“Sarà Giobbe Covatta uno dei protagonisti più importanti degli appuntamenti in programma dall’8 agosto all’ex Distilleria Cassano, nell’ambito della stagione estiva promossa dal Comune di Gioia del Colle in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese.
Il popolare attore tarantino sarà protagonista l’8 agosto de “La Divina Commediola” (Produzione Mismaonda), reading e commento dell’Inferno tratto dalla Divina Commedia, di Ciro Alighieri. Giobbe Covatta ha recentemente reperito in una discarica il manoscritto di una versione “apocrifa” della Commedia scritta da tal Ciro Alighieri. Purtroppo è stato reperito solo l’inferno e non in versione completa. Questo lavoro dimenticato ha senz’altro affinità, ma anche macroscopiche differenze con l’opera dantesca. Intanto l’idioma utilizzato è più affine alla poesia napoletana. Si nota poi come il poeta abbia immaginato l’inferno come luogo di eterna detenzione non per i peccatori, ma per le loro vittime! E le vittime sono i bambini ovvero i più deboli, coloro che non hanno ancora cognizione dei loro diritti e non hanno possibilità di difendersi. Così mentre resterà impunito chi ha colpito con le sue nefande azioni dei piccoli innocenti del terzo mondo, il Virgilio immaginato dall’antico poeta lo accompagnerà per bolge popolate da bambini depauperati per sempre di un loro diritto, di qualcosa che nessuno potrà mai restituirgli. Giobbe Covatta ci legge la sua personale versione della Divina Commedia totalmente dedicata ai diritti dei minori.
La stagione estiva si completerà con altri appuntamenti teatrali prodotti nell’ambito di “Indovina Chi Viene a (S)cena”, un format del Teatro Pubblico Pugliese, da un’idea di Giulia Delli Santi e in collaborazione con il Comune Gioia del Colle.
Si parte il 6 agosto con “La Torre Bianca” (Acasa Associazione Culturale), con Angelo Berardi, Arianna Gambaccini, Marialuisa Longo, Maristella Tanzi, suono in diretta e composizione musicale Angelo Berardi, drammaturgia Valeria Simone, regia Marialuisa Longo. La performance nasce dalla voglia di raccontare le leggende legate alla figura di Bianca Lancia, ultima moglie di Federico II di Svevia, che alloggiò per un lungo periodo di tempo nel Castello di Gioia del Colle. La storia che ci ha maggiormente ispirate narra della principessa che morì prigioniera nella torre del castello e da allora nelle notti di luna piena è possibile sentire il suo lamento liberarsi dalla torre nei vicoli circostanti. L’impianto drammaturgico prevede l’alternanza di un piano immaginario e di uno reale, scandito da una serie di equivoci attraverso i quali viene ricostruita la storia di Bianca Lancia. Due amiche si ritrovano a cena per festeggiare qualcosa ma insieme a loro ci sono due presenze, Bianca e Federico, che agiscono senza essere visti e raccontano la loro storia senza l’ausilio delle parole ma con il suono e la danza.
Si prosegue il 21 agosto con “Paolo Grassi – Visioni ed imprese di un impresario ideale” (Compagnia del Sole). Regia e drammaturgia Marinella Anaclerio, Flavio Albanese, con Stella Addario, Flavio Albanese, Marinella Anaclerio, Patrizia Labianca, Loris Leoci, Tony Marzolla, trucco Giorgia Lerro e la preziosa collaborazione di Giovanni Soresi, Alberto Benedetto, Egle Mambrini Platone, Piccolo Teatro di Milano Teatro d’Europa. Chiamati a condividere la tavola con il pubblico a casa, su…le tavole di un palcoscenico, abbiamo pensato di condividere l’amore che portiamo a due grandi figure del Teatro Italiano: Giorgio Strehler e Paolo Grassi. Il primo di origine triestina, il secondo nato a Milano, ma da famiglia pugliese, originaria di Martina Franca. Esempio mirabile di un nord ed un sud che si incontrano e creano bellezza. Paolo Grassi aveva la sua Puglia nel cuore, organizzava spesso delle cene di lavoro da Peppino Strippoli, un pugliese che aveva aperto un locale a Milano vicino all’Università Statale. Diceva: “Cari Amici siamo qui per mangiare bene e parlare di teatro, anche se il nostro caro Brecht era contro il “teatro digestivo” sapeva quanto fosse importante “Essere amici al mondo”. Il teatro si fa sulle tavole del palcoscenico e per prepararci bene al nostro lavoro ci ritroviamo di tanto in tanto a tavola.” Dalle tavole alla Tavola! Un viaggio emozionale tra scritti, racconti riportati da loro collaboratori ed eventi che per quarant’anni hanno legato questi due, possiamo dire, artisti.
Il 1° settembre da non perdere “Quànd’è bòne chèda figghije” (Sic! ProgettAzioni Culturali), con Claudio Pinto, Maurizio Vacca, canto Anna Maria Stasi, chitarra Angelo Tauro, e con la partecipazione di Rosa De Bellis, Donatella Giannico. Adattamento e regia Maurizio Vacca. Ancora una volta, ci ritroviamo insieme, attorno ad un tavolo, a vivere il piacere del racconto. Per ogni uomo, a qualunque età, è essenziale, quasi quanto il mangiare, il bisogno di sognare, di sperare, di immaginare mondi fantastici in cui rifugiarsi. Questa necessità era anche la molla dei racconti popolari tramandati oralmente fino a noi. Il racconto favolistico, o meglio, il cunto, non ci ha mai abbandonati; è sopravvissuto a tanti nuovi linguaggi ed oggi potrebbe essere una forte e collaudata via per ritornare a noi stessi. La favola è, come era, un bisogno. Il bisogno di andare in un “altrove” dove tutto è permesso, dove non ci sono divieti né pregiudizi, dove non interviene la necessità del quotidiano. Si può essere principi o regine, si può avere un castello o un gioiello prezioso senza spendere niente, si può volare, si può diventare giovani e belli anche se si è vecchi. Si può baciare una bella fanciulla e si può avere tutto dalla vita…
Infine, il 4 settembre ultimo appuntamento della rassegna con “Rosso Imperativo” (Associazione culturale Ombre), con Giovanna Carelli, Marica Colaninno, Rosanna Ventura, Alessandro Dionisio, Piero Santoro, Giuseppe Ciciriello. Musiche in scena Piero Santoro e Alessandro Dionisio. Testo e regia Giuseppe Ciciriello. Sei commensali raccontano di Gioia del Colle. Di mozzarelle, primitivo, della storia della città, di Federico II. Perché è qui che nasce la mozzarella, la mozzarella di Gioia del colle, non un formaggio fresco ma un mito. E di questo si parla di mito, in scena le padrone di casa hanno come ospiti due musicisti e un narratore e come si fa con gli ospiti, li si accoglie con una tavola generosa: mozzarelle, formaggi freschi, il timballo di cardi, il calzone di ricotta e il primitivo di Gioia del Colle. Perché è a Gioia che nasce il vino primitivo, rosso imperativo che trova eco nelle vicende di un Imperatore che a Gioia si fa una residenza. Perché Gioia è terra ospitale e chi ci arriva per un motivo o per l’altro ci vuole restare.