Francesco come Giovanni Paolo II

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Il Papa che diventa ‘mediatore’

Due Papi, Francesco e Giovanni Paolo II, e la storia che potrebbe ripetersi. Sono stati citati entrambi da Giorgia Meloni nel suo primo discorso ufficiale da premier: Bergoglio per ricordare che “La povertà non si combatte con l’assistenzialismo, la porta della dignità di un uomo è il lavoro”, Wojtyla per evidenziare che “La libertà non consiste nel fare ciò che ci piace, ma nell’avere il diritto di fare ciò che si deve”.  

Ma c’è un elemento che va oltre i riferimenti culturali e personali. I Pontefici sono figure di mediazione, per definizione, ma partendo da Giovanni Paolo II e arrivando a Francesco si possono collegare la caduta del Muro di Berlino, con la fine della Guerra fredda, e l’auspicio di una pace tra Russia e Ucraina. C’è un filo conduttore che, sul piano delle relazioni internazionali, porta a ritenere possibile che Bergoglio possa riprodurre lo sforzo fatto e i risultati ottenuti, a ridosso del 1989, da Wojtyla.  

Oggi, Papa Francesco ha lanciato un nuovo appello per la pace: “Non dimentichiamo di pregare, e di continuare con la preghiera, per la martoriata Ucraina. Il Signore protegga quella gente e ci porti tutti su una strada di una pace duratura”, è stato il monito di Bergoglio all’udienza generale. E l’ipotesi che possa essere la sua mediazione a sbloccare un’impasse che si trascina da mesi si è fatta negli ultimi giorni più concreta. “Noi siamo aperti e disponibili a fare tutto il possibile, se c’è una piccola apertura certamente ne approfitteremo”, ha sottolineato il segretario di Stato Vaticano cardinale Pietro Parolin a proposito della disponibilità, fatta trapelare da Mosca, di un dialogo con il Papa sull’Ucraina. 

Fare tutto il possibile, e approfittare di ogni piccola apertura. Lo stesso approccio che Giovanni Paolo II tenne con tenacia negli anni che portarono alla fine dell’egemonia dell’Unione sovietica. Gli storici concordano nel sostenere che il muro di Berlino non sarebbe caduto se non ci fossero state le elezioni polacche del giugno 1989 in Polonia, le prime elezioni quasi libere in un paese comunista. Tutto però è iniziato prima, nel giugno del 1979, quando Giovanni Paolo II è andato in Polonia e ha parlato alla folla, legando l’elezione di un Papa polacco a nuova prospettiva per la terra polacca. Nell’agosto dell’80, un anno dopo, Lech Wałesa nei Cantieri Navali di Danzica ha dato inizio all’esperienza di Solidarność. Il 13 maggio 1981, l’attentato in Piazza San Pietro compiuto da Mehmet Ali Ağca. I veri mandanti non sono mai stati accertati ma quel gesto, che ha scosso il mondo, documentato dalla celebre foto pubblicata in esclusiva dall’Adnkronos, è sicuramente legato alla centralità e al peso, anche ‘politico’, di Wojtyla.  

Da Giovanni Paolo II a Francesco. La leadership di un Papa può tornare a essere, anche oggi, un fattore in grado di cambiare la storia. 

Adnkronos

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