Attentato Istanbul, arrestato responsabile

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Governo accusa il Pkk

Il ministero dell’Interno turco ha affermato che il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) è responsabile dell’attentato di ieri avvenuto in una trafficata via dello shopping di Istanbul dove sono morte sei persone. La polizia ha arrestato 22 sospetti, inclusa la persona che ha piazzato la bomba, secondo il ministro degli interni Suleyman Soylu. 

Il bilancio dell’attacco terroristico è di sei persone morte e 81 rimaste ferite nella popolare via pedonale İstiklal Avenue di Istanbul colpita da un attentato dinamitardo, che il presidente della Turchia ha descritto come un atto terroristico. Le vittime sarebbero tutte turche, ha fatto sapere il prefetto di Istanbul Ali Yerlikaya.  

Soylu ha affermato che l’ordine per l’attacco è stato dato a Kobani, una città nel nord della Siria, dove le forze turche hanno condotto operazioni contro la milizia curda siriana negli ultimi anni. Commentando l’attacco poco prima di partire per il vertice del G20 di domani a Bali, Recep Tayyip Erdoğan ha parlato di un “attacco traditore”, aggiungendo che “i responsabili saranno puniti”.

Turchia respinge messaggio cordoglio Usa

La Turchia ha respinto le condoglianze degli Stati Uniti per la morte di sei persone nell’attentato dinamitardo di ieri a Istanbul che Ankara ha attribuito ai curdi del Pkk. “Non accettiamo il messaggio di cordoglio dell’ambasciata americana. Lo rifiutiamo”, ha detto il ministro dell’Interno Suleyman Soylu alla televisione. 

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan accusa spesso Washington di fornire armi ai combattenti curdi nel nord della Siria, considerati “terroristi” da Ankara. 

Pkk respinge accuse: “Non prendiamo di mira civili”

Dopo le accuse del governo di Ankara, il Pkk, Partito dei Lavoratori del Kurdistan, prende le distanze dall’attentato compiuto ieri a Istanbul che ha provocato la morte di almeno 6 persone ed il ferimento di decine di altre. “In primo luogo, facciamo le nostre condoglianze ai familiari delle vittime e auguriamo una pronta guarigione ai feriti. Non abbiamo nulla a che vedere con questo episodio ed è ben noto all’opinione pubblica che non prendiamo di mira direttamente i civili né approviamo azioni dirette contro di loro”, si legge in un comunicato del Comando del quartier generale del Centro di difesa popolare (Hsm). 

Il Pkk, si legge ancora “è un movimento che porta avanti una lotta onorevole e legittima per la libertà” ed agisce sulla base di una prospettiva che “persegue la ricerca di un futuro comune, democratico, libero e ugualitario nella società turca. Muovendo da questo punto, è totalmente escluso che attacchiamo la popolazione civile in qualunque modo”.  

Per l’organizzazione “l’amara realtà” consiste nel fatto che “il regime” turco “si trova in difficoltà davanti a questa lotta legittima”. Per questo motivo, denuncia il comunicato, è in atto “un tentativo di mettere a punto un piano oscuro per distorcere la situazione”. 

Siriana l’attentatrice: “Ha ammesso legami con Ypg”

La polizia turca ha identificato la responsabile dell’attentato di ieri a Istanbul: si tratta di Ahlam Albashir, di nazionalità siriana, che avrebbe ammesso legami con l’Ypg, le Unità di protezione popolare. Secondo il ministro dell’Interno Suleyman Soylu, se gli altri sospetti arrestati “non fossero stati catturati, sarebbero fuggiti in Grecia”. 

La televisione turca ha trasmesso un video che mostra la principale sospettata mentre viene arrestata in una casa dove si nascondeva. La polizia ha anche sequestrato ingenti somme di denaro, oggetti d’oro e una pistola. La polizia ha poi diffuso una foto che mostra la donna in piedi tra due bandiere turche, in manette. 

Il ministro ha anche detto ai giornalisti che l’Ypg “dato ordine di uccidere il principale sospettato per evitare che le prove risalissero a loro”. Per catturare la donna che ha lasciato la bomba, imbottita di tritolo, su Istiklal Caddesi sono state esaminate 1.200 telecamere di sicurezza. L’attentatrice, secondo quanto ricostruito, ha lasciato la scena in taxi e si è recata nel quartiere di Esenler.  

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