“Siamo profondamente amareggiati e delusi che un “servitore dello Stato” (a questo punto diciamo presunto) come Domenico D’ARCANGELO, comandante dei Vigili Urbani di Sammichele di Bari, che ha partecipato al convegno sulla legalità seduto in prima fila, organizzato da noi, abbia tradito un giuramento e sia finito in carcere con Giovanni PALERMITI, figlio del boss Eugenio PALERMITI.
La zona grigia esiste ed è molto pericolosa.
È anche emerso dalle indagini, che già dal 2012, D’ARCANGELO era un “uomo a disposizione” del clan. Un fatto gravissimo.
È deludente immaginare che un uomo che deve difendere lo Stato e, di conseguenza noi cittadini sia colluso con la criminalità che ormai si infiltra ovunque e trova coperture eccellenti ad un omicidio di criminalità organizzata, come in questo caso.
Piegare la schiena e per cosa? Per un Iphone, per dei soldi sporchi, avendo la convinzione di passarla liscia? Redigere verbali FALSI per creare un alibi di ferro dimostrando di essere lontano dal luogo delitto è un reato. La Legge farà il suo corso.
L’infedeltà alla Bandiera di quest’uomo, però non deve farci perdere di vista l’impegno di tanti servitori dello Stato che si impegnano ogni giorno con sacrificio e abnegazione”.
Adriana Colacicco e Gerardo Gatti