In mattinata apertura corridoi umanitari ma Kiev si oppone: “No a sbocchi verso Bielorussia e Russia”. Draghi-von der Leyen: si a nuove sanzioni.
Iniziati i negoziati a Belovezhskaya Pushcha presso la Hunter’s House, dove si è svolto il round precedente. Lo riporta l’agenzia russa Tass.
Il 28 febbraio sono iniziati i negoziati tra i rappresentanti di Russia e Ucraina al confine ucraino-bielorusso. Il secondo round di questi negoziati si è svolto il 3 marzo.
Il negoziatore russo Vladimir Medinsky riferendosi ai corridoi: “Sfortunatamente, nessuno di loro lavora pienamente al momento. La nostra parte sta monitorando ognuno di questi corridoi usando droni, i nazionalisti impediscono ai civili di lasciare la città”.
Alle 10.30 ora di Washington, le 16.30 in Italia, Joe Biden discuterà gli ultimi sviluppi di Russia e Ucraina in video conferenza con Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Boris Johnson. Lo rende noto la Casa Bianca, precisando che il presidente farà la video teleconferenza della Situation Room.
La Nato è “pronta ad affrontare ogni genere di minaccia”. Lo ha dichiarato il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, in conferenza stampa congiunta a Riga con il primo ministro lettone Arturs Krisjanis Karins. Blinken ha ricordato che la Nato “per la prima volta ha attivato la Response Force sul fianco esterno”.
L’Ungheria autorizza il dispiegamento delle truppe Nato nella parte occidentale del Paese e il trasferimento di armi dirette in altri Stati dell’Alleanza transatlantica attraverso il proprio territorio. Èquanto stabilisce il decreto firmato dal premier magiaro e pubblicato oggi in Gazzetta . Lo rende noto il premier magiaro, Viktor Orban, in un video pubblicato su Twitter al termine della riunione odierna del Consiglio per la sicurezza nazionale, convocata per fare il punto sulla situazione. Orban ha anche annunciato un incontro dei premier dei Paesi del gruppo Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia) domani a Londra.
I corridoi umanitari
In un contesto piuttosto teso, la Russia ha offerto dei corridoi umanitari che non soddisfano le richieste di Kiev. “Vie d’uscita” per la popolazione che non piacciono all’Ucraina perché, come riportano i media internazionali, sarebbero tutte dirette verso Russia e Bielorussia (l’alleato di Mosca). In particolare dalla capitale è possibile raggiungere soltanto la Bielorussia, da Kharkiv c’è un solo corridoio verso il territorio russo. Il corridoio da Mariupol porta alla città russa di Rostov sul Don, vicino al confine con l’Ucraina, mentre da Sumy ci sono due corridoi, uno verso altre città dell’Ucraina e l’altro verso la Russia. Tra l’altro, sottolinea il vice primo ministro dell’Ucraina, Mykhailo Fedorov, “ancora non aperti”.
E così anche le evacuazioni costituiscono un braccio di ferro con Mosca che avviene dopo una notte di bombardamenti. E se le forze armate ucraine avrebbero “colpito una nave russa nel Mar Nero”, una notizia al momento non verificabile, ciò che appare evidente, anche grazie alle foto satellitari, è l’avanzata delle truppe russe intorno a Kiev. “La Russia avrebbe iniziato ad ammassare truppe e mezzi militari alle porte della capitale in preparazione dell’atteso assalto”. Nel resto dell’Ucraina continuano i bombardamenti, in particolare nella città portuale di Mykolaiv, nel Sud dell’Ucraina. Il primo cittadino ha denunciato attacchi ad alcuni edifici residenziali e ha condiviso sui social il video di un condominio avvolto dalle fiamme. Nella regione di Zaporizhzhia i militari russi avrebbero sparato sull’auto delle poste ucraine e poi, con un carro armato, vi sarebbero passati sopra. Due le vittime.
Nella città di Gostomel è morto il primo cittadino, Yuri Illich Prylipko, mentre distribuiva pane e medicine ai malati e confortava i feriti. Lo annuncia l’amministrazione in una nota sulla sua pagina Facebook. “Nessuno lo aveva costretto ad affrontare i proiettili nemici. Avrebbe potuto, come centinaia di altri, nascondersi in una cantina. […] Ma aveva preso la sua decisione”, si legge nel comunicato. “È morto per la comunità, è morto per Gostomel, è morto da eroe. Memoria eterna e la nostra gratitudine”, conclude l’amministrazione municipale.
Da sud a nord, secondo l’esercito ucraino, la Russia starebbe per iniziare l’assalto a Kiev. Il rapporto militare fa luce sull’avanzata russa – si legge – nel sobborgo di Irpin, alla periferia occidentale della capitale: “Le truppe stanno avanzando con carri armati e unità di fanteria motorizzata, oltre a tentare di raggiungere la periferia orientale attraverso i distretti di Brovarsky e Boryspil”. Il consigliere della presidenza ucraina Oleksiy Arestovich, intervistato dall’emittente locale Belsat Tv, ha messo in evidenza una situazione “catastrofica” nei sobborghi di Bucha, Hostomel e appunto Irpin. Mosca, inoltre, per riuscire nel suo intento, avrebbe reclutato miliziani siriani. La tesi è sostenuta dal Wall Street Journal, che cita quattro funzionari Usa.
Stando alle dichiarazioni di un alto dirigente del Pentagono, l’impegno di Mosca è quasi totale. La Russia avrebbe mobilitato circa il 95% delle sue forze all’interno dell’Ucraina ed ha lanciato 600 missili dall’inizio dell’invasione. Tuttavia, l’appoggio a Kiev da parte di Usa e Nato è altrettanto massiccio, con oltre 17 mila armi anti tank (compresi i missili Javelin) inviate in meno di una settimana tramite la frontiera con Polonia e Romania, scrive il New York Times. La situazione peggiora di ora in ora, anche se il ministero della difesa britannico riferisce in un rapporto che durante il fine settimana l’avanzata di terra delle forze russe è stata “probabilmente minima” ed è “altamente improbabile che la Russia abbia raggiunto con successo gli obiettivi pianificati fino ad oggi”.
In un discorso alla nazione, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky promette di “punire tutti coloro che hanno commesso atrocità in questa guerra sulla nostra terra” e di non perdonare, né dimenticare. E avverte: “Troveremo quelli che hanno sparato alle nostre città, alla nostra gente, che ha bombardato la nostra terra, che ha lanciato razzi. Non ci sarà posto tranquillo su questa terra per voi. Eccetto la tomba”. Nel frattempo presso la Corte penale internazionale a L’Aja sono iniziate le udienze per valutare eventuali crimini di guerra commessi da Mosca. La Russia si è rifiutata di partecipare.
Rai News