Dieci anni dopo il loro primo incontro di persona a Pechino e ad un anno di distanza da un colloquio in formato virtuale, Joe Biden e Xi Jinping tornano a vedersi faccia a faccia. Il vertice si terrà oggi a Bali, alla vigilia dell’inizio del G20. Ma se nel 2011 la traiettoria delle relazioni tra i due Paesi era molto convergente, tanto che l’allora vice presidente degli Stati Uniti non esitò a rivelare il suo “grande ottimismo” per i rapporti bilaterali dei successivi 30 anni, ora il clima è cambiato radicalmente e quella positività e quell’ottimismo hanno lasciato spazio al sospetto e all’ostilità reciproci.
“La posta in gioco del tanto atteso colloquio è alta – evidenzia la Cnn -. In un mondo sconvolto dall’invasione russa dell’Ucraina, dalla pandemia di Covid-19 e dalla devastazione del cambiamento climatico, le due maggiori potenze devono collaborare più che mai per infondere stabilità, invece di alimentare tensioni più profonde. Ma le aspettative per l’incontro sono basse”.
Gli Stati Uniti e la Cina, sottolinea l’emittente americana, sono su posizioni contrapposte su tutti i principali dossier, da Taiwan alla guerra in Ucraina, dalla Corea del Nord al trasferimento di tecnologia fino alla forma del nuovo ordine mondiale. Forse l’unico vero punto in comune che le due parti condividono in vista dell’incontro sono le limitate speranze su ciò che potrebbe venirne fuori.
Al centro dei colloqui, “le sfide transnazionali che affliggono la comunità internazionale”, ha spiegato la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre. Biden e Xi “discuteranno gli sforzi per mantenere e rafforzare le linee di comunicazione tra Stati Uniti e Cina”, ha aggiunto, senza però prospettare effettivi progressi sulle molte questioni sul tappeto. Con Biden, assicurano dalla Casa Bianca, che sarà “onesto” su “numerose preoccupazioni”, a partire da quella dei diritti umani.
Il colloquio avviene appunto in una fase in cui le relazioni tra Cina e Stati Uniti si trovano in uno dei punti più bassi mai avuto in decenni. Lo conferma la strategia di sicurezza nazionale presentata nelle scorse settimane da Biden che identifica la Cina “come la sfida geopolitica più conseguenziale”, sottolineando in particolare la preoccupazione per il connubio tra “governance autoritaria e revisionismo in politica estera”.
Anche in questo scenario certo non positivo, la Casa Bianca considera l’incontro come un tentativo per Biden e Xi di comprendere le reciproche priorità e stabilire “un terreno” per relazioni che garantiscano le linee di comunicazione rimangano aperte anche in momenti di tensione. A questo proposito, vengono ricordati i moniti di Xi contro l’uso delle armi nucleari, intese come un chiaro segnale a Vladimir Putin, e le sue esortazioni affinché la Germania spinga per negoziati di pace tra Russia ed Ucraina.
Xi arriva all’incontro in un momento di grande forza politica, dopo essersi assicurato un terzo mandato presidenziale, che concentra nelle sue mani un potere mai visto dai tempi di Mao Zedong e Deng Xiaoping. Anche Biden, scongiurata l’ondata rossa alle elezioni di midterm, arriverà a Bali rafforzato dall’essere riuscito a mantenere la maggioranza al Senato dopo il successo in Nevada.
Parlando dell’incontro con Xi, il primo di persona da quando è entrato in carica da presidente degli Stati Uniti, Biden ha ribadito di “non essere disposto a fare nessuna concessione fondamentale”. E ha ricordato che al leader cinese, nei precedenti colloqui, ha detto: “io voglio la competizione, non il conflitto”. “Sono sicuro che discuteremo di Taiwan e sono sicuro che discuteremo di una serie di questioni, come l’equità nel commercio e le sue relazioni con gli altri Paesi della regione”, ha aggiunto Biden, che dirà a Xi di essere impegnato per la difesa di Taiwan. (Adnkronos)