che ha rifiutato Dio. Il mondo digitale può esporci al rischio dell’isolamento o del piacere vuoto: il Beato Carlo non è caduto nella trappola, ma ha saputo usare le nuove tecniche di comunicazione per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza».

CARLO E I GIOVANI

«È importante, allora, far conoscere Carlo ai nostri giovani. Ci ha insegnato che il Vangelo non toglie nulla di bello e di vero a quello che la vita può regalarci, ma tutto purifica e impreziosisce, mettendo in tutte le cose la bellezza di Dio. Ha attratto i ragazzi perché appartiene alla loro stessa generazione e ne condivide il modo di guardare il mondo; ha saputo parlare di Dio con il loro stesso linguaggio, in maniera efficace, grazie al suo sorriso e alla sua semplicità; infine, si percepisce che la sua stessa santità è stata vissuta nella normalità di un fanciullo come tutti gli altri e non totalmente distaccato. Carlo era “il ragazzo della porta accanto”, straordinario nella ordinarietà di tutti i giorni, attento ai bisogni degli altri, ma, soprattutto, con una chiara priorità. “Prima Dio, poi io” era uno dei suoi motti preferiti. Il 10 ottobre 2020, Carlo Acutis è stato beatificato nella Basilica Superiore di Assisi». – spiega il parroco.

LA RELIQUIA: UN DONO, UNA TESTIMONIANZA

«Alla luce della vita di Carlo, dunque, l’offerta, del tutto inaspettata, di questo dono, da parte della madre di Carlo, incontrata casualmente ad Assisi due anni fa, ha avuto un significato molto forte: portavo alla mia Comunità, non un’ennesima reliquia, bensì la testimonianza, fondamentale per il cammino delle giovani generazioni, di un ragazzo dei nostri tempi, vissuto in santità: una santità alla quale tutti siamo chiamati e a cui ognuno deve tendere nel proprio percorso di fede; una strada alla sequela di Gesù Cristo, che inizia con il Battesimo e che cresce all’interno della comunità ecclesiale col sostegno dell’ascolto della Parola di Dio e della Celebrazione dei Sacramenti. Alla memoria di questo giovane, già da tempo, nella nostra Parrocchia, sono stati intitolati il Coro dei Piccoli e il Gruppo dei Ministranti. In preparazione all’evento, venerdì 12 marzo, mediteremo la Via Crucis ispirata dal Beato Carlo. Accoglieremo la Sacra Reliquia, domenica 14 marzo, durante la Santa Messa delle ore 11, alla presenza del nostro Vescovo Monsignor Giuseppe Favale. Alle ore 18,30, sempre di domenica 14 marzo, sarà celebrata una Messa Solenne per la venerazione della stessa». – chiosa don Giuseppe.

LEONARDO FLORIO

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